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 2009  agosto 18 Martedì calendario

SHOPPING PRIMA DEL VOLO LE VIE DELLA MODA TRASLOCANO IN AEROPORTO

PARIGI - Sono quelli che il viaggio non è arrivare ma partire, soprattutto se hai la fortuna di transitare per un aeroporto internazionale. Quelli che si scambiano indirizzi di terminal come fossero strade. «A Heathrow, non perdere il negozio di cachemire del nuovo terminal 5». Quelli che si presentano per primi al check-in e ultimi a bordo, perché di mezzo c´è il duty free. Quelli che spesso si fanno chiamare con un tono ultimativo: «Il passeggero è atteso all´imbarco». Ecco, loro.
Le compagnie aeree sono in crisi, gli aeroporti no. Merito di questi viaggiatori che non rinunciano a spendere fino a un minuto prima di volare via. Anzi, molti di loro prediligono gli acquisti lontano dal traffico e dalla fretta cittadina. Le vendite nei duty free sono quasi ovunque in aumento. Il "travel retail" è arrivato a 37 miliardi di dollari l´anno scorso, segnando un +8,8%. E anche in Italia il giro d´affari registra un aumento del 5,9%. «La tendenza è incoraggiante» ammette Pascal Bourgue, direttore marketing della società Aéroports de Paris. Nel primo trimestre 2009, le boutique dell´aeroporto hanno aumentato le vendite del 4,4%, fino a raggiungere i 230 milioni di euro, rispetto a un calo dei passeggeri dell´8,7%. Il grande scalo a nord di Parigi concentra in pochi metri quadrati la quintessenza del made in France. «Qui nessuna crisi» conferma un commesso di Hermes. Per gioiellieri come Van Cleef, Cartier e Chaumet, o stilisti come Vuitton, l´aeroporto di Roissy è rimasto un universo felice e protetto dalla recessione.
I primi ad averlo capito, mezzo secolo fa, erano stati due imprenditori americani che aprirono un duty free in Irlanda, scalo obbligato della rotta atlantica. Ancora oggi l´attesa di un aereo, spesso in ritardo, è un tempo troppo prezioso (commercialmente parlando) per non metterlo a frutto. «Dal 2005 abbiamo migliorato l´esposizione e la posizione dei vari negozi» spiega il responsabile marketing di Roissy. Il famoso terminal 2E è diventato meglio di una qualsiasi via del lusso "metropolitana". Tanto che i grandi marchi del lusso litigano per ottenere un posto vicino ai "gate" strategici. Le concessioni più costose sono quelle accanto ai voli in partenza per Russia, Cina e Stati Uniti.
I duty free fanno credere di essere convenienti, anche se molti negozi non sono più "liberi da dazio" come una volta. Per i cittadini che viaggiano all´interno dell´Ue da ormai dieci anni non c´è più lo sconto dell´Iva. E anche per gli altri, dicono gli esperti, la convenienza è relativa. Le nuove regole di sicurezza, che vietano di portare liquidi a bordo, hanno invece incentivato gli acquisti last minute. «Molti passeggeri comprano da noi il Cognac perché sanno che così non dovranno imbarcare il bagaglio» raccontano al negozio Pure et Rare che permette di far viaggiare in cabina le bottiglie dentro a buste sigillate.
In questo non-luogo che è Roissy ci sono anche molte differenze culturali. La società francese Gmv ha studiato i comportamenti dei frequentatori dei duty free e ha consegnato a giugno un rapporto ai dirigenti dello scalo. I turisti russi rappresentano, da soli, il 47% dei consumatori: fanno acquisti "compulsivi" e sono capaci di spendere enormi cifre. Comprano soprattutto alcol e vestiti, e non superano mai 15 minuti di permanenza nella zona commerciale. I cinesi, invece, anticipano l´arrivo all´aeroporto anche di un´ora per poter fare shopping con calma, e acquistano in media quattro oggetti (al primo posto alcol e tabacchi) per ogni volo. I passeggeri in partenza per il continente africano sono fedeli consumatori di profumi e creme. Tutti, o quasi, i frequentatori di duty free ripartono comunque con il più classico dei souvenir: la Tour Eiffel. Ogni anno, l´aeroporto di Parigi ne vende 500mila modellini.