Lorenzo Cremonesi, Corriere della Sera, 14/8/09, 17 agosto 2009
«I TALEBANI AVANZANO PERCHé KARZAI HA FALLITO»
KABUL – «Corruzione e malgoverno sono le cause prime dei successi talebani. Solo la rimozione di Karzai e un nuovo governo potranno garantire la pacificazione. E solo allora le truppe italiane potranno lasciare l’Afghanistan, con il resto del contingente internazionale ». Sotto un tendone bianco piazzato nel cortile della sua villa nel cuore di Kabul, Abdullah Abdullah (49 anni), il maggior contendente di Karzai alle elezioni del 20 agosto, ci spiega i punti forti del suo programma incentrato sull’urgenza di un cambio radicale alla guida del Paese. Papà pashtun di Kandahar e mamma tajika della vallata del Panchir, ex figura di punta del fronte anti-talebano negli anni ”90, poi per un breve periodo ministro degli Esteri con Karzai, di recente Abdullah Abdullah sembra aver guadagnato una popolarità tale da renderlo possibile vincitore.
Come spiega che, a 8 anni dalla fine della guerra, i talebani stiano guadagnando terreno?
«Karzai nella sua lunga presidenza ha perso tutte le opportunità che ci erano state offerte. Non era mai successo che la comunità internazionale fosse tanto pronta ad aiutarci. E il Paese era pronto a impegnarsi nella ricostruzione e nella democrazia. Ma corruzione e malgoverno hanno nullificato qualsiasi sforzo. Le occasioni sprecate non si contano. E i talebani approfittano dei fallimenti del governo centrale. Dove lo Stato non provvede aiuti per i profughi che fuggono dalle zone di combattimento, dove fallisce nel fornire i servizi essenziali come sanità, educazione, sicurezza, crescita economica, allora inevitabilmente i talebani guadagnano punti. Le loro vittorie si spiegano soprattutto con l’inefficienza dell’amministrazione pubblica » .
E lei come intende combatterla?
«Prima di tutto mi impegnerò per eliminare la corruzione. Occorre colpire subito i capi, i responsabili della nostra burocrazia, i dirigenti dei ministeri, i commissari, i giudici e magistrati. Il crimine maggiore è la corruzione che impera nel ministero degli Interni: da qui nascono criminalità e terrorismo » .
Come vede l’attività talebana in Pakistan?
« un grosso problema. I talebani sono aiutati all’estero, questo non è un mistero per nessuno. Già dal 2002 gli Stati Uniti si concentrarono sull’Iraq, senza considerare i pericoli provenienti dallo scenario pakistano » .
Più volte negli ultimi tre anni Karzai ha offerto il dialogo al massimo leader talebano, Mullah Omar, in nome della riconciliazione nazionale. Lei, se eletto, farà lo stesso?
«Le aperture di Karzai al Mullah Omar sono state ridicole. Ha portato avanti una politica confusa. Un giorno offriva il ramoscello d’ulivo e l’indomani dichiarava guerra totale».
Ma ne condivide lo spirito?
«Assolutamente no. Cercando il compromesso con i talebani, Karzai ha tradito i milioni di elettori che lo avevano votato nel 2004 e scelto il Parlamento l’anno dopo. Quello è stato un voto popolare contro il terrorismo, un plebiscito contro l’oltranzismo religioso e in favore invece dell’Islam moderato, tollerante, nel quadro di uno Stato democratico » .
Lei cosa farebbe?
«Intendo isolare il Mullah Omar. Certo voglio il dialogo con la comunità pashtun, è parte integrante del Paese. Ma sono contro i terroristi. E comunque qualsiasi progetto di riconciliazione nazionale va attentamente pianificato, condiviso, discusso. Non si può fare in modo estemporaneo ed episodico nello stile di Karzai».
Cosa dice agli italiani, alle truppe Nato-Isaf, che ogni giorno ormai perdono i loro uomini nel suo Paese?
«Li ringrazio con tutto il mio cuore. La loro è una missione davvero umanitaria. So che in particolare in Europa sono in tanti a pensare di ritirare i loro contingenti. Le vostre opinioni pubbliche non si sanno spiegare i motivi per cui dovrebbero perdere i loro ragazzi in Afghanistan. Ebbene, io chiedo loro di tenerli qui, anzi, domando che mandino più soldati. Qui siamo ancora in emergenza e purtroppo Karzai è il massimo responsabile. La speranza verrà però con le elezioni. Credo che ci sarà un cambio di governo e allora la situazione si stabilizzerà, avvicinando dunque la data di partenza dei vostri soldati».
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Abdullah Abdullah, nato a Kandahar 49 anni fa, è il rivale del presidente Hamid Karzai alle elezioni presidenziali afghane in programma il 20 agosto. candidato come indipendente. Ballottaggio: potrebbe arrivare al ballottaggio con Karzai, che è il favorito, ha 51 anni ed il primo presidente democraticamente eletto in Afghanistan nel 2004. Ex ministro: padre pashtun e madre tagika, ex figura di punta del fronte antitalebano negli Anni 90, è stato ministro degli Esteri nel governo con il suo rivale Karzai