L. Te., Il Sole-24 Ore 19/8/2009;, 19 agosto 2009
BERNA SI PREPARA A USCIRE DAL COLOSSO
Fatto l’accordo con gli Usa, la Confederazione elvetica potrebbe uscire in tempi molto brevi da Ubs. Questa, almeno, è l’impressione prevalente sulla piazza elvetica. Ieri a Zurigo il titolo Ubs è salito del 2,5%, a 16,9 franchi, un po’ sull’onda dell’attesa dei dettagli dell’intesa negli Usa, un po’ anche per l’aspettativa di un’uscita dello Stato dal capitale della banca.
Un’uscita che secondo voci di mercato potrebbe avvenire nel giro di settimane e che sarebbe un segnale di fiducia nelle possibilità concrete di Ubs di attuare nei prossimi mesi un rilancio, superando le perdite accumulate sin qui. La Confederazione ha di fatto circa il 9% della banca, in quanto ha sottoscritto un prestito obbligazionario convertibile Ubs di 6 miliardi di franchi (circa 4 miliardi di euro). Un aiuto che ha fatto il paio con quello parallelo e più massiccio innescato dalla Banca nazionale svizzera, che ha creato un veicolo ad hoc per decine di miliardi di dollari di titoli tossici Ubs.
Il ministro elvetico delle Finanze, Hans-Rudolf Merz,ha dichiarato più volte che l’intervento diretto dello Stato nel capitale di Ubs andava considerato come temporaneo. Ed ora si stanno appunto creando le condizioni per l’uscita. Da un lato c’è stato il rialzo del titolo Ubs dai minimi, con quotazioni che rendono più possibile la cessione della quota pubblica, probabilmente ad investitori istituzionali internazionali. Dall’altro, appunto, l’accordo negli Usa che dovrebbe porre fine al lungo contenzioso con Washington.