Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  agosto 19 Mercoledì calendario

BURKINI IN PISCINA MAMME IN RIVOLTA "SPAVENTA I BAMBINI"


Dicono le mamme che «i bambini si sono spaventati» ma di fronte a piccoli cresciuti a pane, gormiti e letture horror, questa è un po’ dura da credere. Dice il gestore dell’impianto che per lui «è fondamentale conoscere la composizione del tessuto che entra in contatto con l’acqua», ma se dovesse chiedere la composizione di tutti gli oli protettivi che se ne vanno a litri in spogliatoio, sarebbe laureato in chimica honoris causa.
Sia come sia, la giovane signora musulmana che si è presentata l’altro giorno alla piscina Santini di Verona ha scatenato stupore e proteste: indossava quello che qualcuno già chiama «burkini», perché è il costume di chi solitamente veste il burka. In quella piscina, già portava, con il velo, i suoi tre bambini per passare i pomeriggi; l’altro giorno, con il termometro a 36 gradi, deve aver pensato che era arrivato anche per lei il momento di un tuffo.
E ha indossato il «suo» costume: pantaloni lunghi non aderenti, una casacca a metà coscia, un cappuccio-foulard appoggiato sulle spalle per coprire testa, collo e spalle. Tutto molto morbido, forse di cotone. Nessuno tra i tanti presenti si è chiesto quanto caldo dovesse soffrire così abbigliata e quanta fatica avrebbe fatto a tenersi a galla quando il tessuto si fosse inzuppato. A prevalere è stato lo scandalo estetico-igienico: probabilmente per i meno accorti c’era solo una tizia che si stava buttando vestita, con gli abiti che aveva portato anche in strada.
«Certo, anche Federica Pellegrini si tuffa in vasca fasciata e pure gli istruttori di subacquea sono completamente avvolti dalla tuta - spiega Christian Panzarini, il responsabile dell’impianto - ma le regole di una piscina sono diverse: non è possibile nemmeno con calzoncini e maglietta. Io non avevo nulla da obiettare sul punto, ma siccome qui sono il responsabile era mia dovere conoscere la composizione del tessuto, per capire se era compatibile. Solo una questione di regolamento».
Ci tiene a sottolineare che c’è stato stupore, ma non certo intolleranza: tanto è vero che la signora non è stata allontanata e quanto all’etichetta del costume e alla sua composizione, le è stato detto che sarebbe stato sufficiente anche inviarla via mail, in vista del prossimo tuffo. Lei ha preferito glissare: quando ha capito che la sua presenza suscitava curiosità e in qualcuno addirittura imbarazzo, se n’è andata e da allora non si è più fatta vedere. Né risulta che abbia scelto altri impianti della città.