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 2009  agosto 21 Venerdì calendario

MICROSOFT CONTRO GOOGLE PER VOCE ARANCIO


Microsoft da una parte, Google dall’altra. Il futuro della vita digitale dipenderà molto dall’esito dello scontro fra i due giganti, che nei giorni scorsi hanno aperto due nuovi fronti, diversi ma con un analogo obiettivo: invadere il campo dell’avversario. Da un lato c’è il concetto di un software non più installato sul computer ma disponibile in rete, un’idea non nuova sulla quale però Google ha gettato tutto il suo peso con l’annuncio del nuovo browser ”Chrome”. Un’idea, sul cui successo molti avanzano ancora dubbi, che ha nel mirino il dominio quasi incontrastato di Microsoft nel campo dei sistemi operativi e degli applicativi. L’altro terreno di scontro è il cuore di tutte le attività on line attuali: il motore di ricerca. L’alleanza Microsoft-Yahoo, presentata ufficialmente la scorsa settimana, punta a scalfire proprio lo strapotere di Google in questo campo.

Il nome Google deriva da googol, termine inventato da un bambino di nove anni, nipote del matematico Ed Kasner, per indicare il numero formato da 1 seguito da cento zeri.

Sul destino dei sistemi operativi sembra quasi che un cerchio si stia per chiudere nella storia dell’informatica. Negli anni Cinquanta e Sessanta l’idea prevalente era quella di pochi computer giganteschi (addirittura uno solo, il ”Multivac”, nel caso dei celebri racconti di Isaac Asimov) che sarebbero bastati per tutte le attività del mondo. Tutto è cambiato con l’arrivo di un computer in ogni casa, nella più completa autonomia. Oggi le enormi capacità di integrazione date da Internet stanno rimettendo di nuovo le carte nel mazzo, e lo stesso concetto di pc autonomo, capace di bastare a se stesso, è rimesso in discussione.

Meno computer, più Internet. Il passo successivo, secondo gli analisti, potrebbe essere quello del ”cloud computing’, la nuvola di computer permanentemente collegati a Internet e capaci di prelevare ed utilizzare tutte le risorse software che servono, dal sistema operativo ai programmi applicativi, proprio dalla rete, al momento e nella quantità necessari.

Si tratta di un vero scontro di filosofie. I pc attuali, con il loro sistema operativo residente, possono essere capricciosi, lenti da far partire. Tra crash di sistema e la possibilità di attacchi da parte di virus o altri software maligni, possono causare la perdita di dati e di privacy. Senza contare che, ad esempio nel caso di un portatile rubato, non si perde solo la macchina, ma anche qualsiasi informazione vi fosse immagazzinata.

Nel libro di Bill Gates sul mondo dei computer, The Road Ahead (’La strada che porta al domani”), pubblicato nel novembre 1995, non c’è una riga su Internet.

E se il nostro computer non fosse altro che una piccola appendice di un sistema molto più grande, la nuvola appunto? Solo un ammasso di circuiti elettronici, incapace di funzionare senza essere collegato. Lo accendiamo, preleva dalla rete tutto il necessario e siamo pronti per lavorare o per passare del tempo libero. In caso di furto o smarrimento se ne prende un altro, nuovo o prestato, e tutti i nostri programmi, i nostri dati appaiono di nuovo come se niente fosse successo. Un dettaglio importante di questo nuovo concetto è la possibilità di essere indipendenti dalla piattaforma usata. Da un computer, portatile o meno, da un cellulare, tutti i dati sarebbero sempre presenti e immediatamente accessibili e manipolabili.

Chrome è il primo passo in questa direzione, in un mondo in cui browser web come Firefox o Opera sono già così efficienti da cominciare ad assomigliare sempre più a sistemi operativi. Quello che si apre con Chrome è però uno scenario più radicale. Quanto realistico? Le incognite sono diverse. Intanto il concetto stesso ”always on”, sempre connessi. L’esperienza delle Adsl di casa nostra, con la possibilità di una mancanza di connessione che duri ore, impedendoci qualsiasi attività, potrebbe frenare tutti gli entusiasmi. Per non parlare dei portatili, dove la connettività dovrebbe essere garantita in modo costante e capillare dovunque abbiamo la necessità di usarli. E poi alcuni software, soprattutto giochi e grafica, hanno bisogno di un enorme potere di elaborazione, e potrebbero trovare vita difficile a girare in un browser, per quanto evoluto.

Ancora da dissipare i dubbi che colpiranno molti utenti all’idea che i loro dati, tutti, saranno sempre in rete. Pronti da usare in qualsiasi momento, ma anche, forse, più esposti ad attacchi alla propria privacy.

