Maurizio Ricci, la Repubblica 18/8/2009, 18 agosto 2009
MATERIE PRIME BOOM COSI’ LA FINANZA PUNTA SULLA RIPRESA
Se la situazione congiunturale procederà per il verso giusto o quella nei mercati finanziari sarà buona, potremmo realizzare la fusione con Porsche nel 2010
ROMA - Fra alti e bassi, i mercati delle materie prime tornano roventi. Nonostante le oscillazioni, il petrolio viaggia ancora ad un prezzo al barile che è il doppio di quello di febbraio. Il rame è lontano dai quasi 9 mila dollari a tonnellata di un anno fa, ma, sopra i 6 mila dollari, è al doppio dei 3 mila dollari la tonnellata della quotazione di dicembre. L´alluminio è ai massimi degli ultimi nove mesi. Il nickel è tornato al livello di un anno fa. E´, o no, la campana della ripresa?
Di solito, il mercato delle materie prime è un indicatore importante. In fondo, il rame è un buon termometro dell´industria delle costruzioni, l´alluminio di quella dell´auto e degli aerei, il nickel della siderurgia. Ma, nonostante il gran parlare dei "germogli" della ripresa, i numeri dell´economia reale non giustificano ancora una corsa alle materie prime: la domanda delle industrie non c´è. Quello che è già tornato ai livelli di un anno fa, invece, è l´investimento finanziario nelle materie prime. Secondo Barclays Capital, a giugno c´erano già oltre 200 miliardi di dollari investiti in titoli indicizzati e derivati relativi alle materie prime. E´ il 25 per cento in più di marzo e, più o meno, il livello del settembre 2008. E la cifra non tiene conto dell´attività degli hedge funds.
Insomma, il miniboom delle materie prime non vuol dire che c´è la ripresa, ma, piuttosto, che la finanza sta scommettendo sulla ripresa. Il risultato è che i prezzi delle materie prime sono già ai livelli che gli analisti prevedevano per il 2010, quando l´economia mondiale dovrebbe riprendere a muoversi. Il boom, però, potrebbe rivelarsi assai fragile e lo scossone di ieri potrebbe essere solo un anticipo: in Cina si parla già di sovraproduzione di acciaio.