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 2009  agosto 11 Martedì calendario

OBAMA NON CANCELLA IL "BUY AMERICAN"


"Nessun pericolo per i commerci". Il Messico protesta su Tir e immigrazione

Al vertice Nafta non cambiano le posizioni. Accordo a tre con il Canada sulle emissioni CO2

NEW york - «Abbiamo bisogno di espandere il nostro commercio internazionale, non di restringerlo». Barack Obama è stato netto nel condannare le tentazioni protezioniste, al termine del vertice Nafta che lo ha impegnato a Guadalajara con il presidente messicano Felipe Calderòn e il premier canadese Stephen Harper. Ma al generico impegno per il libero scambio non sono seguite concessioni reali. Obama si è limitato a rassicurare i suoi due partner del Nafta (il mercato comune nordamericano), in allarme per gli effetti della clausola protezionista "Buy American" inserita nelle nuove leggi di spesa pubblica. «E´ importante mantenere il senso delle proporzioni – ha detto il presidente Usa – quella clausola non ha messo in pericolo i flussi di scambi da miliardi di dollari che avvengono quotidianamente tra i nostri paesi». Non la pensa così Calderòn. Il leader messicano ha tentato invano di strappare a Obama qualche promessa concreta nei due giorni del summit. La prima preoccupazione per il Messico è il dossier-Tir. Da marzo Washington ha sospeso la libertà di circolazione sul suo territorio per i camionisti che vengono da Sud. Ufficialmente si tratta di verificare che il flusso dei Tir non sia una minaccia per la sicurezza e per l´ambiente, dopo le denunce del sindacato Teamsters (gli autotrasportatori Usa) e del movimento ambientalista Sierra Club. Calderòn è convinto invece che si tratti di una misura protezionista, un prezzo che l´Amministrazione Obama paga per il sostegno elettorale e finanziario dei Teamsters, uno dei più potenti sindacati americani. Per l´industria messicana è una tassa occulta, l´obbligo di trasbordare al confine tutte le merci su Tir Usa fa aumentare i costi delle esportazioni. Ma Obama non ha fatto promesse. La clausola "Buy American", inserita nella manovra di 787 miliardi di dollari di spesa pubblica per rilanciare la crescita, all´origine fu voluta dall´industria siderurgica americana per impedire che il rilancio degli investimenti in infrastrutture si traduca in importazioni di acciaio cinese. La clausola si è rivelata un´arma insidiosa, che complica tutte le procedure per gli appalti della pubblica amministrazione, e mette a repentaglio qualsiasi azienda americana che importi materiale straniero. Resta popolare tra l´opinione pubblica americana, convinta che gli sforzi di bilancio per rilanciare la crescita non debbano essere "dispersi" creando posti di lavoro fuori dagli Stati Uniti.
Questo clima protezionista pesa sull´altro tema affrontato al summit di Guadalajara, la riforma dell´immigrazione. Anche su quel terreno Obama sa che dovrà vedersela con forti correnti interne al suo stesso partito, che chiedono politiche più dure sui permessi di residenza: una chiusura di cui farebbero le spese per primi i messicani, il primo gruppo etnico tra gli immigrati. Il presidente Usa su quel terreno ha guadagnato tempo, spostando alla fine dell´anno la presentazione di un progetto di riforma dell´immigrazione; è probabile che anche in quel caso Obama lasci l´iniziativa al Congresso, come ha già fatto per la riforma sanitaria.
Il vertice Nafta è stato più fruttuoso per le decisioni sull´ambiente. Stati Uniti, Canada e Messico hanno lanciato il progetto North American Carbon Atlas, una mappatura congiunta delle fonti di CO2 e delle rispettiva capacità di stoccaggio delle emissioni carboniche. Insieme i tre paesi hanno deciso anche di cooperare nella ricerca di nuove tecnologie per la "cattura" di CO2, compreso il cosiddetto "carbone pulito". E´ stato lanciato il piano per il rinnovamento della rete di distribuzione elettrica transfrontaliera, con l´investimento comune nelle nuove tecnologie digitali che consentono di ridurre la dispersione dell´energia.