Giuliano Balestreri e Maximilian Cellino, Il Sole-24 Ore 14/8/2009;, 14 agosto 2009
DAL JACKPOT UNA CASCATA DI DIAMANTI
La fuga del 6, latitante dal 31 gennaio continua. Così come continua il sogno dei tanti che vogliono entrare nel magico mondo dei Paperoni per trasformare la propria vita più che in un’opera d’arte in un reality show senza accontentarsi degli ormai abusati 15 minuti di celebrità.
Poco importa che l’inseguimento matto e disperato della sestina dorata nel frattempo abbia solo arricchito le casse dello stato (che da inizio febbraio ha incassato oltre 820 milioni di euro) e di Sisal che ha raccolto quasi 1,7 miliardi di euro, 120 milioni solo da inizio agosto. Ancora meno importa al popolo dei giocatori che le vincite, compreso il 6 di gennaio, si siano fermatea 580 milioni. Ma forse non poteva andare in maniera diversa. In fondo solo una combinazione su 622 milioni permette di aprire la porta della ricchezza. Molto più facile che la Terra venga distrutta da un asteroide, ma a questo è meglio non pensare perché in fondo con una sola possibilità su 24 milioni per gli scenziati si trattadi un’eventualità quasi da non considerare.
Eppure ci sono decine di migliaia di Mister X che da giorni si mettono in diligente attesa davanti alle tabaccherie. Aspettano il loro turno e poi tracciano in modo veloce, quasi di nascosto perché nessuno possa copiarli, un segno sulla schedina magica. Frammenti di vita quotidiana che si ripetono a nord e sud, senza contare le centinaia di turisti della fortuna o i più banali frontalieri che da Chiasso si ritrovano a giocare a Como, quelli che da Mentone si spostano a Ventimiglia, proprio come gli sloveni in piazza dell’Unità d’Italia a Trieste. Curioso pensare come le cose cambino all’improvviso: di solito erano i friulani a varcare le frontiere per risparmiare qualcosa sulle sigarette.
Il sogno però di entrare nell’Olimpo dei multimilionari, di sedersi al tavolo con donne bellissime, uomini potentissimi è irresistibile. Quasi come l’Anello del Potere inseguito da Gollum nel Signore degli Anelli. Forse di più. Anche perché i 135,9 milioni di euro messi in palioadesso valgono un record europeo. Solo il Powerball americano riesce a fare meglio, ma questo si sa: in America è tutto più grande, dagli hamburger alle freeway, fino ai jackpot.
Prima di poter dar sfoggio della nuovo patrimonio, lo Zio Paperone d’Italia dovrà dare prova di pazienza perché Sisal – per regolamento – non paga prima di due mesi. In fondo 136 milioni di euro mica si tengono in casa. Bisognerà quindi sbrigare qualche pratica burocratica, ma si potrebbe anche chiedere di farlo – a pagamento ”a qualcuno altro. In effetti chi lo fa fare a un nuovo supermilionario di spedire la schedina vincente all’ufficio premi Sisal (Via A. Tocqueville 13 a Milano, oppure Viale Sacco e Vanzetti 89 a Roma)? Meglio dedicare il proprio tempo a scegliere che capriccio togliersi subito. Quella villa al mare? Quella in montagna? Magari entrambe.
Un problema che prima di Mister X si devono essersi posti gli altri 88 vincitori del 6 che in 12 anni ha distribuito 1,86 miliardi di euro.
Qualcuno probabilmente seguirà l’esempio di George Best che candidamente ammise: «Nella mia vita ho speso un sacco di soldi per alcol, donne e macchine veloci... Tutti gli altri li ho sperperati». Purtroppo l’eccesso di alcol gli ha portato via la vita, togliendoli le belle autoe le belle donne.
Forse allore il primo pensiero del prossimo fortunato sarà quello di «parcheggiare» la somma, puntando magari sui Buoni del Tesoro (BoT). Meno affascinanti di ostriche e champagne, tradizionalmente ritenuti lo strumento a minor tasso di rischio. Rendono poco, ma lo 0,53% (al netto di tasse e commissioni di acquisto) offerto dal titolo a 12 mesi garantisce un gettone da 720mila euro, se moltiplicato per 136 milioni.
Dopo si potrebbe pensare a come garantirsi una rendita a vita, per sé e per la propria famiglia. La scelta non manca di certo. Ma per avere un’idea di quanto destinare a tale scopo – tolte le spese per qualche viaggio esotico in giro per il mondo – è forse opportuno fare i conti con quei Buoni del Tesoro poliennali (BTp), che per la loro durata (fino a 30 anni) e per la caratteristica di offrire una cedola semestrale incarnano nel modo migliore il concetto di rendita. Il BTp 2039, per esempio, garantisce un pagamenti del 5% annuale (4,375% netto) oltre alla restituzione del capitale investito alla scadenza. Impiegando soltanto 2 dei 136 milioni della vincita si potrebbe ottenere una rendita annuale di 87.500 euro. Il rischio maggiore? Il fallimento dello Stato italiano entro il 2039. Difficile.
Se l’ipotesi però spaventa e si cerca qualche altra remunerazione – che non sia magari quella di comprarsi Cristiano Ronaldo per farlo palleggiare in salotto ”, la soluzione (consigliabile in ogni caso) è la suddivisione della somma fra titoli di Paesi e scadenze differenti: quelli tedeschi e statunitensi offrono in fondo rendimenti di poco inferiori.
Raggiunta la tranquillità finanziaria si potrà infine puntare sui rendimenti extra, aggiungendo nel portafoglio strumenti con grado di rischio superiore a quello di un classico titolo di Stato. Fra azioni e obbligazioni societarie la scelta è pressoché infinita, la regola fondamentale – come per ogni investimento – è differenziare gli impieghi cercando di ripartire il rischio: perdere denaro non fa piacere a nessuno, neanche ai neo-milionari. In fondo preferiscono guidare belle auto e pasteggiare a champagne senza preoccuparsi della loro rendita.