Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  agosto 12 Mercoledì calendario

IL CELLULARE LOW COST NON PARLA ITALIANO

Gli italiani adorano parlare al cellulare, questo si sapeva: il tasso di penetrazione dei telefonini è il più alto non solo d’Europa, ma di tutti i paesi Ocse, che comprendono anche Giappone e Stati Uniti. Nel 2007, secondo i dati Ocse, il tasso era del 151,4 e nel 2008, stando ai dati Agcom, è passato a 152,2. Come dire che per ogni 100 italiani ci sono più di 150 cellulari.
Quello che non si sapeva, è che la diffusione dei telefonini non è proporzionale al costo del loro utilizzo. Secondo i dati elaborati dall’Ocse e raccolti nel Communication Outlook 2009, reso pubblico ieri, a parità di utilizzo, un italiano spende molto meno di un americano, ma più della maggior parte dei nordeuropei. Molto dipende però da quanto si sta al telefono: il profilo a basso utilizzo (che prevede vengano inoltrati 360 minuti di chiamate, 396 sms e 8 mms all’anno) vede gli Stati Uniti in testa alla classifica dei paesi più cari, seguiti da Spagna e Repubblica Ceca (20 dollari al mese in entrambi i casi). Chi spende meno sono i danesi (4,19 dollari al mese), mentre l’Italia è poco al di sopra della media Ocse, pari a 14 dollari al mese. Il secondo pacchetto suppone un uso medio (si veda il grafico in pagina), pari a 780 minuti di chiamate, 600 sms e 8 mms all’anno. Anche in questo le offerte più care si trovano negli Stati Uniti (53 dollari al mese), seguiti da Spagna e Canada, mentre in fondo alla classifica ci sono Olanda, Finlandia e Svezia, dove gli utenti spendono dagli 11 ai 12 dollari al mese. La spesa media mensile nell’area Ocse per questo secondo profilo è di 26 dollari al mese, con l’Italia che avanza in classifica al nono posto tra i paesi più costosi, ma risulta meno cara di Grecia, Germania e Spagna. Per un utilizzo elevato (1.680 minuti di chiamate, 600 sms e 12 mms all’anno), gli Usa lasciano la palma del paese più caro alla Spagna, con un prezzo mensile di 80 dollari al mese, seguita da Slovacchia e Repubblica Ceca. L’offerta più economica torna alla Danimarca (15 dollari al mese), contro una media Ocse di 41 dollari al mese e l’Italia è lievemente sotto la media.
I prezzi medi delle chiamate da cellulare negli ultimi anni sono comunque calati, sottolinea il rapporto dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che raggruppa 30 paesi: dal 2006 al 2008 la diminuzione è stata del 26%. Il settore più lucrativo per le compagnie del settore è quello degli sms (e questa non è una novità). Il Communication Outlook (un documento di 356 pagine che tocca moltissimi argomenti) ha poi un approfondimento sulla banda larga: nei servizi Adsl Italia e Svezia sono i paesi con i costi più bassi. Ma è diversa la penetrazione: da noi è del 18,08% e in Svezia del 32,06%. A seconda della velocità del servizio, gli svedesi pagano da 10,68 a 43,04 dollari al mese, mentre per gli italiani la forchetta va da 11,39 a 45,43 dollari al mese. Anche per la banda larga si possono distinguere diversi scenari, a seconda della velocità di connessione: l’Italia è la meno cara nei servizi a bassa velocità (fino a 2,5 megabyte), con un costo medio mensile di 11 dollari. Trai servizi a media velocità fino a 10 mega, il paese meno caro è la Francia (27 dollari)mentre l’Italia è al settimo posto. Tra i servizi ad alta velocità (da 12 a 32 mega) primeggia ancora la Francia (28,50 dollari al mese), l’Italia al terzo posto con 35,98 dollari.