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 2009  agosto 14 Venerdì calendario

APERTURA FOGLIO DEI FOGLI 17 AGOSTO 2009

Nel fine settimana inizierà quello che per molti anni è stato il campionato di calcio ”più bello del mondo” e che ancora oggi appassiona oltre 37 milioni di italiani (dati Nielsen 2008). Carlo Verdelli: «Il nostro sistema è collassato (o ha frenato in tempo, si spera, un attimo prima di collassare) perché si è comportato da cicala. Negli anni delle vacche grasse ha incassato solo dalle tivù la bellezza di 6 miliardi di euro, ma invece che investirli e farli fruttare (costruzione di stadi di proprietà, politica dei vivai, riossigenamento dei bilanci) si è dato alla pazza gioia, col risultato di ritrovarsi oggi con 2 miliardi di euro di debiti, la necessità improvvisa di cedere i fuoriclasse invece di acquistarli, la difficoltà di tenere il passo in Europa (e in Nazionale) con le nuove grandi del mondo». [1]

Il campionato riparte senza le due star più importanti degli ultimi anni: lo svedese Zlatan Ibrahimovic, che dopo cinque scudetti consecutivi (i due revocati alla Juventus causa ”calciopoli” e gli ultimi tre dell’Inter) s’è fatto vendere al Barcellona, e il brasiliano Kakà, pallone d’oro 2007 passato dal Milan al Real Madrid di nuovo in versione ”galacticos” (ha preso pure il pallone d’oro 2008, il portoghese Cristiano Ronaldo). I nuovi arrivi, il camerunense Eto’o (Inter), il brasiliano Diego (Juve), l’olandese Huntelaar (Milan), non bastano a consolare gli appassionati. Marco Sarti: «Non bastava che campioni del calibro di Ibrahimovic e Kakà lasciassero l’Italia per andare a giocare altrove. Adesso ci snobbano anche quei calciatori che un tempo avrebbero fatto la panchina in qualsiasi club di serie A». [2]

Alvaro Negredo, attaccante del Real Madrid, ha preferito l’Hull City alla Roma. Sarti: «La punta spagnola (19 reti con la maglia dell’Almeria nell’ultima stagione) era da tempo corteggiata dal club di Rosella Sensi. Pur di coronare il suo sogno e giocare in Premier League, però, ha detto sì all’offerta dei modesti inglesi. Una squadra che l’anno scorso ha militato per la prima volta nella sua storia nella massima divisione del Regno Unito. Ma un club del campionato britannico. Requisito che, da solo, sembra giustificare scelte di questo tipo. C’è poi la vicenda di Alexander Hleb. Il centrocampista del Barcellona all’Inter campione d’Italia ha anteposto lo Stoccarda. ”Niente di personale - ha specificato - una scelta pro-Germania, più che anti-Italia”». [2]

Serie A? No thanks, nein danke. Giuliano Balestreri: «’La credibilità del nostro calcio è minata e per noi è davvero demoralizzante provare a vendere il prodotto all’estero”, racconta Riccardo Silva fondatore di M&P Silva una delle due società (l’altra è il tandem Rai Trade e Sport 5) che commercializza all’estero i diritti tv della serie A. Un mercato che vale 85 milioni di euro l’anno, ma che da 10 anni ha iniziato una lenta involuzione. Oggi la Premiership inglese incassa 320 milioni, la Liga spagnola 100. Restano indietro la Germania (40 milioni) e la Francia (25 milioni)». [3]

Due miliardi di indebitamento spiegano, più di ogni altra cosa, il clima di decadenza che si respira nel calcio italiano. Marco Bellinazzo & Franco Rosini Vitali: « vero che Premier league e Liga spagnola viaggiano con deficit superiori (ben oltre i tre miliardi). Ma le venti squadre che disputeranno la prossima Serie A devono fare i conti con un giro d’affari più ridotto e soprattutto dispongono di patrimoni netti per appena 600 milioni. Certo non mancano realtà virtuose come Fiorentina, Roma e Parma che coprono le perdite con oltre un terzo di risorse proprie. Nell’insieme tuttavia emerge un quadro contabile che imporrebbe una netta inversione di rotta nella gestione di gran parte dei club». [4]

