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 2009  agosto 13 Giovedì calendario

CANTANTI-MODELLE ALL’OPERA ADDIO ALLE «DONNE-CANNONE»


Sono bellissime, brave (e tutte under 40)

SALISBURGO – Quello che è successo al Festival di Cortona, dove la romena Angela Gheor­ghiu rivendicando il suo diritto al divismo ha cambiato tre vesti­ti per cantare tre arie, non po­trebbe mai succedere al Festival di Salisburgo. Qui detta legge il talento a braccetto con la bellez­za. Ma niente capricci. Le star, Anna Netrebko o Magdalena Ko­zena, quest’anno sono «relega­te » nei recital. C’è un vivaio di nuove voci femminili che le in­calzano e stanno spopolando al Festival austriaco. «Sono gran­di professioniste - ci dice Riccar­do Muti - mostrano un forte at­taccamento al lavoro, per nien­te dive. Nel mio Moïse et Phara­on di Rossini Marina Rebeka ha avuto un trionfo personale».

 un soprano lettone che do­po una parte italiana (studi a Ro­ma, debutto rossiniano al Festi­val di Pesaro e alla Scala) è atte­sa al Covent Garden nel 2011. Ma quel che la accomuna alle al­tre è l’aspetto fisico. Le foto con i volti delle protagoniste, ingio­iellate, trasgressive, peso in li­nea con la voce e spesso mezze nude in scena, ammiccanti, in tacco dodici, vestono le vetrine dei negozi e delle pasticcerie della cittadina austriaca.

Addio pose statuarie e gesti artefatti. Oggi avrebbero diffi­coltà a cantare le «donne canno­ne », Montserrat Caballé, Joan Sutherland, Alessandra Marc che in una Turandot fu traspor­tata sul trono perché non si po­teva alzare, o la prima Callas. Nel Così fan tutte il gioco della seduzione mozartiana continua sul palco dove Fiordiligi e Dora­bella potrebbero essere due top model: si chiamano Miah Pers­son e Isabel Leonard, bionda svedese la prima, castana ameri­cana l’altra. Despina è la rossa, francese, Patricia Petibon.

La bionda Elina Garanca si ri­velò nel 2004 proprio a Salisbur­go nel Così fan tutte ed è di Ri­ga cone la Rebeka: «Non è che io mi guardo allo specchio, mi dico sono bella e vado a fare l’opera. Io non penso al masca­ra ma a come sta la voce. Poi cer­to i tempi sono cambiati, la gen­te si tiene in forma, è abituata a una sana alimentazione. Ma io sono la stessa persona cresciuta in un paese dove i negozi erano vuoti, non c’era carne, mangia­vamo le arance due volte l’an­no, a Natale e a Pasqua. Non ci lamentavamo, era la nostra real­tà ».

Piaccia o meno il gusto au­striaco, c’è un modo di vivere la scena completamente diverso e contemporaneo, molto cinema­tografico. Intanto l’intendant di­missionario, il regista Jürgen Flimm, sul magazine del festi­val parla di «nuovi modi di ascoltare e di vedere». A Sali­sburgo incontri la Netrebko che si fotografa con le sue amiche nel foyer, come una spettatrice qualunque, il pubblico rispetta la sua privacy con discrezione, ma lei e le altre sono venerate come Scarlett Johansson a Hol­lywood. Dice Isabel Leonard, che presto farà il suo debutto a Parigi e a New York: «Nel Così fan tutte mi devo perdere nel caos emotivo dell’amore e della passione, della fedeltà e del tra­dimento. una ’cornice’ che co­nosco. Invece non avevo espe­rienza quando mi hanno fatto tutti questi servizi fotografici, mi hanno tirato fuori una creati­vità che non sapevo di avere».

Una rivista tedesca ha defini­to Miah Persson come «la più bella diva di domani»: «Il pote­re della bellezza c’è, inutile na­sconderlo. Molti registi d’opera vengono dalla prosa e dal cine­ma, sono abituati agli attori e hanno un’idea precisa sul cast ideale. Io non sono d’accordo, un critico al Festival di Glynde­bourne ha scritto su un’edizio­ne del Così fan tutte : ’Le due coppie sono così belle sulla sce­na’. Non è corretto. Sarò all’anti­ca ma penso che la qualità della voce e non il tuo aspetto deve determinare la nostra carriera. Quando lavoravo in un asilo, studiavo l’influenza della musi­ca sui bambini. Li dividemmo in due gruppi: quello che ascol­tava rock faceva disegni cupi e depressi, chi ascoltava Mozart usava colori brillanti e disegni allegri. La musica influenza la nostra emotività e il nostro com­portamento, e questa è la bellez­za di cui dovremmo parlare».

L’elenco della fioritura di can­tanti- modelle potrebbe andare avanti all’infinito, senza contare un’altra bellezza, quella magne­tica in scena, di Waltraud Me­ier. Hanno tutte fra i 25 e i 40 anni. Danielle de Niese si è rive­lata nel Giulio Cesare di Händel a Glyndebourne dove cantava e ballava, «una maratona fatico­sissima, ma che gioia è stata. Al­l’Opera ci voleva quest’aria nuo­va, non potevamo più essere de­gli elefanti in scena». Nata in Australia da genitori dello Sri Lanka, Danielle, che fa un reality show alla tv inglese intitolato Diva Diary, rompe il Muro dei sopra­ni tedeschi che uniscono bellezza e talento. Una ve­terana è ormai Dorothea Röschmann (a Salisburgo è la Contessa nelle Nozze di Figaro ), 42 anni, na­ta a Flensburg al confine con la Da­nimarca. Mojca Er­dmann tutta fascia­ta di nero e stivali di cuoio nell’ Armi­da di Haydn sali­sburghese, canta al fianco di Annet­te Dasche, occhi azzurri e ricci ca­stani: «Non mi so­no mai messa su un piedistallo, cerco la genuinità e la sincerità». Così sono le primedonne della nuova generazione.