La Stampa 13/8/2009, 13 agosto 2009
Diabolico Tar del Lazio, oggi passa per ultima trincea dell’anticlericalismo, come già accadde ai loro colleghi milanesi quando si espressero sul caso Eluana e autorizzarono il distacco delle macchine, ma ieri era «nemico» dell’associazione italiana arbitri perché ha riammesso per sentenza il fischietto Gianluca Paparesta, rimasto impelagato (ingiustamente) nello scandalo di Calciopoli, e l’altro ieri «amico» del ministero del Tesoro perché ha respinto un ricorso dei consumatori del Codacons che voleva fissare un tetto al Superenalotto
Diabolico Tar del Lazio, oggi passa per ultima trincea dell’anticlericalismo, come già accadde ai loro colleghi milanesi quando si espressero sul caso Eluana e autorizzarono il distacco delle macchine, ma ieri era «nemico» dell’associazione italiana arbitri perché ha riammesso per sentenza il fischietto Gianluca Paparesta, rimasto impelagato (ingiustamente) nello scandalo di Calciopoli, e l’altro ieri «amico» del ministero del Tesoro perché ha respinto un ricorso dei consumatori del Codacons che voleva fissare un tetto al Superenalotto. Poteri e misteri del tribunale amministrativo regionale più importante d’Italia. Grazie alla posizione geografica, il Tar di Roma si esprime su tutte le decisioni che vengono prese nella Capitale. Ma così, ovviamente, questi giudici amministrativi finiscono per avere un ruolo cruciale sugli atti del Palazzo. E non manca mai materia per polemiche. Ogni decisione del Tribunale amministrativo può avere conseguenze immani. Una delle ultime decisioni, per dire, ha riguardato il Piano Case della Protezione civile, in esecuzione all’Aquila: una società che aveva partecipato all’asta, ha fatto ricorso e ha chiesto di sospendere la gara. Se i giudici amministrativi avessero accolto la richiesta, sul terremoto si sarebbe fermato tutto e addio case per gli sfollati entro l’autunno. Per fortuna di Bertolaso, ma anche della gente, il ricorso è stato poi rigettato e all’Aquila i lavori possono procedere. Sempre il Tar del Lazio è stato appena interpellato da un cartello di sindacati, associazione di consumatori, commercianti e imprenditori, che sono in guerra con il sindaco di Palermo per il raddoppio dell’addizionale Irpef in città. E siccome il sindaco Cammarata può farlo in forza a un’ordinanza di Palazzo Chigi, gli avvocati sono arrivati a Roma per tentare di bloccarla. La forza del Tar del Lazio, dunque, è questa. Possono annullare - zac! - la circolare ministeriale che blocca per cinque anni l’adozione dei libri di testo nelle scuole, riconoscendo l’autonomia dei docenti, e addio pugno duro della Gelmini con il caro-libri. Oppure cancellare il decreto del ministero dell’Agricoltura che rivede l’area dei vigneti del Moscato doc - zac! - e Asti, nonostante il nome, rimane fuori dal perimetro della doc. O ancora, basta un tratto di penna - zac! - e si cancella il regolamento comunale che dispone l’identificazione dei rom che vogliano accedere ai campi nomadi di Milano e di Roma, vanificando tutta la politica in materia del ministro Roberto Maroni. Con un provvedimento del Tar, qualche anno fa, che aveva cancellato un’ordinanza della presidenza del Consiglio - zac! - addirittura ci fu la rivolta dei bar in tutt’Italia che non accettavano più i buoni-pasto. Non c’è carriera di militare, disposizione della Rai, decisione del Coni o ricorso di dipendente pubblico che non finisca, in un modo o nell’altro, davanti ai giudici amministrativi del Lazio. Nel solo 2008, ricordava qualche tempo fa il presidente Giorgio Giovannini, il suo tribunale ha definito 12.000 giudizi, 5.565 ordinanze cautelari, 872 decreti presidenziali urgenti. «Un’attività svolta in piena riservatezza, rifuggendo da interventi mediatici estemporanei». Ma siccome il Tar del Lazio è una specie di imbuto istituzionale, dove prima o poi ricorrono tutti gli italiani, ci sono ben 160.000 ricorsi pendenti. «Una mole enorme - disse Giovannini - alla quale abbiamo tentato di far fronte attraverso l’accorpamento dei ricorsi seriali, la trattazione congiunta di ricorsi connessi, udienze tematiche ed altro».