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 2009  agosto 19 Mercoledì calendario

PREMIER LEAGUE, CAMPIONI DI DEBITI


I conti del più importante torneo di calcio britannico. Focus sul massimo sfruttamento dei marchi

Squadre scoperte per 3,4 miliardi. In un business da 2,4 mld

Indebitamento record con il sistema bancario e massima attenzione allo sfruttamento commerciale del brand sportivo. Sono le due facce opposte della Premier league, il campionato britannico di prima divisione, che sviluppa affari ogni anno per 2,4 miliardi di euro, pur annoverando club indebitati complessivamente per 3,4 miliardi. Una contraddizione in termini se non fosse per il fatto che, nell’ultimo decennio, il volto di queste società è cambiato radicalmente.

I patron storici britannici hanno lasciato il campo, in cambio di assegni a nove zeri, a magnati americani, islandesi, anglo-israeliani, arabi e russi. I due terzi della Premiership non parlano più inglese e sono in mano alle banche che, per finanziare i nuovi azionisti di maggioranza, hanno chiesto una serie di garanzie: dai ricavi da biglietteria a quelli legati al merchandising. L’Arsenal, per esempio, che dispone dell’impianto più tecnologico al mondo (l’Emirates stadium) ha un indebitamento pari a 378 milioni di euro ed è solo al quarto posto di un’ipotetica classifica che vede sul podio il Chelsea di Roman Abramovich (935 milioni), il Manchester United di Malcom Glazer (780 milioni) e il Liverpool della cordata Gillett-Hicks (410 milioni di euro).

Sono le cosiddette «big four», in campo così come in termini di ricavi-perdite, anche se all’orizzonte si affaccia una nuova corazzata calcistica. E’ il Manchester City, passato di mano nella scorsa stagione e oggi controllato dallo sceicco degli Emirati arabi uniti, Mansour, attraverso il fondo sovrano Adug. Il livello di indebitamento registrato nel 2008 è di 92 milioni di euro, ma alla fine del prossimo campionato, grazie a una campagna acquisti in stile Real Madrid (220 milioni di euro per aggiudicarsi sei nuovi giocatori), arriverà al quinto posto della classifica dei club britannici più esposti.

Il campionato inglese ha sentito la crisi finanziaria e, al di là della politica di mercato attuata dal ManCity, gli acquisti si sono ridotti drasticamente.

A tenere a galla il football britannico è soprattutto il contratto sui diritti tv siglato nell’ultimo anno. Circa 2,8 miliardi di euro. Il più alto a livello europeo, in attesa che dalla prossima stagione in Italia scatti il contratto Lega calcio-Infront, che assicurerà almeno 900 milioni di euro per cinque anni (5,4 miliardi di euro). L’accordo stipulato dalla Premier league, invece, è spalmato su tre anni e terminerà nel 2013. Cinque pacchetti sono in mano a BSkyB, il sesto a Espn, che ha rilevato il format acquisito precedentemente dall’irlandese Setanta.

Nonostante i debiti, la Premier league può però vantare la title-sponsorship più ricca d’Europa: 75 milioni di euro per tre anni (il contratto scade a giugno 2010) con il marchio Barclays. Nessun’altra Lega può contare su 25 milioni di euro annui per la sponsorizzazione del campionato. Resta infine il divario, in termini di ricavi, tra la Gran Bretagna e gli altri principali mercati calcistici (Italia, Spagna e Germania), con un vantaggio a favore della prima di circa un miliardo di euro.