Paradossalmente, la crisi del calcio italiano cominciò dieci anni fa con la ”telerivoluzione” che portò nelle casse dei club somme prima neanche immaginate. Nel 1999, sotto la spinta dell’allora presidente della Roma Franco Sensi, i diritti tv criptati (quelli visibili attraverso i decoder) diventarono soggettivi. Risultato: 5.060 milioni di euro incassati per ritrovarsi con un debito vicino ai 2.000 milioni. [5] Dove sono finiti i soldi? Beppe Marotta, amministratore delegato e direttore generale della Sampdoria: «Nell’acquisto dei cartellini e negli stipendi di calciatori e allenatori. Oggi il costo del lavoro incide per il 70% dei ricavi. una cifra sproporzionata e non in linea con un sano equilibrio economico che ogni impresa dovrebbe avere. L’azienda pallone oggi è fuori mercato: non esiste un altro comparto industriale così squilibrato». [6]

Dal 1° luglio del prossimo anno i diritti torneranno a essere collettivi (legge Melandri/2007). [5] Alla fine del mese scorso Sky si è aggiudicata i diritti 2010/11 e 2011/12 per tutte le partite in diretta sulla piattaforma satellitare (580 milioni a stagione), Rti-Mediaset Premium ha preso quelli per le gare delle 12 migliori squadre sul digitale terrestre (211 e 226 milioni). In totale fanno 791 e 806 milioni, che potrebbero arrivare intorno a mille per stagione dopo la cessione dei diritti per gli highlights tv, per la radio, per internet, per gli 8 club ancora esclusi dal digitale terrestre. [7] La speranza è che d’ora in avanti i soldi vengano spesi in modo più assennato, ad esempio per realizzare stadi di proprietà. Marotta: « la strada seguita in Inghilterra, Germania e Francia». [6] In Italia la prima ad essersi mossa in questa direzione è stata la Juventus che nel 2011 inaugurerà un nuovo impianto destinato a diventare un’area shopping aperta tutti i giorni 24 ore. [8]

Lo ”scudetto del bilancio”, titolavano i giornali 10 giorni fa, è già andato alla Juventus. Giampiero Timossi: «I ricavi si assestano a 240 milioni, un incremento del 18% rispetto alla stagione precedente. E ora l’utile netto è pari a 6,6 milioni. Applausi Chapeau, perché in tempi di recessione il risultato appare ancora più soddisfacente». [9] Quello di stoffa, invece, nelle ultime quattro stagioni è sempre stato cucito sulle maglie dell’Inter. Arrivasse il quinto titolo, verrebbe eguagliato il record della ”Juve del Quinquennio” (1931-35) e del ”Grande Torino” (1943-49, in mezzo la sospensione a causa della guerra). Javier Zanetti, capitano dei nerazzurri: «Siamo entrati nella storia con il quarto scudetto consecutivo, se facciamo cinquina è leggenda...». [10] Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset e tifosissimo del Milan: «Dei 4 scudetti vinti dall’Inter, 2 sono regalati». [11]

Perso Ibrahimovic, i tifosi nerazzurri sperano in Eto’o. José Altafini: «Ibrahimovic è un solista eccezionale, ma nelle grandi partite in Europa non ha mai segnato. E i grandi giocatori si vedono nelle grandi partite. Eto’o invece.... Quest’Inter è più forte dello scorso anno». [12] Pelé: «Eto’o? Il più grande che c’è. Giocandoci insieme avrei fatto tremila gol». [13] La Juve punta molto su Diego. Marco Tardelli: «Diego è Diego. Non è Zidane, non è Platini e non è neppure parente del Diego argentino... Parlo di un certo Diego Maradona. un ottimo giocatore ma non è un fuoriclasse. Almeno, non ancora». [14] I bianconeri si sono rinforzati anche con l’acquisto di un altro brasiliano, il centrocampista Felipe Melo, strappato alla Fiorentina. Maradona: «Buono l’acquisto di Melo, la migliore scoperta del Brasile degli ultimi tempi». [15]

