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 2009  agosto 11 Martedì calendario

BANKITALIA E IL MEZZOGIORNO: RETRIBUZIONI PIU’ BASSE CHE AL NORD (+ 4

domande)-

Lo studio: nel settore privato redditi inferiori di 5.300 euro

ROMA – La Banca d’Italia ha aperto il dibattito ma la stessa Banca d’Italia potrebbe chiuderlo. Esattamente una settimana fa Palazzo Koch ha diffuso uno studio ( Occasio­nal paper ) che quantifica la differenza media nel costo del­la vita sul territorio: il 16,5% in meno nel Mezzogiorno ri­spetto al Centro-Nord. Da lì è partito il dibattito. Da una par­te la Lega Nord che chiede il ri­torno a meccanismi contrat­tuali tipo quelli del dopoguer­ra, le cosiddette gabbie salaria­li, che diversifichino le retribu­zioni in rapporto al costo della vita locale. Dall’altra il resto delle forze politiche e i sinda­cati (ma anche la Confindu­stria) che dicono no al ritorno a meccanismi rigidi di prede­terminazione territoriale dei salari. Tra l’altro uno degli ar­gomenti forti che viene utiliz­zato per opporsi alle gabbie è che, già ora, i salari sono più bassi nel Mezzogiorno. Ci so­no diverse ricerche che lo di­mostrano. E la più recente l’ha diffusa proprio la Banca d’Ita­lia, il 28 luglio scorso, come supplemento al Bollettino Sta­tistico. Si tratta della consueta «Indagine sulle imprese indu­striali e dei servizi» (anno 2008). Bene, il rapporto fa ve­dere che anche per quanto ri­guarda le retribuzioni lorde c’è una differenza di circa il 16% a sfavore del Mezzogior­no rispetto al resto d’Italia, proprio come per il costo della vita. I salari, insomma, sono nella media allineati ai prezzi.

Banca d’Italia suddivide il territorio in quattro aree: Nord-Ovest, Nord-Est, Cen­tro, Sud e Isole. Nella prima, la retribuzione totale lorda nel settore industriale è stata nel 2008 di 29.800 euro. Nel Nord-Est scende a 28.900 eu­ro, nel Centro a 28.300 e nel Mezzogiorno a 24.500 euro. Tra l’area più ricca e la più po­vera c’è quindi una differenza di 5.300 euro (17,7%). Lo scar­to massimo è invece di 5.200 nel settore dei servizi tra lo sti­pendio medio percepito nel Centro (30.100 euro) e quello nel Sud (24.900), cioè del 17,2%, passando per i 28.700 euro del Nord-Ovest e i 27mi­la del Nord-Est.

«Si confermano – osserva­no i tecnici della banca centra­le – i differenziali retributivi legati alla sede dell’impresa». Si nota però, aggiungono, che negli ultimi 5 anni lo scarto si è lievemente ridotto nel setto­re industriale.

Poiché i minimi di retribu­zione fissati dai contratti na­zionali di lavoro sono uguali su tutto il territorio (diversa­mente da quanto succedeva fi­no al 1972 con le vecchie gab­bie) come si spiegano queste rilevanti differenze di busta pa­ga? Un primo fattore, dice la Banca d’Italia, è la diversa inci­denza del contratto nazionale sul totale della retribuzione. Dove non si fa anche il contrat­to integrativo (aziendale o ter­ritoriale), che aggiunge altre voci (premi produttività) a quelle di base, è chiaro che quasi tutta la retribuzione è de­terminata solo dai minimi na­zionali. E questo succede mag­giormente al Sud, dove appun­to i contratti di categoria deter­minano ben il 94,3% dello sti­pendio nelle imprese indu­striali mentre al Nord-Ovest ’solo’ l’80,5%. Nelle regioni settentrionali, infatti, la con­trattazione integrativa è più diffusa, anche perché in que­sta stessa area sono più pre­senti le grandi aziende dove c’è il sindacato e si fanno quin­di le trattative di secondo livel­lo. Infine, come dimostrano al­tre ricerche, sui salari più alti al Nord incide anche la più al­ta frequenza di figure profes­sionali elevate. Diverso, inve­ce, il discorso per il pubblico impiego (circa 3 milioni e mez­zo di lavoratori), non conside­rato in queste indagini, caratte­rizzato da una diffusione su tutto il territorio delle voci in­tegrative e quindi da retribu­zioni complessive più unifor­mi. Qui il mercato è più lonta­no.


Che cosa sono le gabbie salariali
Nascono nel dopoguerra con accordi tra imprese e sindacati. Nel 1954, l’intesa sul «conglobamento retributivo» divide l’Italia in 14 zone con una differenza massima di retribuzione del 29%, a vantaggio del Nord. La zona con la retribuzione più alta era quella del triangolo industriale Milano-Torino-Genova.

Quando i paletti vennero aboliti
Nel 1969, il 12 febbraio ci fu un grande sciopero contro le gabbie salariali, a chiusura di una lunga vertenza portata avanti da Cgil, Cisl e Uil. Il mese successivo la Confindustria accettò la graduale soppressione delle gabbie, già accettata dalle imprese pubbliche. L’addio nel luglio 1972

Quali regole in busta paga
Dal 1972 i minimi retributivi sono uguali e fissati dai contratti nazionali. Ma a causa di altri fattori, quali la diversa diffusione della contrattazione aziendale, c’è ugualmente una differenza del 16% in media tra le retribuzioni complessive del Nord e quelle del Sud.

Come funzionano i nuovi contratti
Il nuovo sistema di contrattazione concordato a gennaio da sindacati e imprese conferma il contratto nazionale con minimi uguali su tutto il territorio più un eventuale contratto aziendale o territoriale.