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 2009  agosto 24 Lunedì calendario

«IL SORPASSO» DI RISI SEMBRA GIRATO OGGI


 sempre l’ora di rivedere questo grande film girato da Dino Risi nel 1962, avversato dal produttore Mario Cecchi Gori a causa man­canza di lieto fine, ma accolto con un trionfo dal pubblico, con passaparola velocissimo: dopo due giorni la fila al botteghino. Si dice che produttore e regista, la sera prima di girare l’ultima sequenza, quella tragica dell’incidente in cui perde la vita lo studente, fecero una scommessa: se piove facciamo come dico io, se c’è bel tempo come dici tu. Vinse Risi che con intuito d’Autore, divertendo la platea, la portava per mano verso un interro­gativo morale e sociale vivo ancora oggi.

L’attualità del personaggio Gassman, chiamato in france­se Le farfallon , aumenta ogni giorno: è sbruffone, racconta frottole, fa le corna, cor­teggia una minorenne senza accorgersi che è la figlia, coltiva al massimo grado quell’arte di arran­giarsi dell’italiano medio che la nostra commedia ha raccontato e consacra­to a presente e futura me­moria. Gassman irrompe nel personaggio, strom­bazzando col clacson sul­la sua decappottabile in un delirio di mediocre onnipotenza, con la vitali­tà caratteriale di una ma­schera contemporanea che ha imprigionato l’at­tore nello stereotipo del self made cialtrone di suc­cesso. Risi visse allora i suoi anni migliori, tra I mostri e

Una vita difficile girando l’identikit delle illusioni perdute dell’italiano medio, ripagato molti anni dopo dal Leone d’oro alla Mostra di Venezia dove il restaurato Sorpasso fu cult. La storia inizia nella Roma deserta di ferragosto e ha coprotagonista il giovanissimo debuttante in Italia Jean-Louis Trintignant, futuro innamorato della Aimée in Un uomo e una donna di Lelouch, scelto da Risi all’ultimo minuto dopo aver visto una foto e rivelatosi uno dei jolly di un film che acquista nel corso del tempo una sempre mag­giore forza satirica e un sempre maggior divertimento nel­l’osservare usi e abusi dell’Italia del boom.