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 2009  agosto 21 Venerdì calendario

PER GOOGLE UN COMPLEANNO D’ORO

Chi ha aperto nei giorni scorsi la pagina web del motore di ricerca più famoso al mondo si è trovato davanti una normale schermata di Google . Niente disegni particolari, niente effetti grafici speciali come la società di Mountain View fa di solito in occasione di ricorrenze importanti, dalle Olimpiadi all’anniversario di nascita di Albert Einstein. Eppure per Google si tratta in qualche modo di un momento speciale. Cinque anni fa in questi giorni il motore di ricerca muoveva i suoi primi passi al Nasdaq, su cui è partito il 29 agosto 2004 con un prezzo di 85 dollari per azione. Oggi il regalo di compleanno è di tutto rispetto: il titolo vale ora più di 450 dollari, una crescita pari al 440%, mentre il Nasdaq nello stesso periodo ha messo a segno un timido +8 per cento. A Mountain View prevale in-vece il basso profilo: forse i tempi non sono molto propizi per grandi festeggiamenti, forse qualcuno già vede i primi segnali di rimonta di Microsoft , che dopo aver stretto un accordo con Yahoo , ha visto crescere la propria quota di mercato. Certo per Redmond, che sta crescendo anche nella pubblicità online grazie ad un accordo con vari giornali regionali Usa, si tratta di una rimonta che parte da lontano, visto che nelle ricerche in internet l’azienda di Bill Gates detiene una timida market share dell’8,9%, che impallidisce in confronto con il 64,7% di Google.
In questi anni i ragazzi di Mountain View, con il loro stile poco ortodosso, hanno sconfitto i rivali non solo sul campo, ma anche sui listini: l’impennata borsistica del 440% che il titolo di Google ha messo a segno negli ultimi 5 anni va comparata infatti con il deludente -13% fatto segnare da Microsoft e dall’ancora più preoccupante -48% messo a segno da Yahoo.
E dire che l’avvicinamento di Google alla Borsa non era stato privo di ostacoli. Le polemiche, iniziate con il metodo scelto per l’Ipo (quello dell’asta olandese, utilizzato dai manager per ridurre le ricche commissioni degli advisor), erano proseguite con un’inchiesta aperta dalla Sec. I due fondatori, Sergey Brin e Larry Page, a pochi giorni dalla quotazione avevano infatti rilasciato un’intervista a Playboy, suscitando i sospetti delle autorità su una possibile turbativa dell’operazione. Il tutto senza dimenticare che lo stesso prezzo di collocamento era stato rivisto al ribasso dai 135 dollari iniziali, fino a scendere a una forchetta compresa fra gli 85 e i 95 dollari. E pensare che fra i commentatori di Borsa cinque anni fa c’era anche chi considerava Google una società sopravvalutata: quei 27 miliardi di capitalizzazione di allora impallidiscono rispetto alla quotazione record raggiunta dal titolo nel 2007, quando ogni azione valeva 600 dollari e ai 145 miliardi di valore di oggi.
Intanto l’azienda, nata nel 1998 da un’idea di due studenti dell’università di Standford con un investimento iniziale da un milione di dollari, è diventata un colosso. Nel corso degli anni sono state messe a segno decine di operazioni che hanno permesso al motore di ricerca di offrire servizi sempre più completi, dalle mail alle mappe stradali passando per i programmi di fotoritocco. Anche se l’operazione senza dubbio più famosa rimane l’acquisto di YouTube, il popolare sito di video online, rilevato nel 2006 per 1,6 miliardi di dollari.
Così man mano che Google è cresciuta ha spazzato via la concorrenza, tanto da costringere giganti come Microsoft e Yahoo all’inseguimento: le due società si sono trovate così lo scorso mese a stringere un accordo per fermare lo strapotere del comune avversario nel campo delle ricerche online.
Certo è che con la crescita di Borsa e di profitti, Google sembra essersi lasciata un po’ indietro l’alone di simpatia con cui la società è cresciuta contrapponendosi a corporation meno popolari come l’onnipresente Microsoft. Adesso anche Google, a causa di un potere quasi monopolistico, è esposta alle critiche ed è colpita da campagne di boicottaggio. I fondatori Brin e Page però sembrano non preoccuparsi: con una pacchetto azionario che vale qualcosa come 12 miliardi di dollari a testa, siedono su una montagna d’oro. A parlare è l’ultima trimestrale del gruppo: a fine giugno Google ha registrato profitti per 1,48 miliardi di dollari. Cinque anni fa, appena prima della quotazione, gli utili segnavano quota 79 milioni di dollari.