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 2009  agosto 11 Martedì calendario

L´identità di un popolo - Tra tutti i simboli inventati dall´uomo, pochi sono simbolici quanto la bandiera

L´identità di un popolo - Tra tutti i simboli inventati dall´uomo, pochi sono simbolici quanto la bandiera. Che ricapitola in qualche centimetro quadrato di tessuto l´intera vicenda di un popolo. La ricorda ai suoi e la esibisce agli altri. Un atto di comunicazione estremamente elementare e al tempo stesso estremamente sofisticato. Perché usa il codice basico dei colori e delle figure per significare una realtà complessa. Fatta di eventi e sentimenti, scelte e svolte, passioni e decisioni, vittorie e sconfitte, unioni e secessioni. Insomma la bandiera è a tutti gli effetti un messaggio, una comunicazione pubblica. Una parola muta scelta dalla storia. Lo dice il termine stesso che deriva dalla radice indoeuropea bha - che significa apparire, mostrare, divulgare - da cui si formano vocaboli come i nostri bando, banda, bandire. E come labaro, che era il vessillo degli imperatori romani, padre di tutti i nostri stendardi, civili e religiosi, militari e sportivi. Segno ad altissima definizione, la bandiera è la prima forma di comunicazione a banda larga. Quella che raggiunge tutti alla massima velocità di trasmissione e di ricezione. Ai confini del digitale. Colore e controcolore, figura e controfigura, campo e controcampo. Croce contro mezzaluna, rosso contro nero, righe orizzontali contro righe verticali. Non possono esistere due bandiere uguali. Con l´eccezione del bianco. Quando sul ponte sventola il neutro per antonomasia, allora è il vuoto della comunicazione, è la resa del proprio segnale interrotto. Se quello delle bandiere è un linguaggio tutti possono usarlo per dire, ma anche per contraddire. Non a caso le contese politiche, le guerre e persino le competizioni sportive hanno spesso il loro climax simbolico in gesti come conquistare la bandiera nemica, strapparla, calpestarla, ammainarla, rimpiazzarla. E bruciarla. La più radicale delle azioni dimostrative. Perché esprime una messa in discussione totale di tutto ciò che la bandiera rappresenta. quel che facevano le rockstar negli anni della contestazione. Primo fra tutti Jimi Hendrix che sul palco di Woodstock dissacrò la bandiera straziando l´inno americano - The Star Spangled Banner, corpo e voce degli States - con la sua lancinante Fender Stratocaster. Chi dà alle fiamme la bandiera, propria o dell´altro, si appella in qualche modo alla libertà di parola. Non a caso il Senato americano ha respinto di recente una proposta di legge che intendeva vietare la "profanazione fisica" della bandiera a stelle e strisce, perché bruciare l´emblema della nazione è assimilabile a un discorso e dunque considerato come una manifestazione estrema di quella libertà di parola che il Primo emendamento della Costituzione garantisce a tutti i cittadini. La bandiera esprime dunque la storia di un´identità ma riflette anche le sue trasformazioni. Basti pensare a quel lungo processo di grafica politica che sta dietro la nascita del nostro tricolore. Ma per la stessa ragione la bandiera può significare anche la dissoluzione progressiva di un´identità. La sua segmentazione. La sua regionalizzazione. L´emergere di nuove appartenenze. E spesso quel quadrato di stoffa è troppo piccolo per poter contenere tanti messaggi contrastanti. Nasce anche da questo la tentazione di moltiplicare le bandiere. Una tentazione rischiosa perché mai come in questi casi moltiplicare significa dividere. Come diceva Enzo Biagi la democrazia è fragile e a piantarci sopra troppe bandiere si sgretola.