Daniele Lepido, Il Sole-24 Ore 11/8/2009;, 11 agosto 2009
SUI BOEING 777 LE VITI HI-TECH MADE IN FOLIGNO
Da Foligno a Chicago, per fornire ai colossi dell’aria targati Boeing le viti che fanno funzionare flap, stabilizzatori e inversori di spinta. Secondo quanto risulta al Sole 24 Ore, la Umbra Cuscinetti, 110 milioni di euro di fatturato e 730 dipendenti, avrebbe appena firmato con il costruttore americano un nuovo contratto da 20 milioni di dollari per la fornitura, dal 2011 al 2018, di componenti hi-tech di altissima precisione.
La Umbra Cuscinetti non è nuova ad accordi simili visto che è già partner della Boeing (ma anche di Airbus ed è tra i leader al mondo in questa nicchia di mercato), ma in un momento di crollo della domanda una nuova commessa di questo calibro potrebbe far ben sperare per l’intero settore della meccanica made in Italy, che sta vivendo un anno di crisi strutturale dopo la corsa del biennio precedente.
A Foligno le bocche sono cucite ma la soddisfazione, secondo alcuni osservatori, si è toccata con mano. Soprattutto quando, una paio di settimane fa, i tecnici della Federal aviation administration (Faa), l’ente del dipartimento dei trasporti Usa che sovrintende alla sicurezza dell’aviazione civile (il corrispettivo a stelle e strisce dell’Enac) hanno fatto visita agli stabilimenti di Foligno: «Nessuna imperfezione nei prodotti», avrebbero scritto sui loro report gli esperti dell’Faa, giudizio che si è tradotto nel via libera finale della commessa. Inoltre, a quanto si apprende, oltre a questo contratto sarebbero in rinnovo sempre da qui al 2018 altre commesse per un valore complessivo di 120 milioni di dollari in un momento comunque di stasi per la società (nel primo semestre i ricavi sono calati del 20%).
La Umbra Cuscinetti produce viti a ricircolazione di sfere, che nel caso dei Boeing 777, i velivoli protagonisti dell’ultima commessa, sono barre d’acciaio lunghe poco più di un metro e mezzo con un diametro di 10 centimetri. L’amministratore è un ex manager divenuto imprenditore, Valter Baldaccini, che nel 1993 ha concluso un’operazione di management buyout insieme con un altro ex dipendente, Reno Ortolani.L’esempio di un’azienda divenuta italiana visto che negli anni 70 la Umbra Cuscinetti faceva parte di un gruppo tedesco che aveva come capofila realtà come la Kugelfischer, la Schweinfurt e la Gepi, attive nella produzione di cuscinetti ad alta precisione.
Oggi l’azionariato è composto, oltre che dalle famiglie Baldaccini e Ortolani, anche da una trentina di dipendenti (principalmente manager, ma anche quadri) ai quali fa capo una quota del 5% della società. «Le maxi viti per i flap e i freni degli aerei – spiega un esperto – sono parti essenziali nella struttura di un aereo destinato a trasportare centinaia di persone. Il fatto che all’Italia sia stata riconosciuta una commessa come questa significa che la nostra tecnologia non solo è all’avanguardia nel settore, ma che è tra le migliori al mondo».
La Umbra Cuscinetti fornirà inoltre anche componenti per il nuovo modello della Boeing, il 787, il cui lancio è stato più volte rimandato dal gruppo americano.