Lastampa.it, cronache, 18/8/2009, 18 agosto 2009
TORINO
Quella casa era tutta la sua vita. E adesso che era stata venduta, Mario Panzica, 69 anni, non si rassegnava a lasciarla. Così ha aperto il gas e ha fatto saltare per aria la villetta a due piani di Settimo Torinese, dove abitava ormai da decenni.
Un’esplosione violenta, che lo ha scaraventato nella piazzetta di fronte uccidendolo sul colpo. Dietro al tragico incidente di questa mattina nel torinese, dunque, potrebbe esserci il dramma di un uomo solo, divorziato dalla moglie, che nel 2004 lo aveva denunciato per minacce.
«Lo sapevano tutti, nel quartiere, che non se ne voleva andare», raccontano i vicini di casa. «Per lui quella casa era ormai diventata un’ossessione - aggiunge - e una volta ha persino detto che, via lui, nessun altro avrebbe goduto quella casa». Gli anni in cui la famiglia Panzica viveva lì felice erano ormai lontani. Il distributore di benzina di fronte alla palazzina, tolto una decina d’anni fa per lasciar posto agli uffici di una finanziaria, non c’era più. E uno dopo l’altra se n’erano andati il figlio Giuseppe, 35 anni, e la moglie Maria Milanesio, 65 anni. Era rimasto in zona soltanto il cognato Giorgio Milanesio, che con la vittima gestiva la pompa di benzina, ma anche con lui i rapporti non erano idilliaci.
«Marito e moglie litigavano spesso», racconta Concetta, un’altra vicina di casa. Al momento dell’esplosione, dormiva nel suo appartamento al quarto piano del condominio di fronte alla villetta crollata. Il colpo l’ha fatta cadere dal letto: «Ho avuto una paura tremenda - dice - pensavo fosse stata una bomba». Erano le 6.56, l’ora su cui si è fermato l’orologio da polso di Panzica. Il suo corpo, dilaniato e carbonizzato, giaceva senza vita sul ciglio della strada - dove un tempo c’era l’area di servizio - scaraventato dall’esplosione ad una cinquantina di metri dalla casa. Era vestito e indossava le scarpe, e vicino c’erano i resti di un accendino. Particolari che potrebbero anche far pensare ad un tentativo dell’uomo di far saltare la casa e poi di scappare.
La Procura della Repubblica ha aperto un’inchiesta. Indagano i carabinieri, che al momento non si sbilanciano. «Fino a quando non sarà ultimata la relazione tecnica dei vigili del fuoco - fanno sapere dal Comando provinciale dell’Arma - non è possibile formulare ipotesi». Scongiurata, invece, la possibilità che sotto le macerie ci fossero altre persone. Per tutta la mattina i vigili del fuoco hanno scavato con l’ausilio di attrezzature speciali, le stesse utilizzate per il terremoto dell’Aquila. Le micro-telecamere e i ”life-detector’ non hanno però rivelato la presenza di corpi. E anche i cani della scuola nazionale cinofili dei vigili del fuoco, per fortuna, non hanno fiutato tracce. Dal Piemonte alla Sicilia.