Enzo dཿAntonio, Novella 2000, n. 33, 13/08/2009, p. 31, 13 agosto 2009
Lo strano caso dell’avvocato contaballe. Raccontano i quotidiani del 19 luglio che re suore salesiane vengono fermate a bordo di una Fiesta lanciata a 180 all’ora verso Aosta, dov’era ricoverato il Papa per una frattura al polso
Lo strano caso dell’avvocato contaballe. Raccontano i quotidiani del 19 luglio che re suore salesiane vengono fermate a bordo di una Fiesta lanciata a 180 all’ora verso Aosta, dov’era ricoverato il Papa per una frattura al polso. Giustificano la fretta sostenendo di essere in pena per il Santo Padre, ma lo zelo non evita la multa alla sorella al volante, detta Suor Tavoletta dal cronista di Repubblica. Il quotidiano dei vescovi, l’Avvenire, decide di indagare. L’episodio viene smentito dalla polizia, ma ne emerge la fonte: una coppia di legali di Bracciano, in provincia di Roma, Giacinto Canzona e Anna Orecchioni. Si scopre che i due non sono nuovi al lancio di questo tipo di notizie. Anzi. Il prete che manda in tilt l’etilometro e dà la colpa al vino con cui ha celebrato quattro messe? Roba loro. La ragazza che lascia il fidanzato per prendere i voti e si ritrova su Facebook in topless, postata per vendetta dall’ex? Roba loro. Roba loro anche la vicenda dei due sposi di Oriolo Romano che chiedono alla Sacra Rota l’annullamento del matrimonio per ”indegnità del celebrante”, un prete rivelatosi pedofilo. I due avvocati, però, sono i legali che si occupano della difesa dei personaggi finiti sui giornali. ”Difesa” e li sbattono in prima pagina? Ce n’è abbastanza per andare in confusione. Secondo Giacinto Canzona, 35 anni, «i casi sono tutti veri, ma sui giornali non ci sono i nomi completi degli interessati, bensì le iniziali, perché le notizie sono state date prima dei procedimenti legali». Che, anzi, sono esattamente ciò che loro vogliono scongiurare. In questo modo: «Prima di andare in causa, diffondiamo le notizie usandone l’impatto mediatico come deterrente. In questo modo le procedure si velocizzano». Comunque, Canzona, che porta al collo il simbolo della pace francescana, tiene ad aggiungere: «Ci ha amareggiato che l’Avvenire abbia messo in dubbio la nostra buona fede: siamo stati noi a lanciare una campagna contro film come Il codice da Vinci e Angeli e demoni, quelli sì contrari al cattolicesimo. Certo, ora, dopo questo effetto domino, ci siamo accorti di aver peccato di leggerezza. Anche se gli approfondimenti toccherebbe farli a chi pubblica. Siamo avvocati, non giornalisti». Avvocati con il senso della notizia. Le cause più strane se le accaparrano tutte loro.