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 2009  agosto 14 Venerdì calendario

GIGIUS, IL CANE INNAMORATO PRENDE IL TRENO PER LA FRANCIA

TORINO
Gigius IV è un purissimo meticcio che avanza baldanzoso verso i 13 anni senza perdere le sue innate doti da cacciatore ad ampio raggio, dai camosci alle cagnette, la sua vera passione. A Bardonecchia dove vive fedele solo al suo padrone, Aldo autista delle navette che collegano il centro della località dell’Alta Valsusa con le frazioni più distanti, Gigius è un latin lover riconosciuto e un ottimo compagno nella stagione delle doppiette.

Infallibile anche la sua propensione al corteggiamento delle Lilli che, in estate e in inverno soprattutto, vengono ad esibire il loro pedigree nella cittadina olimpica. Storie di passione che negli anni hanno avuto riscontri tangibili, con cucciolate dalle caratteristiche nette: il muso bianco e i denti sporgenti proprio simili a quelli dell’ineffabile Gigius. Che dalla sua ha pure una pazienza infinita e una velocità d’esecuzione da non sottovalutare.

Ma la sua ultima audace avventura ha strabiliato. Anche se, forse per pudore, esce allo scoperto solo adesso. Febbraio, neve come non mai, una manna per gli sciatori, case zeppe di gente. Gigius gironzolando per le vie di Bardonecchia è attratto da un’odore inequivocabile e lo segue sino alla casetta dove la lady di turno s’accuccia. Giornate ad aspettare sullo zerbino, arrampicandosi e scivolando da un cumulo di neve oltre lo steccato che lo divide dalla sua principessa, e rientrando a casa solo per cena.
Quando arriva il dì della partenza Gigius non si fa cogliere impreparato. Annusa le tracce e va. Si ritrova in stazione davanti ad un treno per la Francia. Questione di un attimo, le portiere si aprono e il dongiovanni a quattro zampe balza sull’eurocity per Modane. Un viaggio di mezz’ora, nessuno sa ancora se condito da successo e quindi futura prole, ma la certezza è che a Modane capistazione e ferrovieri lo vedono scendere da un vagone e tranquillamente corricchiare verso la galleria che riporta in Italia.
A Bardonecchia, intanto, Aldo inquietato dall’assenza prolungata del suo «compagno di tanta vita» cerca indizi ovunque. L’attesa snervante termina con l’arrivo di una telefonata di due turiste francesi habitué di Bardo, che lo notano all’imbocco della galleria, lo riconoscono, lo bloccano e leggono sulla medaglietta il numero di cellulare di Aldo. «L’emigrante» viene riconsegnato a sorella e cognato di Aldo che lo riportano a casa, fra una sgridata e un bacio sul muso incanutito.
Si mantiene snello, il cibo non lo disdegna ma non è un ghiottone. Lo fa sbiellare una cosa sola, «l’odore del sesso» come canta Ligabue. Ma, in fondo, non è mica l’unico.