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 2009  agosto 17 Lunedì calendario

«I TALEBANI AVANZANO PERCHé KARZAI HA FALLITO»


KABUL – «Corruzione e malgoverno sono le cause pri­me dei successi talebani. Solo la rimozione di Karzai e un nuo­vo governo potranno garantire la pacificazione. E solo allora le truppe italiane potranno lascia­re l’Afghanistan, con il resto del contingente internaziona­le ». Sotto un tendone bianco piazzato nel cortile della sua vil­la nel cuore di Kabul, Abdullah Abdullah (49 anni), il maggior contendente di Karzai alle ele­zioni del 20 agosto, ci spiega i punti forti del suo programma incentrato sull’urgenza di un cambio radicale alla guida del Paese. Papà pashtun di Kan­dahar e mamma tajika della val­lata del Panchir, ex figura di punta del fronte anti-talebano negli anni ”90, poi per un breve periodo ministro degli Esteri con Karzai, di recente Abdullah Abdullah sembra aver guada­gnato una popolarità tale da renderlo possibile vincitore.

Come spiega che, a 8 anni dalla fine della guerra, i tale­bani stiano guadagnando ter­reno?

«Karzai nella sua lunga presi­denza ha perso tutte le opportu­nità che ci erano state offerte. Non era mai successo che la co­munità internazionale fosse tanto pronta ad aiutarci. E il Pa­ese era pronto a impegnarsi nella ricostruzione e nella de­mocrazia. Ma corruzione e mal­governo hanno nullificato qual­siasi sforzo. Le occasioni spre­cate non si contano. E i taleba­ni approfittano dei fallimenti del governo centrale. Dove lo Stato non provvede aiuti per i profughi che fuggono dalle zo­ne di combattimento, dove fal­lisce nel fornire i servizi essen­ziali come sanità, educazione, sicurezza, crescita economica, allora inevitabilmente i taleba­ni guadagnano punti. Le loro vittorie si spiegano soprattutto con l’inefficienza dell’ammini­strazione pubblica » .

E lei come intende combat­terla?

«Prima di tutto mi impegne­rò per eliminare la corruzione. Occorre colpire subito i capi, i responsabili della nostra buro­crazia, i dirigenti dei ministeri, i commissari, i giudici e magi­strati. Il crimine maggiore è la corruzione che impera nel mi­nistero degli Interni: da qui na­scono criminalità e terrori­smo » .

Come vede l’attività taleba­na in Pakistan?

« un grosso problema. I ta­lebani sono aiutati all’estero, questo non è un mistero per nessuno. Già dal 2002 gli Stati Uniti si concentrarono sul­­l’Iraq, senza considerare i peri­coli provenienti dallo scenario pakistano » .

Più volte negli ultimi tre an­ni Karzai ha offerto il dialogo al massimo leader talebano, Mullah Omar, in nome della riconciliazione nazionale. Lei, se eletto, farà lo stesso?

«Le aperture di Karzai al Mul­lah Omar sono state ridicole. Ha portato avanti una politica confusa. Un giorno offriva il ra­moscello d’ulivo e l’indomani dichiarava guerra totale».

Ma ne condivide lo spirito?

«Assolutamente no. Cercan­do il compromesso con i taleba­ni, Karzai ha tradito i milioni di elettori che lo avevano votato nel 2004 e scelto il Parlamento l’anno dopo. Quello è stato un voto popolare contro il terrori­smo, un plebiscito contro l’ol­tranzismo religioso e in favore invece dell’Islam moderato, tol­lerante, nel quadro di uno Sta­to democratico » .

Lei cosa farebbe?

«Intendo isolare il Mullah Omar. Certo voglio il dialogo con la comunità pashtun, è par­te integrante del Paese. Ma so­no contro i terroristi. E comun­que qualsiasi progetto di ricon­ciliazione nazionale va attenta­mente pianificato, condiviso, discusso. Non si può fare in modo estemporaneo ed episo­dico nello stile di Karzai».

Cosa dice agli italiani, alle truppe Nato-Isaf, che ogni giorno ormai perdono i loro uomini nel suo Paese?

«Li ringrazio con tutto il mio cuore. La loro è una missione davvero umanitaria. So che in particolare in Europa sono in tanti a pensare di ritirare i loro contingenti. Le vostre opinioni pubbliche non si sanno spiega­re i motivi per cui dovrebbero perdere i loro ragazzi in Afgha­nistan. Ebbene, io chiedo loro di tenerli qui, anzi, domando che mandino più soldati. Qui siamo ancora in emergenza e purtroppo Karzai è il massimo responsabile. La speranza ver­rà però con le elezioni. Credo che ci sarà un cambio di gover­no e allora la situazione si stabi­lizzerà, avvicinando dunque la data di partenza dei vostri sol­dati».

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Abdullah Abdullah, nato a Kandahar 49 anni fa, è il rivale del presidente Hamid Karzai alle elezioni presidenziali afghane in programma il 20 agosto. candidato come indipendente. Ballottaggio: potrebbe arrivare al ballottaggio con Karzai, che è il favorito, ha 51 anni ed il primo presidente democraticamente eletto in Afghanistan nel 2004. Ex ministro: padre pashtun e madre tagika, ex figura di punta del fronte antitalebano negli Anni 90, è stato ministro degli Esteri nel governo con il suo rivale Karzai