Emiliano Dario Esposito, la Repubblica, 12/8/2009, 12 agosto 2009
CELLULARI, LE TARIFFE ITALIANE NON CONVENGONO PIU’
ROMA - Non c’ è crisi che tenga: tra gli italiani e il cellulare è sempre amore. Il decimo rapporto dell’ Ocse "Communications Outlook 2009" - pubblicato ieri dall’ istituto di Parigi- registra nei 29 Paesi dell’ area un deciso incremento delle utenze, dovuto soprattutto ad un generale abbassamento delle tariffe da parte degli operatori. In Italia il calo dei prezzi è meno significativo, ma al caro-tariffe comunque corrisponde una diffusione dei cellulari senza precedenti. Nella classifica delle Nazioni più costose, un po’ a sorpresa L’ Italia si colloca al nono posto nell’ area Ocse. In un’ ipotesi di traffico annuo medio (stimato in 780 minuti, 600 smse8 mms) la nostra spesa è di 278 euro, contro una media negli altri Paesi invece ferma a 224. Il confronto è impietoso se fatto con i più fortunati: un italiano paga per il telefonino tre volte di più di quanto faccia un utente olandese, finlandese o svedese. Va meglio soltanto rispetto a Usa, Spagna e Canada, dove si arriva a spendere anche 450 euro l’ anno. Una situazione che si riconferma (anche in peggio) per chi usa poco il telefonino, mentre un utente dal profilo ad alto traffico è leggermente favorito in Italia rispetto alla media dei Paesi sviluppati. Eppure,a fronte di queste tariffe, laddove nelle Nazioni Ocse si registrano 96,1 utenze di telefonia cellulare ogni 100 abitanti, i numeri dell’ Italia sono straordinari: 151 ogni 100 abitanti, primato assoluto. Il numero comprende le tante Sim che compriamo solo per aderire ad offerte vantaggiose e che poi restano, in molti casi, nei cassetti. Spente, silenti. Con un miliardo e 140 milioni di utenze a tutto il 2007, e una crescita annuale intorno al 10%, la telefonia mobile sta diventando comunque la più importante realtà nel settore delle telecomunicazioni. Sempre nel 2007, ad essa erano attribuibili il 41% dei ricavi del settore, quasi il doppio di quanto non si registrasse soltanto dieci anni prima. significativo il dato sul totale dei nuovi contratti telefonici sottoscritti: il 61% di essi sono di telefonia mobile, mentre solo il 26% riguardano linee fisse, l’ esatto contrario di quanto non accadeva nel 2000. Del resto, tra il 2005 e il 2007, nella maggior parte dei paesi Ocse sono state effettuate più telefonate da cellulari che non da telefoni fissi. Al di là del calo delle tariffe, la crisi dell’ ultimo biennio non ha investito il settore anche grazie alla gran mole di investimenti effettuati dagli operatori del settore, arrivati nel 2007 a toccare quota 130 miliardi, con un incremento annuo intorno al 9%. Soldi spesi per trasformare il cellulare, da semplice oggetto che telefona, in un computer portatile che gestisce le e-mail e naviga sul web. - EMILIANO DARIO ESPOSITO