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 2009  agosto 24 Lunedì calendario

La plastica finita negli oceani costituisce una minaccia non solo per il rischio di soffocamento per pesci o uccelli che vi rimangano impigliati o la inghiottano, ma anche perché rilascia sostanze tossiche in grado di influenzare la crescita e lo sviluppo delle specie marine

La plastica finita negli oceani costituisce una minaccia non solo per il rischio di soffocamento per pesci o uccelli che vi rimangano impigliati o la inghiottano, ma anche perché rilascia sostanze tossiche in grado di influenzare la crescita e lo sviluppo delle specie marine. Come riposta il quotidiano britannico The Independent infatti i ricercatori dell’università giapponese di Chiba hanno scoperto che la plastica non è così chimicamente stabile come si riteneva quando si trova in un ambiente marino e si decompone in modo relativamente rapido dando luogo a componenti quali il Bisfenolo A e gli oligomeri a base polistirenica (Ps), sostanze che non si trovano in natura. In particolare, il bisfenolo è in grado di alterare la normale regolazione ormonale degli animali; ma anche il polistirolo - il rifiuto plastico più comune - è in grado di rilasciare numerose sostanze alcune delle quali carcinogene, come i monomeri dello stirene.