Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  agosto 25 Martedì calendario

Il bunker hi-tech della camorra - Boss preso in un covo con cunicolo di 200 metri. Ci andava in skateboard - NAPOLI – Aveva fatto sca­vare un lungo tunnel sotterra­neo da percorrere sdraiato car­poni su uno skateboard

Il bunker hi-tech della camorra - Boss preso in un covo con cunicolo di 200 metri. Ci andava in skateboard - NAPOLI – Aveva fatto sca­vare un lungo tunnel sotterra­neo da percorrere sdraiato car­poni su uno skateboard. Una via di fuga che non è servita a Giuseppe Bastone, latitante ar­restato ieri mattina dai carabi­nieri di Casoria e ritenuto ele­mento di spicco del clan ca­morristico degli scissionisti. Le ricerche si erano estese anche all’estero ma il luogote­nente del clan contrapposto a quello di Di Lauro non si era mai spostato dal famige­rato Lotto G di via Labriola a Scampia, nella periferia di Na­poli. Il condotto sotterraneo, lungo circa 200 metri, parti­va dall’isolato 5 attraversava il blocco di palazzine numero 4 e sbucava nelle campagne vicine. Era controllato da un sistema a circuito chiuso e aveva un sistema di illumina­zione che poteva essere azio­nato da più punti. A trenta centimetri dall’uscita c’era un monitor a schermo piatto collegato a sei telecamere. La centralina era all’interno del bunker sotterraneo di tre me­tri per lato nel quale Giusep­pe Bastone controllava i mo­vimenti all’esterno. Il boss si era attrezzato con un televisore al plasma, un si­stema hi-fi e una consolle per i videogame, il suo preferito era «Il padrino». Nel bunker c’era tutto il materiale per lun­ghe permanenze. Un frigorife­ro e generi alimentari, un let­tore dvd. Ma nello stabile do­ve si era nascosto il latitante, qualche piano più in alto, abi­tava la sua compagna e proba­bilmente il bunker serviva so­lo come rifugio strategico. Ed è stato proprio nei sotterranei che lo hanno trovato i carabi­nieri. Era in compagnia di Ci­ro Esposito, incensurato e ar­restato per favoreggiamento. Bastone non ha opposto resi­stenza. Inserito tra i cento lati­tanti più pericolosi, gestiva la piazza di spaccio di Scampia, tra le più grandi d’Italia. Lo fa­ceva curando rapporti con un cartello sudamericano. Per questo motivo le ricerche dei carabinieri si erano concen­trate anche all’estero, in Spa­gna, molto spesso rifugio di boss della camorra. La latitan­za di Giuseppe Bastone era iniziata alla fine del 2008 e le indagini dei carabinieri han­no verificato che da allora non ha mai lasciato il suo quartiere, Scampia. I vigili del fuoco ci hanno messo più di un’ora per spo­stare la porta di acciaio che im­metteva nel sotterraneo dalla parte della palazzina. Probabil­mente il lungo condotto sot­terraneo, del tutto simile a un condotto fognario, è stato rea­lizzato mentre erano in costru­zione delle fogne vere. Tra gli elementi più sorprendenti del bunker è il sistema di cablatu­ra che seguiva tutto il percor­so fino ad arrivare alla sommi­tà della palazzina. Erano infat­ti diverse le telecamere monta­te nel condominio. Tutte a co­lori e collegate a un sofisticato sistema che consentiva di os­servare sei punti «sensibili» si­multaneamente alla volta. I ca­rabinieri, che sospettavano una via di fuga alternativa, pri­ma del blitz hanno fatto inter­venire un elicottero che ha sor­volato la zona.