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 2009  agosto 22 Sabato calendario

USA, IN CODA PER L’AUTO


Week end di fuoco per i dealer americani. I soldi di Obama per cambiare la vecchia macchina inquinante sono finiti, lunedì si chiude con il Cash for clunkers, «un’iniezione di adrenalina al mercato»
Aspettatevi un weekend di fuoco negli Stati Uniti. Non tanto per le condizioni meteorologiche - l’uragano Bill potrebbe anzi rovinare gli ultimi giorni agostani - quanto per la pazza corsa ai concessionari che è iniziata da quando l’amministrazione Obama ha detto che il programma per la rottamazione delle auto finirà lunedì sera, alle 20 spaccate.
Il piano «Cash for clunkers (letteralmente, «soldi in cambio dei macinini») è andato talmente bene che i fondi statali si sono esauriti nel giro di quattro settimane. Il Congresso aveva inizialmente stanziato un miliardo di dollari, poi altri due, sperando di poter sostenere le vendite di auto nuove ed eco-friendly almeno fino al weekend del Labour Day, che è il prossimo 7 settembre e nonostante il piano prevedesse un termine all’1 novembre.
Così non è stato. Nell’America in crisi, l’incentivo a pensionare la propria auto, vecchia e inquinante, ha spinto migliaia di persone dai rivenditori per accaparrarsi con lo sconto una macchina nuova (spesso asiatica). «E’ stata un’iniezione di adrenalina nel mercato automobilistico americano», ha detto un analista. «Un successo al di là di ogni immaginazione», ha detto il presidente alla radio. Nelle settimane scorse Ford e General Motors, con il vento in poppa grazie alle rottamazioni volute da Washington, hanno svuotato i magazzi e aumentato la produzione. Negli ultimi due mesi la Gm ha venduto almeno 60 mila veicoli in più in rispetto a quanto era stato preventivato. «Sono stati i soldi meglio spesi per rilanciare l’economia», ha detto Candice Miller, deputata repubblicana dello stato del Michigan, dove la produzione automobilistica è linfa vitale per l’economia. Il collega di partito John McCain, almeno all’inizio, non sembrava convinto e minacciava di bloccare i fondi. Poi ha fatto marcia indietro.
Fino a tre giorni fa, a Washington erano arrivati 457.500 moduli per il rimborso, con una richiesta complessiva di 1,9 miliardi di dollari. Il governo ha controllato finora soltanto il 40 per cento dei moduli, dando il via libera a 145 milioni di dollari. Talvolta le richieste dei concessionari vengono respinte perché «inaccurate» o «incomplete». La situazione si è fatta così confusa che la General Motors ha deciso di anticipare i soldi ai rivenditori.
Un macinino, almeno fino a lunedì, può valere fino a 4.500 dollari (sempre che ci siano soldi per tutti). A Paramus, una cittadina del New Jersey non troppo lontana dalla Grande Mela, Barry Magnus, concessionario della Honda, racconta di una vera e propria invasione di persone che volevano approfittare del «Cash for clunkers». Nelle ultime settimane è riuscito a vendere decine d’auto e ora aspetta più di 80 mila dollari in rimborsi.
Per avere i soldi da Washington è necessario che l’auto da rottamare sia trattata in modo da renderla inutilizzabile. Si versa perciò un liquido nelle viscere della macchina, sigillando il motore. A Paramus, Nick Clites è il responsabile di questo trattamento, una sorta di eutanasia ingegneristica: proprio lui parla di «decesso» e «morte» dei veicoli. Ogni giorno, ultimamente a ritmi forsennati, Nick indossa mascherina ed impermeabilone blu, felice di poter «fare un favore all’ambiente», perché molte di queste macchine «fanno acqua - o meglio smog - da tutte le parti».
Per nulla contenti, invece, i demolitori. L’Italo-americana Sally Ann Maggio, una donna sulla trentina che lavora alla Auto Wreckers di Hackensack, sempre in New Jersey, dice di essere stata letteralmente «sommersa dalle telefonate dei concessionari, che hanno premuto il panic button». Il complicato meccanismo di «eutanasia» non permette ai demolitori di rivendere il motore del veicolo, cosa che è buona per l’ambiente ma non per le loro tasche. Difficile rivendere il sistema di trasmissione, più facile puntare su fanalini, specchietti e così via.
I più felici, naturalmente, sono i clienti come David e Janess Messner, una coppia di mezza età del New Jersey. Appena hanno sentito del programma, sono andati dal concessionario. «Ero curiosa - spiega lei - così ho aperto il sito cars.gov per vedere se la nostra auto era nella lista». Il macchinone dei Messner è stato valuto 3.500 dollari, scontati dal prezzo della loro nuova Honda. «In men che non si dica - spiega Janess - stavamo già firmando il contratto».
Più complesso il caso di Dan Cohen, avvocato di Long Island in pensione che ha consegnato la sua Jeep del 1988 in cambio di una Toyota nuova di zecca. Lo ha fatto qualche giorno prima dell’inizio del programma di rottamazione. Quando è tornato per finalizzare l’accordo, «Cash for clunkers» aveva trasformato il concessionario in un formicaio. «Il salone brulicava di clienti», racconta lui.
Forse Dan non riuscirà ad avere lo sconto. E potrebbe non essere l’unico, visto che i soldi stanno scomparendo alla velocità della luce. «Aspettatevi parecchie cause», dice Alex Kurkin, un avvocato di Miami che rappresenta diversi rivenditori.