Giulia Crivelli, Il Sole-24 Ore 12/8/2009;, 12 agosto 2009
IL CELLULARE LOW COST NON PARLA ITALIANO
Gli italiani adorano parlare al cellulare, questo si sapeva: il tasso di penetrazione dei telefonini è il più alto non solo d’Europa, ma di tutti i paesi Ocse, che comprendono anche Giappone e Stati Uniti. Nel 2007, secondo i dati Ocse, il tasso era del 151,4 e nel 2008, stando ai dati Agcom, è passato a 152,2. Come dire che per ogni 100 italiani ci sono più di 150 cellulari.
Quello che non si sapeva, è che la diffusione dei telefonini non è proporzionale al costo del loro utilizzo. Secondo i dati elaborati dall’Ocse e raccolti nel Communication Outlook 2009, reso pubblico ieri, a parità di utilizzo, un italiano spende molto meno di un americano, ma più della maggior parte dei nordeuropei. Molto dipende però da quanto si sta al telefono: il profilo a basso utilizzo (che prevede vengano inoltrati 360 minuti di chiamate, 396 sms e 8 mms all’anno) vede gli Stati Uniti in testa alla classifica dei paesi più cari, seguiti da Spagna e Repubblica Ceca (20 dollari al mese in entrambi i casi). Chi spende meno sono i danesi (4,19 dollari al mese), mentre l’Italia è poco al di sopra della media Ocse, pari a 14 dollari al mese. Il secondo pacchetto suppone un uso medio (si veda il grafico in pagina), pari a 780 minuti di chiamate, 600 sms e 8 mms all’anno. Anche in questo le offerte più care si trovano negli Stati Uniti (53 dollari al mese), seguiti da Spagna e Canada, mentre in fondo alla classifica ci sono Olanda, Finlandia e Svezia, dove gli utenti spendono dagli 11 ai 12 dollari al mese. La spesa media mensile nell’area Ocse per questo secondo profilo è di 26 dollari al mese, con l’Italia che avanza in classifica al nono posto tra i paesi più costosi, ma risulta meno cara di Grecia, Germania e Spagna. Per un utilizzo elevato (1.680 minuti di chiamate, 600 sms e 12 mms all’anno), gli Usa lasciano la palma del paese più caro alla Spagna, con un prezzo mensile di 80 dollari al mese, seguita da Slovacchia e Repubblica Ceca. L’offerta più economica torna alla Danimarca (15 dollari al mese), contro una media Ocse di 41 dollari al mese e l’Italia è lievemente sotto la media.
I prezzi medi delle chiamate da cellulare negli ultimi anni sono comunque calati, sottolinea il rapporto dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che raggruppa 30 paesi: dal 2006 al 2008 la diminuzione è stata del 26%. Il settore più lucrativo per le compagnie del settore è quello degli sms (e questa non è una novità). Il Communication Outlook (un documento di 356 pagine che tocca moltissimi argomenti) ha poi un approfondimento sulla banda larga: nei servizi Adsl Italia e Svezia sono i paesi con i costi più bassi. Ma è diversa la penetrazione: da noi è del 18,08% e in Svezia del 32,06%. A seconda della velocità del servizio, gli svedesi pagano da 10,68 a 43,04 dollari al mese, mentre per gli italiani la forchetta va da 11,39 a 45,43 dollari al mese. Anche per la banda larga si possono distinguere diversi scenari, a seconda della velocità di connessione: l’Italia è la meno cara nei servizi a bassa velocità (fino a 2,5 megabyte), con un costo medio mensile di 11 dollari. Trai servizi a media velocità fino a 10 mega, il paese meno caro è la Francia (27 dollari)mentre l’Italia è al settimo posto. Tra i servizi ad alta velocità (da 12 a 32 mega) primeggia ancora la Francia (28,50 dollari al mese), l’Italia al terzo posto con 35,98 dollari.