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 2009  agosto 18 Martedì calendario

LA GANG DI GONZALES CON IL SOGNO PROIBITO DI SBANCARE L’AMERICA


E dalla sua gang globale di rosticceri delle carte di credito che facevano strage di noi pennuti. Avremmo dovuto capirlo in fretta, magari quando ci capitava di trovare sulla Visa cinquemila dollari spesi da Tiffany, tremila da Ferragamo e duemila per un biglietto aereo per Karthoum, in Sudan, come scoprì mia moglie lo scorso anno, ma eravamo tutti troppo occupati a convincere le nostre compagne che non avevamo intenzione di fuggire in Sudan con un´amante con le scarpe nuove bardata di gioielli comperati sulla Quinta Strada per capire che eravamo finiti in pentola. Dovette intervenire la Chase Manhattan Bank, che aveva emesso quella bomba di plastica, per salvare il mio conto corrente e il mio matrimonio dal naufragio. «Lo sappiamo - mi dissero - che c´è una rete di hackers che ha clonato i numeri delle carte e lei non ci deve nulla».
Lo sapevano, ma neppure loro e i vari dipartimenti che vegliano minuto per minuto sulle transazioni in rete con carte di credito non sospettavano che la mafia della plastichina colorata avesse raggiunto le dimensioni che ieri il ministero della Giustizia americano ha rivelato incriminando un giovanotto di origine cubana, Alberto, che era il prestanome, il «front man» come si dice nel gergo delle truffe, di questa rete mondiale. Centotrenta milioni, anche in una nazione che maneggia un miliardo di Credit Card possedendone una media di quattro per ogni abitante, sono un continente, un´operazione truffa che avrebbe probabilmente suscitato l´invidia anche di Bernie Madoff, il re dei magliari che ha cominciato a trascorrere 150 anni di carcere dallo scorso mese di luglio.
Ed è una fortuna che negli Stati Uniti, dove gli acquisti in Rete e i pagamenti con carta di credito sono ormai, insieme, il 90% del commercio al minuto, le banche e le società che le emettono abbiano da anni adottato la politica della «parola».
E credano, appunto sulla parola, ai portatori che negano di avere mai fatto quell´acquisto. Se c´è sicuramente qualcuno che fa il furbo e ci «giobba», rifiutando di onorare acquisti realmente fatti, le banche d´emissione, le American Express, le Diner´s, le Discover, preferiscono mangiarsi qualche perdita piuttosto che dissuadere i portatori dall´usare quel danaro di plastica che frutta loro spesso interessi da usura, sui morosi.
In questo, che i giuristi chiamano un «victimless crime», un crimine senza vere vittime perché le carte si rifanno con gli interessi e i polli recuperano le loro penne, Alberto si era fiondato con la siringa dello SQL, acronimo di «Structured English Query Language», un legittimo programma di compilazione e di ricerca nelle banche dati che già dal 1970 la Ibm aveva scritto e brevettato nella sua prima versione. Ma come tutti gli utensili creati dall´uomo, come un bisturi o un cerino, anche questo SQL può essere usato per fare il bene o il male. La banda di Alberto, dei due complici ancora senza nome e della rete globale articolata su server in Ukraina, Illinois, Lettonia, California e Olanda adoperava le ultime versioni del programma per aggirare le barriere, i «firewall», i tagliafuoco e piluccare nomi, indirizzi, utilizzatori e password. Poi, tutti da Tiffany.
I loro erano bersagli soft, poco difesi. Avevano mietuto dati in catene di supermercati come la Hannaford del Nordest atlantico, Maine, New Hampsire, Vermont, e soprattutto come la rete ubiqua del «7-11», quegli squallidi minimarket «on the road» aperti 24 ore al giorno dove la mandria dei transumanti americani in perenne movimento si ferma per un orrido caffè, un pacchetto di sigarette, uno hotdog cadaverico. E il cassiere commesso, quasi sempre un immigrato recente di insicura documentazione e vago linguaggio centroasiatico o andino, pagato salari da piantagione, quando sfugge alla tradizionale rapina con «il mani in alto», distrattamente struscia la carta nella fessurina magnetica. Collegata, ora lo sappiamo, direttamente con i server predisposti da Alberto e dai suoi amici in varie nazioni e stati.
Si doveva anche divertire molto, l´allevatore di noi polli di plastica, a spennare le banche, le compagnie e i pennuti umani, a giudicare dalla serie di «nick», di pseudonimi che usava per sfuggire ai cacciatori, tra i quali colpisce soprattutto uno, il «soupnazi», il nazista della minestra, pescato di peso da un personaggio della famosa serie di telefilm «Seinfled», un cuciniere pazzo che decideva arbitrariamente a chi concedere e a chi negare le sue deliziose zuppette. Tra le quali spiccava un´inimitabile minestrina di pollo, appunto.
E´ stata probabilmente l´ingordigia a tradire questa banda, perché 130 milioni di carte di credito clonate e di «accounts» penetrati non potevano passare per sempre inosservati, come non erano passati inosservate quei 40 milioni di carte vendemmiati da lui stesso lo scorso anno, con mirabile recidiva. Aveva il vizio, dunque, Alberto, e la tecnica per soddisfarlo a nome e per conto della misteriosa rete globale, che sicuramente troverà un altro pianista della tastiera pronto a prendere il suo posto, perché il frutto di tanto ben di Dio deve avere raggiunto, in mercanzia, servizi, biglietti, cifre da miliardi di dollari. E´ facile immaginare che dietro di lui ci sia lo zampino di qualche mafia del danaro di plastica, non un solo hacker.
Ora lo attendono 25 anni in carcere, per frode e associazione a delinquere, e visti gli umori dei giudici in questi anni - e la certezza che anche il giudice abbia in tasca una carta di credito che gli scotta nel portafoglio - si prenderà il massimo di galera, più 250 mila dollari per ogni capo di imputazione per il quale sia stato riconosciuto colpevole. In attesa della prossima retata, che l´uso ormai irreversibile del danaro di plastica e delle transazioni in internet garantisce perché la comodità batte sempre la prudenza nella cultura del consumo e dello shopping, posso soltanto sperare che il viaggio a Karthoum sia stato disagevole. E che il numero della scarpe di Ferragamo fosse sbagliato per i piedi della destinataria. Sarebbe la sola rivincita possibile del pollo.