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 2009  agosto 25 Martedì calendario

«ALLARMISMO INGIUSTIFICATO I NOSTRI PREZZI SONO STABILI»


Ogni anno parte la campagna sui prezzi rincarati e si rincorrono cifre incredibili. Poi l’Istat ci dà sempre ragione: l’aumento è al di sotto del livello d’inflazione», sospira Ulisse Iacomuzzi, presidente del gruppo educativo dell’Associazione Italiana editori.
Alcune associazioni di consumatori parlano di aumenti dei libri di scuola fra il 3 e il 5 per cento; il ministero dell’Istruzione dice che, grazie ai suoi provvedimenti, la spesa nei prossimi tre anni calerà del 30 per cento...
«Quest’anno l’aumento sarà intorno all’1%, un aumento fisiologico, dato da costi come carta e trasporto. Piuttosto, quello che stupisce è che i costi per l’istruzione non siano detraibili dalle tasse. Lo dico da genitore: posso detrarre le spese del veterinario del gatto e non quelle per l’istruzione dei miei figli».
Il ministero ricorda tra le novità introdotte gli e-book, scaricabili in tutto o in parte da Internet.
«Saranno obbligatori dall’anno scolastico 2011-2012, ma già da quest’anno alcuni editori hanno presentato edizioni miste tra cartaceo e web. L’aggiornamento sarà a pagamento, e bisogna ricordare che, mentre sugli acquisti on line l’Iva è del 20%, sui libri è del 4%. Noi editori, che ci stiamo impegnando con grossi investimenti, siamo preoccupati: vediamo il rischio di produrre materiali multimediali senza avere da parte della scuola una formazione adeguata dei docenti».
Altra novità rivendicata dal ministero: stesso libro per cinque anni alla scuola primaria, per sei in quella secondaria.
«Questa scelta aumenta il mercato dell’usato, che per gli editori comporta una perdita tra il 35 e il 40%. E so anche di prese di posizione di alcuni docenti che vorrebbero poter cambiare libro. E poi, vede, un testo non è un libro qualsiasi: si tratta di volumi autoriali, con un punto di vista e un’impostazione. Bloccare l’adozione per tanti anni è come dire: ”Tanto i libri sono tutti uguali”».
In questo modo però si evita che ci sia chi fa il furbo: cambia una paginetta e impone una nuova, costosa, edizione...
«Come editori abbiamo un Codice di autoregolamentazione che impone, per una nuova edizione, il 30% di cambiamento. E da un’analisi che abbiamo fatto, risulta che sulle novità in uscita sul mercato scolastico, solo il 4% sono nuove edizioni».