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 2009  agosto 18 Martedì calendario

SOLO PER I TELEFONINI IL BOOM SEMBRA SENZA FINE


ROMA A guardare i numeri, pare che la crisi abbia convinto gli italiani a risparmiare su tutto tranne che su una cosa: il telefonino. Stando alle cifre della Confcommercio, nel corso del 2008 la spesa per comprare un cellulare nuovo è aumentata del 15%. Si è risparmiato sul pane, sulla frutta, sul pesce, sugli elettrodomestici, si è rinviato a tempi migliori il cambio dell’auto e della moto, ma sul telefonino nessuna economia.
Se poi si allunga lo sguardo un po’ più indietro, al periodo fra il 2002 e il 2008, il dato è ancora più clamoroso: in sei anni la spesa è cresciuta del 189%, praticamente si è triplicata. La passione nazionale per il portatile appare ancora una volta confermata dalle statistiche. Ma le statistiche, come sempre, possono nascondere qualche insidia. Siamo proprio sicuri che si tratti di un reale aumento dei consumi?
Come ha fatto notare l’economista statunitense Bill Nordhaus, le rilevazioni sui consumi, sull’inflazione o sul pil sono in parte viziate da una sorta di equivoco. Si confrontano i dati da un anno all’altro, da un decennio all’altro, fingendo di ignorare che i beni a cui ci si riferisce non sono gli stessi. Per esempio: quando si misura l’andamento dei prezzi delle lampadine elettriche, il raffronto è in parte falsato dal fatto che le lampadine di oggi producono più luce di quelle di un tempo, consumano di meno e durano di più. Noi osserva Nordhaus non compriamo lampadine perché vogliamo lampadine: le compriamo perché vogliamo la luce. Quindi, in teoria, sarebbe più utile rilevare il prezzo non della lampadina, ma della sua capacità di generare luce. Ma sarebbe una rilevazione molto difficile e molto opinabile, perciò l’Istat continua a registrare semplicemente il prezzo delle lampadine.
Allo stesso modo, quando leggiamo che la spesa per i telefonini si è quasi triplicata in sei anni bisognerebbe ricordare che la parola ”telefonino” oggi indica un prodotto molto diverso da quello che si acquistava nei negozi sei anni fa. All’epoca era un apparecchio per parlare, per trasmettere sms, al massimo per fare qualche fotografia. Oggi è tutto questo, ma è diventato anche un computer portatile, una videocamera, un lettore mp3 per scaricare e ascoltare la musica.
Secondo l’Osservatorio Mobile Content & Internet del Politecnico di Milano, gli italiani che usano il cellulare per navigare sul web sono 7 milioni. Il 13% della popolazione lo ha fatto almeno una volta nel corso del 2008. Il telefonino cambia funzione, si trasforma in pc e in Ipod, e inevitabilmente assorbe una parte delle spese che in precedenza le famiglie italiane destinavano ad altri prodotti tecnologici.
Più che un aumento dei consumi si potrebbe dunque ipotizzare un loro spostamento su una categoria merceologica diversa: invece di comprare il computer nuovo, si compra lo smartphone. Questo è probabilmente il fenomeno a cui stiamo assistendo da due o tre anni. Ma se l’analisi è corretta, non per questo viene smentita la proverbiale predilezione degli italiani per la telefonia mobile. Come sempre, quando si tratta di cellulari, arriviamo primi. In Europa riferisce ancora la ricerca del Politecnico il nostro paese ha la più alta percentuale di apparecchi 3G (quelli che possono scaricare dati ad alta velocità): ne possiede uno il 41% dei titolari di Sim, contro una media europea del 32%. Cresce l’utilizzo del telefono per comunicare con Facebook o Twitter, per guardare i video, per leggere le ultime notizie.
Insomma se una cosa si può fare con il cellulare, l’italiano la fa. Anche lo sport. Sulla spiaggia di Bellaria, nella riviera romagnola, l’8 agosto è stata organizzata una gara di lancio del telefonino. Hanno partecipato duemila concorrenti.