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 2009  agosto 13 Giovedì calendario

UBS ALZA IL VELO SUI CONTI NEGLI USA

L’accordo c’è, i dettagli non ancora. Ma sia in Svizzera che negli Usa tutti ormai scommettono su un’intesa che prevede questo: la consegna alle autorità americane, da parte di Ubs, di 5mila-10mila nomi di clienti fortemente indiziati di frode o evasione fiscale. Il tutto attraverso un meccanismo, e qui si attuerà un compromesso complicato e delicato, che possa permettere a Berna di affermare che le norme vigenti sul segreto bancario rossocrociato non saranno apertamente contraddette. Il veicolo potrebbe essere il recente accordo di revisione della doppia imposizione, siglato da Berna con gli Usa ed altri 11 Stati, attraverso cui la Confederazione ha allentato il segreto senza cancellarlo, stabilendo una maggiore cooperazione in tema di evasione.
Ieri il giudice di Miami, Alan Gold, ha organizzato l’ennesima conferenza telefonica con le parti in causa. Alle 15, ora dell’Europa centrale. Da una parte il fisco Usa ed il ministero americano di Giustizia.Dall’altra Ubs ed il Governo elvetico. Sono bastati pochi minuti per avere la risposta che interessava a Gold: «Si, l’accordo definitivo c’è». A dirlo è stato l’avvocato Stuart Gibson, rappresentante della Giustizia Usa, che subito dopo ha precisato che i dettagli verranno resi noti solo dopo la firma ufficiale prevista tra qualche giorno ( ora l’intesa è stata solo parafata, come dicono gli esperti) e che verrà comunque presentata dalle parti la richiesta di non procedere con il processo a carico di Ubs.
Salvo improbabili colpi di scena, dunque, lunedì 17 non vi sarà la prevista udienza, spostata a quella data dopo una serie di rinvii da metà luglio, decisi proprio per permettere l’accordo extragiudiziale. Il 31 luglio scorso le parti avevano annunciato un’intesa di massima, ieri hanno affermato di aver stabilito i dettagli, senza ancora però ufficializzarli. Nei mesi scorsi il fisco Usa aveva puntato l’indice contro Ubs, che è la maggior banca elveticae che è stata duramente colpita dalle ondate della crisi finanziaria, accusandola di aver favorito frodi ed evasioni. Lo stesso fisco aveva richiesto i nomi di 52mila clienti americani della banca. Secondo la stampa americana, questi clienti avrebbero depositato presso Ubs patrimoni per circa 15 miliardi di dollari.
Ubs ha evitato il processo penale pagando una multa di 780 milioni di dollari e consegnando alle autorità Usa, in accordo con il governo elvetico, circa 250 nomi di clienti su cui gravavano pesanti indizi. Restava però in piedi il processo civile, che ora è stato disinnescato. Su Ubs pendevano due spade di Damocle: una nuova maxi multa, la consegna di decine di migliaia di nomi all’interno dei quali il fisco Usa avrebbe potuto "pescare". Con questo nuovo accordo, secondo fonti vicine ai negoziati, Ubs eviterà una nuova multa ma dovrà consegnare tra 5mila (versione prevalente in Svizzera) e 10mila (versione prevalente negli Usa) nomi. Il fisco Usa non ottiene tutto quanto voleva, ma fa un passo avanti nella lotta a frodi ed evasioni. Il Governo Usa evita d’altronde di chiedere il blocco delle attività Ubs negli Usa, arma a doppio taglio visto che la banca impiega ben 27mila dipendenti oltre oceano. Ubs ed il Governo elvetico, dal canto loro, in sostanza evitano guai peggiori.
Ma come farà Berna a conciliare questo accordo con le norme sul suo segreto, pur allentato? In attesa dei dettagli,l’ipotesi più accreditata sulla piazza elvetica è quella del canale della recente intesa sulla doppia imposizione con gli Usa. Berna, che non potrebbe formalmente permettere la "pesca" e dovrebbe attenersi al "caso per caso", darebbe in sostanza i nomi dei più indiziati, facendoli passare attraverso una procedura di assistenza accelerata. Il tutto, secondo molti analisti, dovrebbe partire dopo il 23 settembre, data ultima di possibile dichiarazione per i contribuenti Usa che vogliono autodenunciarsi al fisco del loro Paese. In pratica, sarebbe una riedizione, rivista e molto ampliata, della già avvenuta consegna dei 250 nomi.
Un passaggio comunque complicato, tutto da seguire. Intanto ieri tutti i protagonisti hanno espresso soddisfazione, negli Usa ed in Svizzera. Kaspar Villiger, presidente del cda di Ubs, siè pure detto soddisfatto ed ha ringraziato per «l’impegno formidabile » il Governo e la delegazione svizzeri. Soddisfatta anche la ministra elvetica della Giustizia, Evelyne Widmer-Schlumpf, «del compromesso- ha detto- tra due Stati sovrani,nell’interesse di entrambi». La Borsa, per parte sua, ha portato al rialzo il titolo Ubs, che ha chiuso a Zurigo a +3%.