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 2009  agosto 12 Mercoledì calendario

L’UOMO? MAI A 4 ZAMPE


Nel raccontare la nostra storia evolutiva, la paleontologia ci ha abituati all’immagine classica dei nostri antenati curvi e malfermi che, con il passare dei millenni, riescono eroicamente a vincere la forza di gravità e a sollevarsi sugli arti posteriori, iniziando così a camminare. Pare però che questo racconto dai toni epici sia falso, e che la nostra specie sia in realtà scesa dagli alberi direttamente in posizione eretta, senza aver mai camminato a quattro zampe. Ad affermarlo è una nuova ricerca Usa, condotta da Tracy Kivell e dal suo team della Duke University, a Durham.

Più in particolare i ricercatori Usa hanno esaminato in modo dettagliato le ossa e le articolazioni dei polsi dei gorilla, degli scimpanzé e dei bonobo, scoprendo così che queste specie hanno sviluppato la propria caratteristica ”camminata sulle nocche” in modo indipendente l’una dall’altra. Non solo, ma comparando i dati da loro raccolti con quelli relativi ai nostri più antichi progenitori, i ricercatori hanno concluso che essi non hanno mai avuto bisogno di camminare in questo modo.

L’origine della posizione eretta nell’uomo è fonte di dibattiti infuocati fin dai tempi di Darwin, il quale si limitava a sostenere che il bipedismo si fosse sviluppato per consentirci di liberare gli arti superiori, accrescendo così la nostra capacità di manipolare oggetti. Attualmente i paleoantropologi sono divisi in due correnti: la prima sostiene che l’uomo sia diventato bipede dopo essere sceso dagli alberi e aver camminato per un lungo periodo sulle nocche; la seconda invece afferma che l’uomo sia diventato bipede per salirci, cioè avrebbe assunto la posizione eretta per riuscire ad afferrare rami, frutti e simili. Anche nel secondo caso la camminata sulle nocche avrebbe rappresentato per i nostri progenitori un passaggio obbligato. Essendo i gorilla e gli scimpanzé gli animali geneticamente più vicini a noi - cioè abbiamo antenati comuni vissuti circa sei/sette milioni di anni fa - gli studiosi hanno infatti pensato che, proprio come i nostri ”cugini” africani, anche i nostri antenati dovessero per forza di cose camminare sulle nocche. Con il tempo questa idea si è radicata a tal punto da entrare nel nostro immaginario collettivo: basti pensare alla celebre sequenza iniziale di ”2001 Odissea nello Spazio”. Tutto questo, però, fino ad oggi. Lo studio della Kivell ha infatti ribaltato entrambe le posizioni.

La studiosa ha esaminato campioni ossei provenienti da 91 gorilla, 104 scimpanzé e 43 bonobo, una specie molto simile agli scimpanzé, ma di dimensioni più piccole. Risultato: le ossa dei polsi di scimpanzé e bonobo sono dotate di piccole strutture, ossia cavità e creste che hanno il compito di migliorare la loro flessibilità articolare, impedendo nel contempo ai polsi di piegarsi troppo. Al contrario i gorilla non sono dotati di queste caratteristiche, e la loro camminata sulle nocche non si basa sulla flessibilità e la resistenza dei polsi, ma sul fatto che essi stendono le proprie braccia al massimo, appoggiandole poi saldamente sul terreno, senza piegare o mettere a rischio le articolazioni in questione. In altre parole la camminata sulle nocche degli scimpanzé e quella dei gorilla sono diverse, e si sono quindi evolute in modo autonomo l’una dall’altra. La differenza sostanziale sta nel fatto che i gorilla sono animali di terra, e camminano sulle nocche molto spesso, mentre scimpanzé e bonobo passano la maggior parte del tempo sugli alberi, e i loro polsi super-flessibili e resistenti sono tali proprio per aiutarli ad aggrapparsi ai rami, mentre per essi la camminata sulle nocche è secondaria. Quindi - conclude il team Usa - visto che gli scimpanzé devono le caratteristiche dei loro polsi alla loro vita sugli alberi e visto che anche i nostri più remoti antenati possedevano caratteristiche analoghe, possiamo pensare che essi vivessero originariamente sugli alberi. E visto che finora non abbiamo trovato fossili ”intermedi”, cioè antenati dell’uomo che camminassero quotidianamente sulle nocche, come i gorilla, possiamo concludere che gli antenati dell’uomo siano scesi dagli alberi direttamente in piedi.