Sandra Riccio, La stampa 10/8/2009, 10 agosto 2009
IL GUARDIAN BRUCIA 28 MILIONI IN BORSA
TORINO
L’annus horribilis delle Borse non ha risparmiato nomi e patrimoni prestigiosi. Nella lista delle vittime più blasonate, si scopre ora, ci è finito pure The Guardian. Al gruppo Guardian Media Group (GMG), che edita l’autorevole quotidiano britannico insieme al settimanale The Observer, la speculazione in derivati è costata, infatti, la bellezza di 24 milioni di sterline. Tradotto in euro fanno oltre 28 milioni, in un colpo solo.
Il mega buco risale ai primi mesi dell’anno, ma la notizia è trapelata soltanto in questi giorni. A diffonderla, neanche a dirlo, è stata la testata rivale The Sunday Times, citando anche numeri e fonti vicine all’investimento andato male. Stando alle rivelazioni, il gruppo editoriale di Londra ha bruciato la piccola fortuna scommettendo tutto sul cambio dollaro sterlina, soltanto che la giocata è arrivata nel momento sbagliato, vale a dire proprio quando il biglietto verde, a sorpresa, ha ripreso a guadagnare rapidamente terreno sulla sterlina.
Di solito i mercati valutari sono governati da movimenti molto lenti, e le operazioni non sono propriamente considerate tra le più spericolate. Eppure la mazzata non è mancata. Per di più, l’investimento faceva parte di un fondo più corposo dell’ammontare di 200 milioni di sterline che aveva l’obiettivo di diversificare i rischi del gruppo e di equilibrare le perdite legate a un mercato della pubblicità sempre più ballerino. Tutto il settore dei media sta, infatti, soffrendo per il pesante crollo delle entrate pubblicitarie.
L’editore aveva quindi pensato bene di mettersi al riparo da perdite già preannunciate investendo una parte del proprio patrimonio in derivati. Le cose però non sono andate secondo i piani e ora la casa di Londra si trova con un buco in più in una già massiccia voragine di fine anno. La scorsa settimana i conti sull’intero esercizio hanno, infatti, rivelato perdite per 90 milioni di sterline (105 milioni di euro) a fronte di un calo del fatturato sceso a 405 milioni di sterline dai 502 dell’anno prima per il gruppo. La brutta notizia lascia perplessa la comunità dei lettori che tradizionalmente è orientata a sinistra ed è abituata a leggere editoriali contro le speculazioni finanziarie. In più, la brutta batosta arriva proprio nel momento in cui GMG si sta preparando a dolorosi tagli per riuscire a ridurre i costi.
La settimana scorsa, sempre sulle pagine del Sunday Times, era addirittura stata annunciata la possibile chiusura dell’Observer, l’altra colonna portante del gruppo. Paradossalmente il sacrificio dell’Observer, stando alle indiscrezioni di stampa, avrebbe proprio l’obiettivo di garantire la sopravvivenza di The Guardian. Finirebbe così triturato dalla crisi finanziaria il più antico giornale della domenica al mondo.
La prima copia dell’Observer uscì, infatti, il 4 dicembre del 1791. Per aprirlo, il suo editore di allora, il londinese W. Bourne, si fece prestare 100 sterline, dicendo a tutti che avrebbe avuto una «fortuna veloce».