Sandra Cesarale, Corriere della Sera 18/8/2009, 18 agosto 2009
Giovanni Allevi nella collezione di dischi ne ha anche uno degli Ac/Dc e dice che tra i suoi fan ci sono parecchi metallari: «Vado orgoglioso della loro stima, mi hanno incuriosito e ho scoperto che esiste un nocciolo di classicità in questo genere: si avverte un’eco di Wagner nei testi avvolti dall’oscurità, impregnati del senso dell’amore e della morte
Giovanni Allevi nella collezione di dischi ne ha anche uno degli Ac/Dc e dice che tra i suoi fan ci sono parecchi metallari: «Vado orgoglioso della loro stima, mi hanno incuriosito e ho scoperto che esiste un nocciolo di classicità in questo genere: si avverte un’eco di Wagner nei testi avvolti dall’oscurità, impregnati del senso dell’amore e della morte. C’è qualcosa di dannato nel mio struggermi al pianoforte, nella ricerca del virtuosismo che nel metal si esprime attraverso la batteria e le chitarre elettriche». Tra i dischi più «imbarazzanti» che ha nella sua collezione, c’è la compilation dello Zecchino d’Oro del 1991: «La ascoltavo mentre facevo le guardie durante il servizio militare, le voci infantili mi aiutavano a superare la pesantezza del momento. La mia canzone preferita era Il corsaro nero è andato in pensione».