Luigi Grassia, La Stampa, 12/8/2009, 12 agosto 2009
UN RECORD ITALIANO IL CELLULARE CI COSTA IL TRIPLO CHE IN OLANDA
La telefonia mobile italiana è fra le più care d’Europa: per usare il cellulare in Italia, con abbonamenti o schede prepagate, si spende (a parità di chiamate) il triplo dell’Olanda, che è uno dei Paesi più virtuosi da questo punto di vista. Non è una mera curiosità statistica. Il costo delle telefonate, in particolare di quelle fatte con i cellulari, è fra le poche voci che l’Istat segnala come stagnante o in lieve regresso in Italia nel lungo periodo, grazie alla maggiore concorrenza fra compagnie, al progresso tecnologico e alle economie di scala che tagliano i costi; ma l’Ocse, che è l’organizzazione dei Paesi economicamente più sviluppati, ci informa che veniamo fregati anche in questo settore, perché il confronto internazionale (almeno in ambito europeo) suggerisce che anche nella telefonia cellulare i prezzi italiani potrebbero essere molto più bassi.
In particolare: secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, chi in Italia fa del suo telefonino un uso catalogato come «medio», cioè nell’arco di un anno telefona per 780 minuti e fa 600 messaggini Sms e 8 messaggi multimediali Mms, paga tre volte di più di un utente olandese. In Europa ben 16 Paesi risultano telefonicamente più convenienti di noi in questa categoria mediana mentre solo Germania, Spagna e Grecia stanno peggio dell’Italia. Chi fa del cellulare un uso «moderato» (360 minuti l’anno di conversazione, più 396 Sms e 8 Mms) spende in Italia l’equivalente di 195,23 dollari all’anno contro i 50,31 della Danimarca, la più conveniente; e pure qui la nostra posizione in classifica è tra le peggiori d’Europa.
Va anche detto che in Italia risparmia (in proporzione) chi telefona di più: il profilo di telefonia mobile ad alto consumo (chiamate per 1680 minuti l’anno, 660 Sms e 12 Mms) vede il consumatore italiano spendere qualcosa meno della media Ocse, con 465,44 dollari contro 489,14; però perdiamo posizioni anche in questa categoria se ci paragoniamo non con tutti i Paesi dell’Ocse ma con quelli europei.
Il rapporto dell’Ocse non considera le promozioni, le chiamate gratuite, le offerte e i servizi scontati come avviene per le telefonate tra familiari, colleghi o verso un numero preferito, perché le variabili da inserire sarebbero diventate troppo numerose e il confronto impossibile.
Lo studio dice anche che fra il 2006 e il 2008 (anno al quale si riferiscono i numeri citati sopra) i prezzi in sede Ocse sono diminuiti in media del 21% per un uso moderato del cellulare, del 28% per un uso medio e del 32% per consumi alti. Ma da noi in Italia non sono scesi abbastanza.