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 2009  agosto 18 Martedì calendario

E DOMANI CORRERANNO I ROBOT


Composizione dell´uomo più veloce del mondo: sveglia presto al mattino, sorriso spontaneo, generosità, muscoli flessuosi, convinzione in sé stesso, alimentazione corretta, sistema nervoso intatto, un tecnico capace di assecondarlo senza blandirlo e che possibilmente ne conosca anche difetti, dove ve ne siano, capacità di concentrazione oltre i limiti, disponibilità al sacrificio, piedi dotati di una stiffness (durezza, capacità di resistere all´impatto col suolo) superiore, quindi d´acciaio, morfologia in grado esprimere valori bio-meccanici finora mai raggiunti, semplicità nelle forme e intensità di contenuti, scarpette morbide, avvolgenti, un cuore che arriva a 220 battiti e in trenta secondi scende a 120, una pista realizzata con i materiali più propedeutici, un iPod e qualcosa di invisibile in cui credere (Dio, l´amore, la musica). Istruzioni per l´uso: le conosce solo lui, Usain Bolt, 22 anni, giamaicano di Trelawny, professione ghepardo, verbo preferito volare. Bolt non è nato perfetto ma è nato per diventarlo. Ha il talento, il sangue, il colore della pelle.

Composizione dell´uomo più veloce del mondo: sveglia presto al mattino, sorriso spontaneo, generosità, muscoli flessuosi, convinzione in sé stesso, alimentazione corretta, sistema nervoso intatto, un tecnico capace di assecondarlo senza blandirlo e che possibilmente ne conosca anche difetti, dove ve ne siano, capacità di concentrazione oltre i limiti, disponibilità al sacrificio, piedi dotati di una stiffness (durezza, capacità di resistere all´impatto col suolo) superiore, quindi d´acciaio, morfologia in grado esprimere valori bio-meccanici finora mai raggiunti, semplicità nelle forme e intensità di contenuti, scarpette morbide, avvolgenti, un cuore che arriva a 220 battiti e in trenta secondi scende a 120, una pista realizzata con i materiali più propedeutici, un iPod e qualcosa di invisibile in cui credere (Dio, l´amore, la musica). E infine: leggerezza, quel ritmo interiore, placido, senza attriti verso il mondo esterno, che rende tutto più facile. Istruzioni per l´uso: le conosce solo lui, Usain Bolt, 22 anni, giamaicano di Trelawny, professione ghepardo, verbo preferito volare.
Bolt non è nato perfetto ma è nato per diventarlo. Ha il talento, il sangue, il colore della pelle. E ha potuto «rubare» informazioni genetiche alla gente della sua terra. E adesso dove si può arrivare? Quali sono i limiti della sua velocità e, più in generale, della velocità della macchina umana? Il giamaicano che batte i motorini sullo scatto sta esaltando i ricercatori. Non si erano mai viste pronunciazioni tanto frequenti e abbondanti sul come e sul quando l´essere umano toccherà il punto zero, ammesso che esista: «Senza motore, oltre questi traguardi non si va». Sino a due anni fa, prima che il fulmine Bolt si abbattesse sull´atletica illuminandola a giorno, leggevamo: «Entro il 2048 l´uomo scenderà sotto i 9´´50».

Matteo Matteucci, docente di Ingegneria della conoscenza e di metodologie per sistemi intelligenti al Politecnico di Milano, ha partecipato al gruppo di ricerca del Dipartimento di elettronica e informazione dell´università, coordinato dal professor Andrea Bonarini, che lavora su robot-calciatori.
Bolt ha dato una prestazione da macchina perfetta, quasi come un robot: lo è?
«Ci si aspetta dal robot qualcosa che va oltre l´umano, in questo senso lo è. In realtà l´obiettivo della robotica è sviluppare macchine che siano di aiuto. Per sostituire l´uomo dove è pericoloso o difficile, per esempio nelle esplorazioni spaziali».
Lo studio di "uomini perfetti" come Bolt serve per migliorare i robot?
«Negli ultimi anni lo studio nel campo della robotica antropomorfa è partito proprio dallo studio della fisiologia e meccanica del corpo umano per inventare nuovi modi di attuazione e nuovi meccanismi di movimento nei robot».
Ci sono settori in cui il robot ha superato l´uomo?
«Un braccio industriale che salda o movimenta pezzi è molto più forte di un braccio umano e ripete il gesto a una velocità che una persona non sostiene. Ma non ha la stessa destrezza, flessibilità, capacità di manipolare, afferrare un uovo senza spaccarlo. superiore solo in un ambito molto specifico».
Un robot potrebbe correre i 100 metri?
«Oggi non ha gambe così veloci. Un robot non corre, cammina. Ma in futuro forse si vedrà anche il robot che corre. In fondo in 50 anni si è passati dal primo volo all´uomo sulla Luna, dalla nascita dell´intelligenza artificiale nel 1956 al primo computer che ha vinto l´uomo a scacchi nel 1998. Coi robot-calciatori abbiamo l´obiettivo di battere una squadra di calcio vera nel 2050».
Però mentre l´intelligenza artificiale avanza anche l´uomo supera i suoi limiti.
«C´è da chiedersi quali siano i limiti, per entrambi».
Le macchine supereranno l´uomo nel futuro?
«Non lo so, ma cercare di raggiungerlo è uno stimolo per la ricerca. Sono scettico sul fatto che, se i robot corressero, andrebbero oltre i record umani, ma è una gara a cui mi piacerebbe assistere».