Marina Verna, La Stampa, 18/8/2009, 18 agosto 2009
SOLA NEGLI OCEANI A 13 ANNI
Laura ha fretta, il tempo stringe. Ha solo tredici anni, ma non può permettersi di aspettare, deve assolutamente partire il primo settembre. «Non sono l’unica a pensare al record, c’è tanta concorrenza in giro, devo spicciarmi».
Il viaggio che sta preparando, da un molo dell’Olanda, è il giro del mondo a vela in solitaria. Su una barca che si chiama «Guppy» - il nome di un pesce tropicale d’acqua dolce -, è lunga 8,3 metri, larga 2,7 ed è costata cinquantamila euro. Laura Dekker vuole essere la più giovane di tutti i tempi a circumnavigare il mondo, battere Zac Sunderland, un californiano di 17 anni rientrato a giugno a Los Angeles dopo quattrocento giorni sul suo 11 metri. Il recordman da battere. «Non avrò 13 anni per sempre», dice Laura. Non teme le tempeste né i pirati né la solitudine o la stanchezza. Teme i rivali.
E’ abituata a bruciare le tappe. E’ nata sulla barca a vela dei suoi genitori, che navigavano al largo della Nuova Zelanda. Ha gattonato tenendosi alle scotte. A sei anni manovrava una Jolle, a dieci scopriva il mare aperto, a undici andava dall’Olanda in Inghilterra. «Va a vela come un professionista - dice il padre, grande skipper e primo sostenitore dell’impresa -. Non ho timori per questo suo giro del mondo, sa quello che fa e ha il satellite in cabina, in caso di bisogno chiama e i soccorsi possono arrivare in fretta».Tra Laura e il suo record c’è però un ostacolo: l’autorità scolastica. Preoccupata non per la vita, ma per l’istruzione della ragazzina. «Perderebbe troppe lezioni - dice la portavoce della scuola di Utrecht dov’è iscritta -. Non possiamo permetterlo, in Olanda c’è l’obbligo scolastico fino a 16 anni».
Si può fare un’eccezione, visto che i genitori sono d’accordo? Tutta l’Olanda ne discute e il quotidiano «Algemeen Dagblad» ha voluto verificare l’umore del Paese con un sondaggio tra i lettori: il 77 per cento è assolutamente contrario, ritiene che quel viaggio vada proibito, a costo di togliere ai genitori la patria potestà.
Quelli però non demordono: appellandosi a precedenti viaggi di famiglie intorno al mondo - autorizzati dalle scuole, con libri e quaderni a bordo e gli insegnanti collegati via email - hanno fatto domanda analoga per la loro figlia. Respinta. «Questo è un caso diverso - ha spiegato la portavoce -. Qui non c’è una famiglia normale, che a bordo continua la sua vita seguendo i figli nei compiti. Qui c’è una ragazzina di 13 anni sola in mezzo all’oceano, che avrà mille cose di cui preoccuparsi, altro che studiare. Non basta Internet, non basta qualche telefonata saltuaria per assolvere all’obbligo scolastico. E la legge parla chiaro: chi non manda i figli a scuola viene perseguito legalmente». Se a settembre Laura non si presenterà, le autorità interverranno.
Lei non si arrende: «Oggi la gente non è più abituata alle imprese fuori dal comune». Ha tracciato la rotta, la geografia la imparerà di sicuro: dall’Olanda al Marocco, da dove affronterà la traversata atlantica. Nel Pacifico entrerà dal canale di Panama, poi passerà a Nord dell’Australia, costeggerà lo Sri Lanka e l’India arrivando al Mare Arabico.
Questa sarà la parte più difficile del viaggio: per arrivare al Mar Rosso e di lì, attraverso il Canale di Suez, entrare nel Mediterraneo, dovrà attraversare il Golfo di Aden e portarsi sotto le coste somale.
Quelle dei pirati. La considereranno una preda facile o basteranno a proteggerla le navi anti-pirati della Marina olandese che incrociano quelle acque nella missione Nato?
E’ la grande incognita del viaggio. Anche Sunderland ha avuto problemi di pirati: li ha incontrati alle Molucche ed è stato salvato dagli australiani.
Ma non è stato questo il difficile del viaggio, ha raccontato ai giornalisti che lo aspettavano al molo di Los Angeles. Il peggio è stata la stanchezza.