Manuela Cartosio, il manifesto, 18/8/09, 21 agosto 2009
PIOMBO CINESE
La protesta era iniziata un paio di settimane fa. Ieri ha raggiunto il suo acme: la folla ha preso d’assalto la fonderia responsabile degli alti tassi di piombo riscontrati nel sangue di centinania di bambini. E’ successo nella provincia dello Shaanxi, nel Nord Ovest della Cina. Gli abitanti di due villaggi, nei pressi della città di Baoji, hanno abbattuto le recinzioni della fonderia che, nel tentativo di smorzare le proteste, aveva sospeso la produzione lo scorso 6 agosto. Quattro ore dopo l’irruzione, la polizia è riuscita a disperdere i manifestanti.
A scatenare l’assalto sarebbe stata la notizia, o la voce, del tentato suicidio di una diciannovenne che non aveva i soldi per fare l’esame del sangue. Il governo locale, finora, garantisce analisi gratuite solo ai minori di 14 anni. Vero o falso che sia il tentato suicidio, è incontrovertibile che nel sangue di 615 bambini, su 731 sottoposti ad analisi, c’è un eccesso di piombo. Per 166 di loro l’avvelenamento è così acuto che è stato necessario ricoverarli in ospedale. L’avvelenamento da piombo provoca disturbi nello sviluppo muscolare e, quel che è peggio, danneggia il sistema nervoso.
La fonderia è di proprietà del gruppo privato Dongling, quarto produttore di zinco in Cina. Conta circa 2 mila addetti ed è in funzione dal 2006. A ridosso del suo perimetro vivono gli abitanti di due villaggi. Secondo un piano varato nel 2006, chi risiede nel raggio di 500 metri avrebbe dovuto essere trasferito a spese del governo locale. Tre anni dopo, le famiglie trasferite sono solo 156. Tre volte tante vivono ancora gomito a gomito con la fonderia. Molte temono si essere spostate in un’area ancora troppo vicina alla fabbrica, quindi sempre a rischio.
All’inizio della protesta, erano state diffuse notizie di fonte aziendale tese ad «assolvere» la fonderia: i controlli effettuati sull’acqua, sul terrendo e sui materiali di scarto rientrano tutti negli standard ambientali nazionali. C’è da dubitare, visto che gli abitanti sostengono che da quando è in funzione la fonderia l’acqua è diventata «amara» e i raccolti dei campi sono diminuiti. Le fonti imprenditoriali evitavano accuratamente di nominare l’inquinamento atmosferico. Ed è proprio nell’aria che il dipartimento ambientale di Baoji ha trovato una concentrazione di piombio sei volte superiore al tollerato. Il dato, incrociato con i risultati dei test sul bambini, ha costretto le autorità locali a «scusarsi» con la popolazione.
Il piombo, qualche mese fa, è stato al centro del grande scandalo del latte per neonati inquinato che ha fatto sei vittime.
Un altro metallo, il cadmio, sta suscitando vaste proteste e allarme a Zenthou, nella provincia dell’Hunan. L’inquinamento, in questo caso, è causato dall’impianto chimico Xianghe che sversa cadmio e altri metalli pesanti nel fiume Xiang, affluente dello Yangtze, che fornisce acqua «potabile» a oltre 40 milioni di persone. Per depurare lo Xiang sono state investite ingenti somme, senza risultati apprezzabili.
Risale al 2006 un precedente fotocopia della vicenda culminata con l’assalto alla Dongling. Nella provincia di Gansu una fonderia aveva causato l’avvelenamento da piombo di almeno 879 abitanti di due villaggi limitrofi. In quel caso, però, erano risulati avvelenati anche gli adulti. Forse gli abitanti dei villaggi vicini alla fonderia Dongling se lo ricordano ed è per questo che esigono analisi mediche gratuite per tutti. La loro protesta, oltre a ribadire che il boom cinese poggia sulla devastazione ambientale, ricorda che in Cina di fatto non esiste un sistema sanitario pubblico.