Giulia Zonca, La stampa 22/8/2009, 22 agosto 2009
SOLDI MODA E 400 METRI NO LIMITS PER LA DITTA BOLT
Tutto il mondo vuole un pezzo del fenomeno, un minuto di Usain Bolt. L’Australia lavora per portarlo in tournée, senza neanche farlo correre: Sydney, Brisbane, Melbourne, Adelaide, Perth in giro per le piazze a cifre assurde. C’è già un programma con i manifesti e potrebbe essere solo l’inizio di una stagione infarcita di richieste. Qui ha guadagnato 1860 euro per ogni secondo che è stato in pista e l’atletica cerca di spartirselo al meglio.
Lo spingono sui 400 metri, gara che lui detesta ma prima o poi si ritroverà a provare. Ieri sera c’era la finale dei Mondiali, Wariner contro Merritt e nessuno parlava di loro, solo di quanti secondi può impiegare Bolt per fare il giro di pista e di quanti mesi gli servirebbero per abbattere anche quel primato. Mike Powell lo ha spinto sulla pedana del lungo: «Con le sue caratteristiche può fare il record a 9 metri, posso spiegargli io come si fa, dietro un piccolo compenso». Vorrebbero il suo nome ovunque, lo iscriverebbero a dieci gare se fosse possibile e Berlino ha lanciato il catalogo con il marchio Bolt. Brandelli di celebrità
WHO’S FASTER
La maglietta è esaurita, al negozio monomarca della Puma aspettano l’invasione di lunedì, quando Usain passerà il pomeriggio a salutare i tifosi e hanno già sostituito la scritta di lancio con il nuovo slogan «Ich bin ein Berlino». Bolt è il più pagato della storia dell’atletica, il suo contratto con lo sponsor è di 1,5 milioni di euro l’anno e il manager, l’irlandese Ricky Simms, punta a farlo guadagnare quanto Tiger Woods.
AUTOGRAFI
Ormai la sua occupazione principale, ieri ha passato 30 pazienti minuti a omaggiare chi si è messo in coda. Tutti i volontari, che non hanno il permesso di chiedere né foto né firme agli atleti, hanno ricevuto il rompete le righe e il giamaicano è stato travolto. Invece di scappare ha chiesto che venisse organizzata la coda e quando sono scesi in pista anche i tifosi si è fatto salvare dalla mascotte che è venuto a prelevarlo.
21 AGOSTO
Anche il giorno del suo compleanno ormai è sotto copyright: a Pechino lo stadio gli ha cantato «Happy Birthday» e gli è successo anche qui, stessa cerimonia privata dentro la consegna ufficiale delle medaglie dei 200 metri trasformata in uno show: lui finge di strappare il maxi assegno destinato agli ori per dividerlo con i compagni di podio. I 60 mila euro per la vittoria più i 100 mila per il record li incassa lui però. Al momento il totale arriva a 320 mila.
PUGNO CONTRO PUGNO
E’ il gesto di intesa che scambia con chi gli sta intorno ed è già diventato l’ultima mania. Ha sostituito il gesto del fulmine, pure quello stampato ovunque e disponibile in versione gomma da appendere alle spalle, stile zainetto. Un gadget un po’ eccessivo che sembrava destinato al fallimento invece va a ruba.
LE SCARPE
Ispirate a Jeff Koons, hanno lanciato il colore arancio brillante. Si chiamano Yam, come il cibo preferito di Bolt. Numero 46 e modello destinato all’archivio dopo il Mondiale.
DOPPIA MAGLIA
Per la felicità della mamme, Bolt ha rinnovato lo strato multiplo: maglia di sotto (verde) e canotta di sopra (giallo Giamaica) e così ha mandato in crisi anni di merchandising sportivo tutto basato sull’ipertecnologico.