Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  agosto 13 Giovedì calendario

FUTURO? NON CONSUMARE


Nella trista categoria dei pubblici malanni ne hanno due che spiccano: il concetto di sviluppo durevole e il prodotto interno lordo. Il primo, per questi ecologisti integrali (ma c’è chi li chiama meno affettuosamente «khmer verdi»), è quanto di più anchilosato, rabberciato e tossico, perché genera l’idea che il problema sia semplicemente quello di dividere meglio le fette della torta. Il secondo perché costituisce l’alfa e l’omega di ogni politica economica, esattamente ciò in cui i «decrescenti» non vogliono farsi impaniare. Lo Sviluppo, ci raccomandano, è un non senso, richiede risorse energetiche illimitate. Il loro, al contrario di quello del barbuto filosofo di Treviri, è un marxismo pessimista. L’alternativa? Semplice. Bicicletta, cibo biologico e cucina senza frigorifero.
Patrick e Brigitte Baronnet sono due «decrescenti» felici di esserlo. Vivono la sospirata emancipazione a Moisdon-la Riviere nella Loire Atlantique, con il vigile soccorso di sei metri quadrati di pannelli fotovoltaici e una cisterna piena di acqua piovana. Non pagano la luce da undici anni e l’acqua da trentacinque. Rimarchevole. La casa è autonoma ovvero capace di autoalimentarsi. La doccia la fanno a mezzogiorno quando l’acqua è calda, le acque le fanno filtrare da piante depurative, la toilette funziona con la segatura, il calduccio invernale si colloca a 18 gradi. Hanno gettato via il televisore (ma hanno internet, unica concessione al Maligno della modernità), si nutrono con i legumi e la frutta del loro orto. Patrick, che ha il sorriso ironico degli illuministi, era professore di ginnastica. Coerente con la Dottrina ha accettato di dividere il salario a metà per consentire l’assunzione di un altro insegnante. Ora è in pensione. Le sue finanze sono in posizione spinosa, con mille euro al mese, ma le integra con lavori (ecologici) richiesti da vicini. Dei Robinson estremisti? Niente affatto: in Francia i decrescenti sono massa.
L’ecologia è allo steso tempo una scienza e una ideologia e la seconda si nutre della prima. E qui viene germogliando con vigore nelle menti a partire dal 2000. Uno degli ideologi che più si applicano alle sue severe giaculatorie non è Serge Latouche, professore all’università di Paris-sud? Nella classe dei dispiaceri di prim’ordine inserisce gli abiti nuovi e virtuosi dello Sviluppo: per lui sono il pericolo maggiore , un brulotto lanciato dal nemico nel campo dei Giusti. «Il moltiplicarsi degli apparecchi che risparmiano energia, l’emergere dei biocarburanti e il miglioramento dei Tgv – proclama questo Mosè del ritorno alle origini - sono specchi per le allodole. Spingendo paradossalmente a comprare, viaggiare e inquinare di più».
Ora la Decrescenza scopre nuove ambizioni. Thierry Brulavoire è l’unico eletto francese con un programma esplicitamente anti-Sviluppo. Emergendo come Lazzaro da una lista antologica di tutti gli ex possibili della Gauche (socialisti comunisti antimondialisti verdi) è entrato nel consiglio municipale di Saint Nazaire. Sfida con quotidiana pazienza i lazzi e lo scetticismo non sempre educato dei suoi colleghi: proponendo ad esempio di trasformare i giardini davanti agli immobili della città in orti autarchici. Questo biologo molecolare costretto a vivere facendo il professore di scuola media (ma ha anche lavorato in un mattatoio industriale di tacchini) ha un compito improbo. Perché gli abitanti di Saint Nazaire, 115 mila, vogliono in gran maggioranza vivere vilmente ma grassi, lustri e allegri. Altro che decrescere! Anzi la città vuole arruolare entro il 2020 almeno altri ventimila persone; perché il dannato pensiero corrente «ritiene che ci voglia la crescita demografica per innescare quella economica». Ma la verità decrescente tocca già il cuore di molti adepti, visto che alle elezioni Brulavoire ha totalizzato il 18%.
E’ possibile che ben presto non resti così isolato. Il Movimento degli obiettori della crescita (Moc) intende presentarsi alle prossime regionali francesi. Si scende dunque in politica. C’è già un simbolo: la lumaca naturalmente.