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 2009  agosto 11 Martedì calendario

I MARINES HANNO LA LICENZA DI UCCIDERE "I SIGNORI DELLA DROGA" ALLEATI DEI TALEBANI


Afghanistan

Gli Stati Uniti hanno faticato a convincere la Nato della legittimità dell´operazione
La lista degli "obiettivi" comprende i nomi di cinquanta trafficanti

WASHINGTON - Cinquanta grandi trafficanti di oppio afgani legati ai Taliban sono stati inseriti dal Pentagono in una lista di obiettivi da catturare vivi o morti: è il segnale di un importante cambio di rotta nella strategia antidroga degli americani in Afghanistan, secondo uno studio del Senato degli Stati Uniti che sarà pubblicato questa settimana. I comandanti delle forze armate Usa di fronte al Congresso hanno spiegato di essere convinti che le nuove direttive siano conformi alle regole d´ingaggio e al diritto internazionale e di essere convinti che questa mossa rappresenta un elemento chiave del loro nuovo piano per bloccare il flusso di narcodollari che contribuisce a finanziare la guerriglia.
Di fronte alla Commissione relazioni internazionali del Senato, che ha realizzato il rapporto, due generali americani in servizio in Afghanistan hanno rivelato che i più importanti fra i trafficanti che intrattengono legami dimostrati con la guerriglia sono stati inseriti nella «lista integrata interforze degli obiettivi ad alta priorità». Questo significa che sono diventati obiettivi sullo stesso piano dei leader della guerriglia, e che possono essere catturati o uccisi in ogni momento. Gli alti ufficiali hanno anche chiarito ai senatori che prima di poter inserire un trafficante nella lista bisogna disporre di due fonti credibili e di prove addizionali di una certa rilevanza, precisando che sono stati dichiarati obbiettivi solo quelli che offrivano sostegno alla guerriglia.
Attualmente, secondo quanto hanno riferito, nella lista sono presenti circa cinquanta trafficanti di primo piano, che forniscono denaro ai Taliban. «Abbiamo una lista di 367 obbiettivi da catturare "vivi o morti", incluse 50 persone che svolgono compiti di raccordo tra il narcotraffico e la guerriglia», ha puntualizzato uno dei generali di fronte alla Commissione.
Il tenente colonnello Patrick Ryder, portavoce del Pentagono, non ha rilasciato commenti sul rapporto del Senato, ma ha detto che «esiste un legame evidente e ben noto fra il traffico di droga e i finanziamenti destinati alla guerriglia e il terrorismo». Senza affrontare direttamente la questione dell´esistenza di una lista di obbiettivi da colpire, Ryder ha detto che è «importante mettere in chiaro che il nostro bersaglio sono i terroristi legati al traffico di droga, più che i trafficanti di droga legati al terrorismo».
Da quando le nuove direttive sono entrate in vigore, nei primi mesi di quest´anno, diversi individui sospettati di legami con il narcotraffico sono già stati catturati, e altri uccisi, dalle forze armate americane, secondo quanto dichiarato in un´intervista da un alto ufficiale coinvolto nelle operazioni. Gran parte degli obbiettivi sono dislocati nell´Afghanistan meridionale e orientale, dove sono più intensi sia il traffico di droga che le attività della guerriglia.
La rivelazione dell´esistenza di una lista di obiettivi da eliminare potrebbe suscitare critiche negli Stati Uniti sull´allargamento della missione militare e gli alleati della Nato hanno già avanzato perplessità riguardo a questa strategia di colpire persone che tradizionalmente non costituiscono obbiettivi militari. « stato difficile farla mandar giù alla Nato», ha ammesso il generale in pensione John Craddock, che è stato comandante supremo delle forze alleate fino a luglio, quando è andato in pensione. Jaap de Hoop Scheffer, fino al mese scorso segretario generale dell´Alleanza Atlantica, ha dichiarato di fronte alla commissione del Senato che per venire incontro alle perplessità espresse da altre nazioni presenti in Afghanistan con le loro truppe, sono state introdotte una serie di tutele che garantiscono all´Alleanza di poter dare la caccia ai trafficanti di droga rimanendo nell´ambito della legge. Anche il presidente afgano Hamid Karzai, secondo un alto funzionario delle forze armate, viene informato prima di procedere a una missione.
A sorpresa, il rapporto del Senato rivela però che i Taliban, secondo le agenzie di intelligence statunitensi, ricavano dal traffico di droga somme inferiori a quelle ipotizzate da precedenti studi condotti dal governo Usa. Sia la Cia che la Dia (i servizi segreti militari) calcolano che i Taliban ricavano ogni anno dalla droga circa 70 milioni di dollari (50 milioni di euro). Dal rapporto del Senato è emerso che le autorità Usa ritengono che i narcodollari afgani non vadano a foraggiare Al Qaeda, che può contare sui contributi di individui facoltosi e organizzazioni di beneficenza dei paesi del Golfo, oltre che su organizzazioni di assistenza che operano all´interno dell´Afghanistan.
Ma anche basandosi su queste nuove stime più prudenti, i Taliban, grazie alla droga, possono contare su ingenti somme di denaro per finanziare le loro attività di guerriglia, che hanno costi relativamente bassi. I miliziani semplici sono pagati appena 10 dollari al giorno (di più se devono collocare un ordigno esplosivo). Uno dei principali problemi irrisolti della strategia antidroga è la porosità della linea di confine tra l´Afghanistan e il Pakistan, e il fatto che i pachistani stanno facendo poco per bloccare le rotte del contrabbando di droga. Nel rapporto un alto funzionario giudiziario americano nella regione afferma che la cooperazione da parte pachistana nella lotta al traffico di droga è talmente scadente che i trafficanti possono varcare il confine impunemente.

© New York Times-La Repubblica
(Traduzione di Fabio Galimberti)