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 2009  agosto 17 Lunedì calendario

OSSEZIA, LE MANI DELLA MAGFIA SULLE MACERIE DELLA GUERRA


Commovente, anacronistico, rivendicativo quel «grazie, Russia» che campeggia su un gigantesco cartellone all´ingresso di Tskhinvali. E l´altro? «Ricordatevi di coloro che vi hanno salvato»: è o non è un velato rimprovero per chi ha la memoria corta o è ingrato nei confronti dei soldati russi (qui ritratti in tuta mimetica) che si prodigarono un anno fa per scacciare l´odiato invasore georgiano? Infine, la stoccata politicamente corretta in queste ribelle lande: «Le due Ossezie sono inseparabili», quella del Nord (russa) che abbraccia quella del Sud appena emancipata dal gioco di Tblisi, unione simbolicamente evocata dalla vigorosa stretta di mano di due guerrieri alani - la Storia è imperitura miscela di patriottismo - sullo sfondo di splendide montagne innevate. «Costruiamo insieme!», invita infine un cartello meno ambizioso al cancello del cantiere che sarà battezzato «Moskovskij», ossia di Mosca: un quartierino di villette a schiera donate dalla capitale russa.
Diciamo la verità: come promozione dell´Ossezia del Sud, tutto ciò lascia molto a desiderare. Siamo un po´ al tempo dei soviet. Non convince nemmeno i russi, che pure ne sono i beneficiari. Ed infatti, l´Ossezia del Sud (in tandem con la repubblica secessionista «sorella» dell´Abkhazia) per migliorare la propria immagine internazionale, ha concluso ieri un contratto con l´agenzia americana Saylor Company. Obiettivo principale, «far ricordare al mondo il crudele attacco delle truppe georgiane a Tskhinvali, raccontare come l´esercito russo ha salvato la popolazione civile dell´Ossezia del Sud, opporsi alla costosa ed aggressiva politica informativa svolta dal governo georgiano». I pierre Usa dovranno spiegare all´Occidente che «l´indipendenza dalla Georgia, dopo quello che è successo, è definitiva». Non sarà gratis: ciascuna repubblica pagherà 30mila dollari mensili (in verità, il conto verrà saldato dal Cremlino), in cambio i pierre Usa cercheranno di rendere presentabile agli occhi dell´opinione pubblica occidentale quello che oggi, francamente, lascia assai a desiderare. Pure nei dettagli. Per esempio, l´ufficio delle Poste di Tskhinvali non possiede francobolli nazionali. Per spedire una cartolina occorre incollare francobolli russi: alla faccia dell´indipendenza. Come mai? «E´ così», ti rispondono alle Poste con un po´ di imbarazzo. Epperò, anche se si considerano a casa loro, i russi non è che siano molto contenti di come stiano andando le cose: che fine hanno fatto i 10 miliardi di rubli stanziati da Medvedev?
Come risponderanno i pierre Usa? Avranno il loro bel daffare per convincere che tutto è stato speso secondo criteri di ragionevole priorità. Spiegare che la piccola, graziosa stazione ferroviaria di piazza Voksalnaja è una di queste priorità. Perché allora c´è una biglietteria (esterna) che vende solo ticket per autobus? «Perché qui di treni non ne passano più da anni», gli direbbe il vecchio Aslan ai pierre stellestrisce, indicando i binari arrugginiti e inutili. Un tempo, questa stazione era l´ultima di una linea che collegava l´Ossezia del Sud alla Georgia, quando facevano parte dell´Urss. Ora è solamente una ferrovia morta.
Uccisa due volte. Dalla guerra. E dalla precaria pace. No, non sono affatto da invidiare i P.R. della Saylor company. Perché sono stati spesi milioni per la stazione? Non sarebbe stato meglio dirottare quei soldi per rifare qualcuna delle 3533 case distrutte o danneggiate dalla guerra dell´agosto 2008? vero che nessuna casa privata è stata ricostruita e che i pochi interventi effettuati riguardano alcuni palazzi residenziali? Non parliamo della sanità. Lì, altro che operazioni di sofisticato marketing. Ci vorrebbe un miracolo per convincere che l´ospedale Repubblicano Centrale di Tskhinvali è ritornato in piena efficienza. Visto da lontano, sembra in effetti una clinica svizzera. Ma l´occhio inganna. l´effetto pannelli di plastica Siding che ricoprono la struttura esterna dell´edificio, pesantemente colpita dai mortai e dalle cannonate. Tanto luminoso fuori, quanto buio dentro: la luce elettrica è un optional. Il gasolio per il generatore è centellinato. Il bello è che Valentina Matvienko, la governatrice di San Pietroburgo molto amica di Putin, aveva promesso sostanziosi aiuti perché tornasse in efficienza.
L´implacabile corruzione locale ha indignato Medvedev il giorno della sua visita a Tskhinvali, il 13 luglio. Il malaffare e i clan si sono avventati sulla torta degli aiuti russi. Dal primo gennaio ad oggi sei abitanti di Tskhinvali si sono impiccati tra le macerie delle loro case. Avevano perso ogni speranza. Tutto o quasi è rimasto come un anno fa. L´acqua corrente, per esempio, viene erogata un´ora al mattino e un´ora alla sera. I black-out elettrici sono la norma: l´economia ossetina del sud si è ridotta dell´80 per cento. La Russia si affanna a dire che vuole aiutare e non occupare, che ha mobilitato importanti risorse finanziarie. Peccato che le virtuose intenzioni si siano arenate nella fanghiglia di Tskhinvali, come le monete di Pinocchio seppellite nel campo dei miracoli. E lì, sparite. Rubate dal Gatto e dalla Volpe. Qualche gatto a Mosca, molte volpi a Tskhinvali.