Sul terreno più tradizionale del sistema operativo ancorato al pc, si affaccia intanto Windows 7, con il quale Microsoft vuole far dimenticare tutti i guai di Vista. Le versioni di prova hanno riscosso opinioni molto positive, e qualcuno l’ha definito «ciò che Vista avrebbe dovuto essere». La capacità di funzionare anche senza dover usare per forza computer molto potenti (e questo gli aprirà seriamente la strada al mercato più in rapido sviluppo, quello dei netbooks) e la migliore gestione di tutte le periferiche hardware dovrebbero riparare la cattiva immagine che ha colpito Microsoft, con molti utenti che addirittura hanno scelto di rimanere fedeli al più vecchio XP per avere maggiore affidabilità.

Il 90% dei computer al mondo funziona attualmente con un sistema operativo Microsoft.

Fondata da Bill Gates e Paul Allen nel 1975, Microsoft ha 95 mila dipendenti e un giro d’affari di 60,4 miliardi di dollari (nel 2008). Con l’eccezione del 2008, negli ultimi anni Gates è sempre stato in testa alla classifica degli uomini più ricchi del mondo di Forbes.

Google, nata nel 1998, ha 20 mila dipendenti e un fatturato di 21,8 miliardi di dollari. Motore di ricerca per antonomasia: in inglese il neologismo ”to google” sta per ”fare una ricerca sul web”.

Il 29 luglio è stata annunciata l’alleanza di Microsoft con Yahoo. Due aziende che hanno fatto la storia dell’informatica. Una relazione difficile, che ha visto alti e bassi drammatici dal 2005 ad oggi, con il tentativo di acquisizione di Yahoo da parte di Microsoft rifiutato lo scorso anno dall’allora Ceo della prima, Jeffrey Yang. Una decisione disastrosa, che portò al crollo delle azioni di Yahoo ed alla sostituzione di Yang con Carol Bartz. Alla fine proprio Bartz e Steve Ballmer, attuale capo di Microsoft, hanno spuntato un accordo molto diverso: niente acquisizioni, ma una partnership che mira a erodere lo strapotere di Google. Dieci anni di tempo, tanto è la durata prevista dell’accordo, per muovere qualcosa in uno scenario in cui la società fondata da Sergej Brin e Larry Page detiene il 65% di tutte le ricerche su Internet, mentre Yahoo arranca al 20 e Msn, il motore di ricerca Microsoft, appena sopra l’8.

«’Yahoo” era l’epiteto che i saggi Houyhnhnm, nobili quadrupedi galoppanti incontrati da Gulliver nell’ultima tappa del suo viaggio, affibbiavano con disprezzo ai bipedi spellicciati che tra loro si chiamano umani» (Marco D’Eramo, il manifesto).

Sarà Bing, il nuovo motore sviluppato da Microsoft, il fulcro della sfida. Lanciato agli inizi di giugno, negli Stati Uniti ha già fatto registrare un aumento, piccolo ma promettente, degli utenti rispetto al vecchio Msn. Ma forse il dato più importante è che questa quota è stata rosicchiata proprio a danno di Google. Frutto di un sistema che mira non solo a fornire risultati di ricerche, ma anche ad aiutare gli utenti ad orientarsi bene tra i risultati. Il tutto supportato da una campagna di marketing aggressiva, che alla fine costerà tra gli 80 ed i 100 milioni di dollari.

«Brin è molto interessato a Bing» (un portavoce di Google). Secondo il New York Post, dopo il lancio del motore di ricerca di Microsoft il cofondatore di Google, per la prima volta nella storia dell’azienda, si sarebbe messo in prima persona a capo di un team di ingegneri incaricato del miglioramento dei servizi online.

Per diventare ”search partners”, come si definiscono ora Microsoft e Yahoo, non c’è stato il passaggio di un solo dollaro. Tutto è basato sulle prospettive future, nelle quali Bing diventerà il motore centrale delle ricerche su tutti i siti Yahoo. Sfruttando questa tecnologia, la società guidata da Bartz punterà a una maggiore raccolta di inserzioni pubblicitarie, la principale fonte di guadagno quando si parla di ricerche on line. Per i primi 5 anni, Microsoft lascerà a Yahoo l’88% dei ricavi ottenuti in questo modo.

Le due battaglie si incroceranno spesso. E probabilmente in entrambi i casi i risultati non saranno sconfitte o vittorie definitive. L’idea di ”cloud computing” circola attualmente anche in molti ambienti di casa Microsoft, e diverse applicazioni future dell’azienda guidata da Ballmer saranno improntate a questa tecnologia. D’altro canto, l’alleanza Microsoft-Yahoo, basata peraltro su un tempo lunghissimo per gli standard tecnologici (in dieci anni può accadere veramente di tutto), non può lontanamente puntare ad una disfatta del colosso Google. Più che altro si tratterà di strappare quote di utenti e di raccolta pubblicitaria. A Yahoo i ricavati promessi dall’accordo servono assolutamente, alla Microsoft serve invece mantenere in buona forma proprio l’azienda guidata da Bartz, che rappresenta l’unica concorrente credibile contro la premiata casa Brin & Page.