Raoul de Forcade, Il Sole-24 Ore 11/8/2009;, 11 agosto 2009
RADDOPPIATI GLI ASSALTI DEI PREDONI
Crescono nel mondo, come mai si era registrato negli ultimi anni, gli attacchi dei pirati del mare. A dispetto della liberazione, appena avvenuta, dell’equipaggio del Buccaneer (di cui fanno parte 10 italiani) e delle missioni internazionali delle marine militari di molti Paesi (compresa l’Italia), organizzate come deterrente nelle aree a rischio, la crisi economica globale sembra aver contribuito ad alzare il numero degli abbordaggi.
Nei primi sei mesi del 2009, gli attacchi sono più che raddoppiati, a livello mondiale, rispetto allo stesso periodo del 2008; sono passati, infatti, da 114 a 240. A testimoniarlo è il rapporto dell’Icc International maritime bureau (Imb), che monitora costantemente gli assalti sul mare.
Le zone più calde restano il Golfo di Aden, teatro di 86 attacchi, la Somalia con 44, il Mar Rosso, con 14 assalti e la Nigeria con 13.
Dei 240 attacchi portati dai pirati tra il 1° gennaio e il 30 giugno 2009, quelli riusciti sono 109, con 78 navi abbordate e 31 dirottate. I restanti 131 attacchi si sono risolti con spari contro le navi assalite, in 75 casi, e 56 tentativi di abbordaggio falliti.
Per quanto riguarda gli equipaggi, sono stati 561 i marittimi presi in ostaggio; di questi, 19 sono stati feriti, sei uccisi e otto sono dispersi. I pirati, che si muovono normalmente su piccole lance molto veloci, utilizzate anche a molte miglia dalla costa, grazie all’impiego di navi-appoggio, risultano, nella maggior parte dei casi rilevati, molto ben armati. E, aggiunge il rapporto dell’Imb, «le violenze contro membri dell’equipaggio sono in crescita».
Peraltro, si legge, «la presenza di marine militari di diversi paesi, nell’area del Golfo di Aden, ha creato difficoltà ai pirati e li ha portati a cercare nuove zone dove operare, come il sud del Mar Rosso e la costa est dell’Oman, dove i pirati somali sono ritenuti responsabili di recenti attacchi».
Il documento dell’Imb sottolinea anche che gli assalti al largo della costa est della Somalia hanno registrato una contrazione negli ultimi mesi, dopo i picchi di marzo e aprile, e a giugno non si registra alcun incidente nell’area. Ma secondo il centro di monitoraggio sulla pirateria, il decremento è da attribuire solo alle pesanti condizioni del tempo e ai monsoni. «La vigilanza - ammonisce l’Imb - deve restare alta».
Riguardo alla Nigeria, poi, il report spiega che continua a rimanere un’area ad alto rischio, perché oltre ai 13 attacchi rilevati dall’International bureau (nel primo semestre del 2008 erano stati 18), ci sono notizie di almeno altri 24 incidenti non denunciati.
Preoccupa soprattutto l’inversione di tendenza della pirateria. Tra il 2004 e il 2006, infatti, si era notata una flessione del numero degli attacchi su scala globale, (che erano stati 329 nel 2004, 276 nel 2005 e 239 nel 2006). Dal 2007, però, si registra una recrudescenza della pirateria con 263 attacchi, 24 in più dell’anno precedente. E nel 2008 sono saliti a 293. Contando che nel primo semestre dell’anno scorso erano stati 114 e nei successivi sei mesi se ne sono aggiunti 179, i 240 attacchi registrati tra gennaio e giugno del 2009 indicano una forte impennata della pirateria che si avvia a superare anche i 329 assalti del 2004 (anno in cui, nel primo semestre, si erano registrati 182 episodi).
Per quanto riguarda le tipologie di navi attaccate nel 2009, in cima alla classifica si trovano le portarinfuse (64), seguono le portacontainer (36), le general cargo (36), le chimichiere (26) e le petroliere (24).