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 2009  agosto 22 Sabato calendario

LA NUOVA MUSA FREIDA PINTO IN STORIE D’AMORE E TRADIMENTI


La scena impone un giorno grigio di pioggia e di freddo. Un giorno molto londinese. Ma come arriva sul set del suo ultimo film, all’angolo di Westbourne e Ladburry Drive a Notting Hill, Woody Allen ha una brutta sorpresa. Un caldo spaventoso. E in cielo neanche la traccia di una nuvola. Per girare la scena in cui Josh Brolin e Freida Pinto si incontrano al ristorante, il leggendario regista newyorchese deve dunque fare ricorso a delle pompe che fanno scorrere acqua dai tetti e a schermi per fermare la luce del sole. «Non è la prima volta che capita - lamenta Allen -. A Londra tutto sta andando bene, il solo problema è il tempo, troppo bello. Eppure la pioggia è importante: se Josh propone a Freida di fare colazione assieme in un giorno in cui piove sai subito che potrebbe esserci sotto qualcosa di molto serio».
Come la maggioranza dei suoi film da 40 anni a questa parte anche questo ha a che fare con le relazioni. E anche questa volta Allen ha saputo mettere insieme un cast di superstar che, per poter lavorare per lui e con lui, ha accettato di prendere una frazione dei compensi abituali. Woody è sul set nella sua «divisa» verde kaki con camicia azzurra a righe.
Mr. Allen, il film è ancora senza titolo, ma ci può anticipare la storia?
«E’ una commedia-dramma su conflitti e incidenti di vita matrimoniale, storie di amore che si intersecano con quelle professionali. E c’è un gran cast d’insieme: Anthony Perkins, Gemma Jones, Naomi Watts...».
Vuol dire Anthony Hopkins...
«Hopkins, certo. Non so perché dico sempre Anthony Perkins. Non avrei mai pensato che avrebbe accettato e invece eccolo qua nella parte di un uomo d’affari sposato a Gemma Jones. E poi poi ci sono Josh Brolin, Antonio Banderas, Freida Pinto. Attori e attrici così bravi che io posso starmene seduto e prendere credito per il loro lavoro».
Che cosa l’ha spinta verso questa storia?
«Freida Pinto! No, la storia nasce dal personaggio di Josh Brolin che recita la parte di uno scrittore molto frustrato, che ha problemi con la sua famiglia e che si butta in una relazione extramatrimoniale. Banderas è il proprietario di una galleria d’arte, Naomi Watts è una che una galleria vorrebbe averla, mentre Freida è una ragazza che studia pianoforte. Una storia che farà ridere ma che è anche seria, una linea narrativa delicata che a volte riesci a centrare ed altre no, in cui tocco temi come le relazioni, la morte, la fede religiosa. Sono i temi che ritornano nei miei film. Non è che i temi sociali come l’integrazione o il diritto all’aborto non mi interessino, ma mi colpiscono come cittadino e non come regista».
Parla sempre con grande ammirazione dei suoi attori.
«La mia esperienza mi insegna che gli attori di solito sono persone molto piacevoli. Non ho mai veramente avuto un serio problema con nessuno. Ricordo Sean Penn quando facemmo Accordi e disaccordi: tutti mi avevano messo in guardia sul suo carattere, invece Sean è una persona dolce, sempre pieno di idee e pronto ad ascoltare. Quando gli attori non recitano bene spesso la colpa è della storia che non regge».
Woody, si diverte ancora a fare film?
«Non c’è grande piacere. Ti alzi molto presto, arrivi sul set e passi tre ore a preparare le luci per girare 30 secondi, il giorno dopo ne fai altri, non giri mai in ordine così non sai che cosa hai davvero in mano. Il piacere viene quando hai finito le riprese e ti metti in una stanza a giocare con la musica, allora sì, anche se non ci credevi più scopri che hai in mano qualcosa di bello. Ma capita anche di accorgersi che la storia sia più stupida di come l’avevi immaginata, o più lenta, così devi tornarci sopra. Ma piacere? In questa fase? Mica tanto. Meglio una doccia».