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 2009  agosto 13 Giovedì calendario

Alex De Angelis. La mia Ultima Spiaggia Alex De Angelis è sempre al telefono. Ogni due minuti riceve chiamate o chiama qualcuno: il suo iPhone con l’adesivo numero 15 sembra parte integrante delle sue orecchie

Alex De Angelis. La mia Ultima Spiaggia Alex De Angelis è sempre al telefono. Ogni due minuti riceve chiamate o chiama qualcuno: il suo iPhone con l’adesivo numero 15 sembra parte integrante delle sue orecchie. Quando glielo facciamo notare, chiedendogli se è un caso di quella mattina passata insieme o se gli succede sempre così, lui abbozza un sorriso e fa una battuta: « un caso di tutti i giorni». Siamo a San Marino, la città di famiglia, città con un numero di negozi di armi e centri commerciali quasi imbarazzante. Ed è in un centro commerciale che ci incontriamo. Alex, 25 anni, è sereno nonostante una stagione non brillantissima e un futuro incerto. Sarà uno dei due piloti del team Honda Gresini anche il prossimo anno o resterà senza squadra? La risposta passa anche da Misano, il Gran Premio di casa del 6 settembre, una delle ultime possibilità per far vedere quanto valga realmente Emozionato per il GP di Misano? «Questo GP l’ho sempre vissuto in modo particolare. La pressione però non mi dà fastidio, anzi spesso si trasforma in una carica in più. Non è un caso se le mie gare migliori le ho fatte al Mugello o qui. Tranne l’anno scorso: partivo da dietro e avevo voglia di rimontare, in situazioni del genere è normale che ci scappi la scivolata». Ti piace come circuito? «Io adoro le piste veloci, e Misano è piuttosto lenta, anche se il curvone finale regala un’adrenalina mostruosa. Lì si superano i 260 orari e dopo ci sono altre tre curve in sequenza, che devi saper sfruttare a pieno. Ma per farlo la moto deve essere ben assestata». E quest’anno… «E quest’anno la moto ha una gran potenza, va forte, ma non riusciamo a farla piegare bene per mantenere la corda e sfruttare tutta l’accelerazione in uscita». Soddisfatto della tua stagione fino a oggi? «No, pensavo di raggiungere risultati migliori. Purtroppo però la Honda non passa gli aggiornamenti che prova nel suo team ufficiale e correre così è difficile». Il prossimo anno è a rischio. «Infatti mi guardo intorno. E lo sta facendo anche Gresini. Che, infatti, a me non ha fatto alcuna proposta. Silenzio totale». Hanno preso Marco Simoncelli dalla 250. «Non ci sarebbe niente di male se Gresini facesse un team con due piloti italiani, visto che la squadra è italiana e lo sponsor, la San Carlo, pure». Si dice che insieme a lui tornerebbe Marco Melandri. «Non lo so. Io so solo che in due anni sono stati i miei compagni di squadra a usare la stessa moto data in dotazione al team ufficiale, ma se guardate i risultati vicino al podio ci sono sempre andato io, non loro». Andrea Dovizioso, quando commentò il suo passaggio alla Honda ufficiale, disse: «Se facevo una stagione alla De Angelis non mi avrebbero preso». «Io parlo di me, non degli altri». Con le nuove regole, dal prossimo anno, un esordiente non potrà più salire in MotoGP guidando una moto ufficiale. Da ex esordiente come giudichi la cosa? « discutibile. Per il semplice fatto che Simoncelli sarà appoggiato al team Gresini, ma sarà già a tutti gli effetti un pilota HRC». Non prendi in considerazione l’ipotesi di fare un passo indietro e tornare nella nuova 250, la MotoGP2? «No. Non si sa ancora cosa ne sarà di questa classe. Il mio obiettivo è trovare una buona squadra in MotoGP, perché non ho ancora dimostrato tutto il mio potenziale, come Jorge Lorenzo e, in parte, Dovizioso. In 250, quando correvo contro di loro con una moto ufficiale, non mi staccavano di 30 secondi e passa. A pari moto molte volte sono finito davanti a tutti e due, altre mi sono giocato la vittoria in volata. Ora si parla di un secondo e mezzo a giro. Cos’è successo, mi sono rincoglionito?». Ti sei pentito di non esser rimasto un anno in più in 250? «Quando ho firmato con Gresini due anni fa mi sembrava un’ottima scelta, perché fino ad allora lui aveva avuto ottime moto. Le cose sono cambiate quando sono arrivato io. Che poi non è detto che se fossi rimasto in 250 sarei salito da campione del mondo. E se non vincevo? Magari mi sarei precluso il mio passaggio in MotoGP». Le possibilità sul tuo futuro sono due. «Sei già in difetto. Perché tutto è possibile. Comunque, sentiamole». Il team LCR di Cecchinello o Ducati Pramac. «Ducati non credo. Perché si sa che la moto è complicata e non mi potrei permettere un’altra stagione altalenante dopo averne fatte due non brillanti». E la Superbike? « un campionato fantastico. Lì, con le moto non ufficiali, puoi ancora pensare di vincere o di fare delle pole. Non dico che la MotoGP sia un campionato pilotato, ma esistono delle situazioni che non puoi scavalcare, nemmeno con i soldi. Non è che Fausto Gresini non voglia gli aggiornamenti o che non sia disposto a pagarli. la Honda che non glieli fornisce». Fai parte di una generazione di piloti molto forti. Chi ti ha stupito? «Casey Stoner. andato alla Ducati quasi per caso e ha vinto un mondiale». E chi ti ha deluso? «Simone Corsi. Secondo in 125, poi si è bloccato». Di te si dice che sei permaloso e testardo... «Sono uno che fa di testa sua, d’altronde sono andato via di casa a 17 anni». Abiti con tuo fratello William. Anche lui correva in moto, adesso fa rally… «Il gatto e la volpe, litighiamo cento volte al giorno». Non è che lo raggiungerai nei rally? «Per lui è stata una scelta obbligata: dopo cinque operazioni a una mano e due all’altra non poteva fare altrimenti. Per me è diverso. Comunque una cosa è sicura: quando smetterò di correre in moto, tra uno o dieci anni, comincerò con le macchine». Donne? Sei fidanzato? «Posso non rispondere a questa domanda? Se dico di sì faccio un disastro, se dico di no lo faccio lo stesso…». Hobby? «Oltre al rally, il motard e il beach volley». Bevi? «Vodka e Redbull o la caipiroska alla fragola». Canne? «Odio chi le fuma e le persone che te le fumano accanto come se niente fosse». Che scuole hai fatto? «Fino alle medie. Le superiori le ho abbandonate per fare il campionato europeo». Ti dispiace? «No. Mi dispiace solo non sapere l’inglese». Quanto saresti disposto a scommettere su Alex De Angelis? «Mio babbo ha sempre avuto un’officina per macchine da rally e su di me ha scommesso tutto quello che aveva. Io rilancio».