Silvia Fumarola, Repubblica.it, 15/8/2009, 15 agosto 2009
Quando la tv fa moda, i film ci dicono cosa indossare - ROMA - Poco importa se solo le più fortunate col vitino da vespa possono indossare abiti con gonne a corolla; se per portare i vestiti come Jackie Kennedy bisogna avere le braccia di Carla Bruni; se per svettare su scarpette dal tacco a spillo dev’essere inclusa una caviglia degna di questo nome
Quando la tv fa moda, i film ci dicono cosa indossare - ROMA - Poco importa se solo le più fortunate col vitino da vespa possono indossare abiti con gonne a corolla; se per portare i vestiti come Jackie Kennedy bisogna avere le braccia di Carla Bruni; se per svettare su scarpette dal tacco a spillo dev’essere inclusa una caviglia degna di questo nome. La tv comanda, e milioni di fashion victim - non a caso si chiamano così - hanno deciso che la prossima stagione sarà all’insegna degli anni 60, quelli rappresentati nella serie cult che ha spopolato in America, Mad men (gli uomini di Madison Avenue la strada delle grandi agenzie pubblicitarie). Uno stile retrò rassicurante, genere gonna-camicetta-filo di perle, twin set color pastello, chemisier con cinta color cocker o oliva, pantaloni a sigaretta che uccidono la coscia mediterranea, abiti da ballo che ti fanno sembrare un gioioso paralume. Il ritorno al passato, la voglia di ordine e bon ton, la moda borghese del completo scuro con gilet per lui e del tailleur da eterna signora bene per lei, è esplosa nelle vetrine di Manhattan come la novità della stagione autunno-inverno. Non è un caso che i modelli ispirati alla serie trionfano nelle vetrine di Banana Republic, celebre catena di abbigliamento newyorchese. E la voglia di anni 60, c’è da scommetterci, prenderà piede anche in Italia. Lo stile Mad men, telefilm che ripropone l’uomo maschilista e le donne vittime sacrificali, tra cocktail, psichiatri e case perfette, è il tema del momento sui giornali americani, che analizzano il potere della fiction sull’immaginario del pubblico. Non è una novità che cinema e televisione abbiano ispirato milioni di spettatrici e spettatori con risultati spesso discutibili (negli anni 80 attempati seguaci di Don Johnson in Miami vice osavano completi bianchi con spaventose camicie hawaiane), che il potere di un divo inarrivabile abbia avvicinato il grande pubblico (che magari compra le copie) agli abiti dei grandi della moda. il caso di Sex and the city: le creazioni degli stilisti più importanti, indossati dal quartetto di attrici, in versione riveduta e corretta fanno ormai parte della street fashion. Chi ignorava l’esistenza di Manolo Blahnik oggi, grazie a Carrie-Sarah Jessica Parker, conosce a memoria anche i nomi dei modelli delle sue preziosissime scarpe. Se Carrie può indossare mini fucsia con décolleté nere lucide e cappottone di lapin con una certa disinvoltura, fa effetto vedere le sue seguaci nelle stradine di Greenwich Village. Non a caso la stessa costumista della serie, Patricia Field, fiutando l’affare, ha aperto un megastore nell’East Village per chi vuole comprare cimeli e abiti in pieno stile Sex and the city. Una moda barocca, sexy, che è l’esatto contrario del look essenziale inventato da Diane Keaton in Io e Annie di Woody Allen, elegante e snob con ampi pantaloni maschili, gilet e cravatta. Alla fine degli anni Settanta tante donne l’hanno copiata, gli stilisti hanno preso spunto da lei per intere collezioni e ancora oggi quella moda è attuale, legata a un modello di donna sottile e nevrotica. I dettagli contano: il basco di Faye Dunaway in Bonnie and Clyde ha fatto epoca, anche se non tutte avevano i lineamenti perfetti dell’attrice, e del little black dress indossato con grazia impareggiabile da Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany sono state vendute milioni di copie. I modelli active wear , le felpe, i pantaloni sportivi, scelti da Jennifer Beals in Flashdance hanno riempito le strade e le palestre di mezzo mondo. Il fascino esercitato dai divi non è una novità. Nel 1934 in Accadde una notte Clark Gable si levò la camicia mostrando il torace, senza indossare, sotto, la classica maglietta bianca. Le vendite di quel capo di biancheria intima crollarono del 75 per cento. Potere dello schermo.