A Torino è clamorosamente tornato dopo tre stagioni al Real Madrid il capitano azzurro Fabio Cannavaro, partito allo scoppio di Calciopoli. Molti tifosi bianconeri non hanno gradito. Antonio Di Pietro: «Cannavaro è un campione, ma è una testa calda e ha la sua età» (36 anni il prossimo 13 settembre). [16] Giampiero Mughini: «Viene per un anno e a parametro zero. Mi domando con i soldi che investiamo per lui dove lo avremmo preso un altro difensore di valore. E poi non accetto chi lo considera un traditore. Lui non ha tradito un bel niente. Ha rischiato pure la fascia di capitano della nazionale per difendere Moggi. Casomai sarei stato meno contento di riavere Zambrotta che, pur dovendo tutto alla Triade, nei momenti concitati di Calciopoli un paio di fesserie le ha dette». [17]

La più grande incognita della stagione juventina è costituita dall’allenatore Ciro Ferrara, alla prima esperienza in panchina dopo il prologo dello scorso campionato. L’ex bianconero Edgar Davids: «Ha lavorato tanto con Lippi, nel 2006 ha trionfato al Mondiale accanto al ct. E standogli vicino di sicuro ha appreso molto». [18] Il successo del Barcellona di Guardiola (campione d’Europa all’esordio) ha lanciato una moda: il brasiliano Leonardo comincerà la carriera d’allenatore dalla panchina del Milan. Gian Piero Gasperini, tecnico del Genoa: «Si sminuisce un po’ il lavoro fatto sul campo, la quotidianità che porta i risultati, a favore del personaggio, del gestore di uomini o magari del grande campione». [19] Walter Zenga (Palermo): «Non ci vedo nulla di trascendentale. Quando giocavo io, il Milan si affidò a Capello che era praticamente alle prime armi». [20]

Ritiratosi Paolo Maldini, persi Ancelotti (a Londra per alllenare il Chelsea del miliardario russo Roman Abramovich) e Kakà, i tifosi rossoneri paiono essersi disamorati. Diego Abatantuono: «Se Pirlo fosse andato al Chelsea, sarei andato a vederlo a Londra, dove studiano i miei figli e dove è volato il mio cuore. Con Ancelotti». [21] L’interista Marco Materazzi: «Mio figlio Davide, adesso che non c’è più Kakà, è diventato un tifoso del Milan a metà: se vendono anche Pato, si redime...». [22] Gianluca Vialli: «Fossi nei tifosi del Milan mi preoccuperei il giorno in cui dovessero partire Pirlo e Gattuso. Kakà ha dato tantissimo alla causa rossonera, però è normale che uno straniero possa andarsene». [23] Pirlo: «Faremo ricredere tutti e rimangiare molte critiche». [24] Gattuso: «Il nostro chiodo fisso deve essere il 2007: tutti ci davano per morti e invece abbiamo portato a casa tre trofei». [25]

Quanto a un’eventuale quarta forza, la Roma ha rinnovato (altri cinque anni) il contratto di Totti ma ha perso Aquilani (al Liverpool), la Fiorentina ha rimpiazzato Melo con gli ex juventini Marchionni e Zanetti. Il mercato più importante l’ha fatto il Napoli di Aurelio De Laurentiis, in testa l’acquisto dell’azzurro Quagliarella. Gene Gnocchi: «De Laurentiis ha speso tutto per il Napoli. Così il prossimo cinepanettone sarà Natale a Civitavecchia». [26] La sorpresa potrebbe venire dalla Lazio di Claudio Lotito che a Pechino ha vinto contro l’Inter la Supercoppa. Fabrizio Bocca: «Lotito compra giocatori che altri scartano: Cruz non va bene a Mourinho? Va bene alla Lazio, e lo soffia pure alla Roma. Bisogna cambiare allenatore? Tiene sulla corda Rossi e aspetta fino all’ultimo l’occasione di Ballardini, miglior allenatore libero su piazza. Che ha costruito la vittoria di Pechino con saggia modestia, intelligenza. E fortuna: ma Lotito mette in conto pure questa». [28]