Marinella Venegoni, La stampa 18/8/2009, 18 agosto 2009
L’ETERNO CROONER DELL’ESTATE
Chissà perché, nell’infernale tritatutto che ha demolito nelle lunghe stagioni estive pure il gusto della memoria, chissà perché si è salvato il cantante confidenziale Fred Bongusto, pochissimo ricordato anche se ha segnato davvero un’epoca: la saga delle sue canzoni stagionali è stata molto lunga rispetto alle previsioni consolidate di genere, ha coperto quasi due decenni, a partire almeno da Malaga del ’63 («il mio amore è nato a Malaga...»), per arrivare alla Rotonda sul mare del ’64 e scivolare poi fino al 1973 con Tre settimane da raccontare («brillanti sparsi sulla pelle bionda/Tu esci come Venere da un’onda/Ti butti sulla sabbia/sei bella che fai quasi rabbia»), il brano che più risentiva dei rischi di maniera nel tenere vivo il filone, e che non a caso fu l’ultimo eclatante successo estivo; seguì Questo nostro grande amore scritta con Califano nel ’72 e l’ultimo botto fu nel ’76 La mia estate con te, che non ebbe il successo sperato.
Il crooner di Campobasso, che oggi ha 74 anni, non correva dietro ai ritmi e agli americanismi, in questo ramo. Esibiva per le vacanze uno stile piano e un po’ flautato, ampie melodie di impianto classico, con sfogo di violini e coretti, come se negli anni non volesse mai muovere i fedelissimi dalla mattonella in quel ballo della rotonda sul mare che gli aveva dato ampia fama. Spingeva sul pedale dei sentimenti da spiaggia dei più adulti, sull’abbandono dell’amata o sulla visione celestiale di lei che esce dal mare: un romantico a tutto tondo, non adatto neanche nel revival forse, in questi tempi così spicci e cinici. Così, di Bongusto si ricorda solo e sempre Spaghetti a Detroit (Che faceva: «Spaghetti, pollo insalatina e una tazzina di caffè/a malapena riesco a mandar giù»), del ’72: divertente, ma gli somiglia meno delle sue estenuate canzoni estive.