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 2009  agosto 18 Martedì calendario

FUGGITI DALL’ITALIA SCOPRONO GENE ANTICANCRO


Antonio Iavarone e Anna Lasorella denunciarono un caso di nepotismo e si trasferirono negli Usa

MILANO – Tumori del cer­vello, non tutti, e staminali, tut­te, normali e quelle del cancro. Il legame c’è. in un gene e, in particolare, nella proteina che quel gene esprime: Huwe1. La sua funzione? Sarebbe indi­spensabile per la corretta pro­grammazione delle cellule sta­minali del cervello per «matu­rarsi » in neuroni nell’embrio­ne. La stessa proteina (una sco­perta nella scoperta) viene pe­rò eliminata durante lo svilup­po dei tumori del cervello più maligni, i glioblastomi multi­formi, che colpiscono bambini e adulti. Di qui il legame tra sta­minali e tumori: l’inizio e la fi­ne. E per ora dimostrato nei to­pi.

Un successo del Columbia University Medical Center di New York, pubblicato oggi dal­l’autorevole rivista Develop­mental Cell . Copertina dedica­ta. Va bene, dirà qualcuno, i so­liti americani. Ma anche i soliti «cervelli in fuga» italiani. Lo studio è firmato da Antonio Ia­varone e Anna Lasorella. Nomi noti al mondo scientifico mon­diale e all’opinione pubblica ita­liana. Già coppia brillante della nostra ricerca, fuggita negli Sta­ti Uniti denunciando un caso di nepotismo universitario ai loro danni. O meglio ai danni della nostra ricerca, perché lo­ro sono andati avanti e anzi a New York formano giovani ita­liani nella loro équipe.

La scoperta di Iavarone-Laso­rella potrebbe portare a nuove cure contro i tumori al cervello e contro le malattie neurologi­che degenerative. Durante la formazione del cervello nel­l’embrione, le cellule staminali del futuro sistema nervoso si dividono ad una velocità mol­to alta prima di trasformarsi dando origine alle cellule ner­vose «mature», i neuroni. Per­ché questo processo avvenga in maniera corretta, le proteine che mantengono le cellule nel­lo stato staminale ed immaturo devono essere eliminate. Per capire come una cellula nervo­sa possa diventare maligna i due gruppi di ricercatori guida­ti da Iavarone e Lasorella sono partiti dallo studio delle cellule staminali normali. In queste cellule, la proteina Huwe1 fun­ziona normalmente in un com­plesso processo biologico che porta sia alla distruzione di pro­teine non più necessarie, sia al­la maturazione delle staminali in neuroni, sia a impedire lo sviluppo di tumori nel cervel­lo. Anna Lasorella ha potuto di­mostrare che nel topo, in assen­za di Huwe1, le cellule stamina­li si moltiplicano in modo in­controllato per cui la formazio­ne dei neuroni è compromessa e lo sviluppo del cervello proce­de in modo anomalo. E qui su­bentra Iavarone: poiché sia le cellule staminali sia le tumorali condividono la capacità di cre­scere molto rapidamente, è scattata l’ipotesi che l’attività di Huwe1 potesse essere defici­taria nelle cellule dei tumori del cervello. Sono stati analizza­ti e confrontati i livelli di Hu­we1 nel cervello normale e in quello malato: l’attività di Hu­we1 (gene e proteina) è real­mente molto più bassa nei tu­mori. Per provare ciò c’è volu­to un algoritmo particolare cre­ato da un altro italiano: Andrea Califano, responsabile del Cen­tro di Bioinformatica applicata allo studio dei tumori alla Co­lumbia University.

Insomma, il tumore è come se «espellesse» il gene che esprime questa proteina chia­ve. Così facendo resetta i neuro­ni riportandoli a zero, come le staminali ma impossibilitate a ridiventare neuroni.

M. Pap.