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 2009  agosto 18 Martedì calendario

COME SI COMBATTE IL DEGRADO DELLA TERRA


Caro direttore, effetto serra e riscalda­mento del pianeta. Poche battute al ri­guardo. Per cominciare, il fatto stesso che si usi l’espressione «effetto serra» nell’er­rata accezione negativa oramai da tutti accetta­ta conferma l’ignoranza in materia, purtroppo e appunto, di tutti.

In vero, se tale positivo e necessario effetto non esistesse la vita sulla Terra sarebbe presso­ché impossibile considerato che la temperatu­ra media scenderebbe di molti gradi.

Quel che dovrebbe preoccupare, quindi, non è l’effetto serra ma la sua eventuale aberra­zione. Il nostro pianeta vive e, nel trascorrere del tempo, si sono alternati periodi di raffred­damento e periodi di riscaldamento. Si veda­no i reperti degli accampamenti romani con­servati nei musei elvetici che documentano che i ghiacciai alpini erano quasi inesistenti nei secoli immediatamente prima e dopo Au­gusto visto che sono stati rinvenuti laddove ap­punto i ghiacciai oggi di bel nuovo si ritirano. Si guardi al cosiddetto «optimum climatico medioevale» che si ebbe grosso modo tra l’an­no 850 e il 1200 d.C.: in Groenlandia (Green­land = Terra verde) si coltivavano viti e ulivi e altrettanto a Terranova (Vinland = terra del vi­no) nel mentre i ghiacciai erano al minimo sto­rico sulla montagne.

Si era forse in quelle due epoche calde (e nelle mille altre precedenti), caratterizzate da temperature assai più alte delle attuali, tutto ciò verificato a causa e per conseguenza del­l’operato dell’uomo?

Quanto alla desertificazione, il Sahara era fi­no all’incirca al 5.000 a.C. verde salvo diventa­re allora, con relativa velocità, quello che anco­ra adesso è. Anche qui per colpa dell’inquina­mento antropico?

Fatto è che dal 1850 – quando ebbe termi­ne la «piccola glaciazione» – è in atto il cosid­detto «Nuovo periodo caldo» che non è certa­mente arrivato al proprio apice ragione per la quale dobbiamo ritenere che, del tutto natural­mente, le temperature medie continueranno a salire per parecchi anni ancora.

A chiudere, due osservazioni connesse a proposito del «buco dell’ozono» e del «Ni­no ». Nessuno può sostenere che il primo non sia sempre esistito dato che in passato non esi­stevano strumenti in grado di verificarlo. Il se­condo, per quanto «scoperto» dalla stampa negli anni Ottanta/Novanta, opera da sem­pre.

Ora, se davvero vogliamo fare qualcosa per cercare di combattere il degrado della Terra, lungi dal preoccuparci per fenomeni da tem­po infinito periodicamente in atto quali i cita­ti riscaldamento e desertificazione, sarebbe bene ci si dedicasse a battaglie molto più ur­genti e invece trascurate quali quelle contro le molteplici azioni umane che davvero vanno sovvertendo lo stato naturale.

Mi riferisco a quelle infinite modifiche del sistema Terra che derivano assolutamente e solo dai perversi e dissennati comportamenti dell’uomo. Per cominciare, ci si dovrebbe bat­tere per il totale divieto di pesca per almeno cinque anni (partendo dal Mediterraneo), da­to che i mari vanno spopolandosi; per una per quanto possibile completa eliminazione degli scarti e dei rifiuti di ogni genere sia in acqua (oceani di plastica, per esempio) sia dovun­que in terra; per un’azione che renda pratica­mente impossibile ogni perdita di petrolio con le conseguenze che sappiamo e che ogni volta dimentichiamo fino al successivo disa­stro.