Biagio Coscia, Corriere della Sera 25/8/2009, 25 agosto 2009
Il bunker hi-tech della camorra - Boss preso in un covo con cunicolo di 200 metri. Ci andava in skateboard - NAPOLI – Aveva fatto scavare un lungo tunnel sotterraneo da percorrere sdraiato carponi su uno skateboard
Il bunker hi-tech della camorra - Boss preso in un covo con cunicolo di 200 metri. Ci andava in skateboard - NAPOLI – Aveva fatto scavare un lungo tunnel sotterraneo da percorrere sdraiato carponi su uno skateboard. Una via di fuga che non è servita a Giuseppe Bastone, latitante arrestato ieri mattina dai carabinieri di Casoria e ritenuto elemento di spicco del clan camorristico degli scissionisti. Le ricerche si erano estese anche all’estero ma il luogotenente del clan contrapposto a quello di Di Lauro non si era mai spostato dal famigerato Lotto G di via Labriola a Scampia, nella periferia di Napoli. Il condotto sotterraneo, lungo circa 200 metri, partiva dall’isolato 5 attraversava il blocco di palazzine numero 4 e sbucava nelle campagne vicine. Era controllato da un sistema a circuito chiuso e aveva un sistema di illuminazione che poteva essere azionato da più punti. A trenta centimetri dall’uscita c’era un monitor a schermo piatto collegato a sei telecamere. La centralina era all’interno del bunker sotterraneo di tre metri per lato nel quale Giuseppe Bastone controllava i movimenti all’esterno. Il boss si era attrezzato con un televisore al plasma, un sistema hi-fi e una consolle per i videogame, il suo preferito era «Il padrino». Nel bunker c’era tutto il materiale per lunghe permanenze. Un frigorifero e generi alimentari, un lettore dvd. Ma nello stabile dove si era nascosto il latitante, qualche piano più in alto, abitava la sua compagna e probabilmente il bunker serviva solo come rifugio strategico. Ed è stato proprio nei sotterranei che lo hanno trovato i carabinieri. Era in compagnia di Ciro Esposito, incensurato e arrestato per favoreggiamento. Bastone non ha opposto resistenza. Inserito tra i cento latitanti più pericolosi, gestiva la piazza di spaccio di Scampia, tra le più grandi d’Italia. Lo faceva curando rapporti con un cartello sudamericano. Per questo motivo le ricerche dei carabinieri si erano concentrate anche all’estero, in Spagna, molto spesso rifugio di boss della camorra. La latitanza di Giuseppe Bastone era iniziata alla fine del 2008 e le indagini dei carabinieri hanno verificato che da allora non ha mai lasciato il suo quartiere, Scampia. I vigili del fuoco ci hanno messo più di un’ora per spostare la porta di acciaio che immetteva nel sotterraneo dalla parte della palazzina. Probabilmente il lungo condotto sotterraneo, del tutto simile a un condotto fognario, è stato realizzato mentre erano in costruzione delle fogne vere. Tra gli elementi più sorprendenti del bunker è il sistema di cablatura che seguiva tutto il percorso fino ad arrivare alla sommità della palazzina. Erano infatti diverse le telecamere montate nel condominio. Tutte a colori e collegate a un sofisticato sistema che consentiva di osservare sei punti «sensibili» simultaneamente alla volta. I carabinieri, che sospettavano una via di fuga alternativa, prima del blitz hanno fatto intervenire un elicottero che ha sorvolato la zona.