Angelo Aquaro, La Repubblica 19/8/2009, 19 agosto 2009
NEW YORK CONTROCORRENTE RISCOPRE I CONTATTI
NEW YORK - Quando un paio di anni fa, alla vigilia della Grande Recessione, la Federal Reserve rivelò che una famiglia su 12 non possiede un conto bancario, subito si scatenarono i reportage alla scoperta delle ultime tribù, nascoste nell´America rurale, ancora non raggiunte dal verbo del denaro di plastica. Nessuno si sarebbe aspettato di scoprire che, nel bel mezzo del 2009, è nel cuore della Capitale finanziaria del Paese che si nasconde una famiglia di quella tribù: 91 mila persone, a New York, non hanno un conto in banca e vivono accompagnando ogni transazione (acquisto, vendita, prestito) con la parolina da vecchio zio Paperone: cash. La scoperta ieri sul New York Times.
E parliamo della sola Manhattan: senza contare Brooklyn, Queens, il Bronx o Staten Island. Nell´isola che ospita Wall Street (1 milione e 600 mila abitanti) si contano 682 sedi bancarie: un aumento del 30% - sostiene la Federal Deposit Insurance Corporation - rispetto alle 521 del 2004. Il fiorire degli sportelli, per tacere degli Atm, cioè dei bancomat che trovi anche nei supermercati o dal droghiere, non ha attirato però più clienti.
Il fenomeno non è nuovo. Già nel 2007 il Comune lanciò un programma per permettere a 1700 famiglie di basso reddito di accedere a un conto bancario a tassi particolari. E in città è stato applicato anche il protocollo di Bank On, un programma a livello nazionale per l´incremento dei clienti. Niente.
Colpisce, dunque, l´alto numero di gente che continua a restare lontana dal credito. Un motivo, accennano i ricercatori del Pew, l´ente che ha realizzato lo studio, va ricercato anche nel continuo vai e vieni di immigranti nella Grande Mela. «Molti vengono da Paesi dove i soldi in banca sono a rischio: poveracci che hanno perso piccoli patrimoni nei crac di piccole banche magari in Sudamerica». Così il materasso continua ad essere un´opzione, soprattutto nel Lower East Side, il quartiere un tempo noto per la numerosa comunità ebraica. Sperando non succeda come ai cugini di Tel Aviv, a giugno protagonisti di quel caso di caccia al materasso in cui una signora aveva conservato un milione di eredità per la figlia. E che quella aveva gettato via.