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 2009  agosto 09 Domenica calendario

IDENTIKIT AL VOLANTE: 6 SU 10 NON RISPETTANO I LIMITI


Si sentono piloti provetti e sostengono, se interrogati, di conoscere il codice stradale alla perfezione. Ma al­la prova su strada si rivelano indiscipli­nati, imprudenti e pericolosamente di­stratti. Spesso con una mano sul cam­bio e l’altra sulla tastiera del cellulare. In­sofferenti ai limiti di velocità e propensi ad aggiustarsi le regole come più torna loro comodo. Sono gli italiani al volante visti attraverso un sondaggio realizzato da Cittalia per l’Anci, Associazione na­zionale dei comuni italiani. Interessati a capire come meglio prevenire e contra­stare l’insicurezza stradale ed i suoi co­sti sociali: spese sanitarie e di controllo, danni a beni materiali. Nel 2007, dato Istat, erano pari al 2% del prodotto inter­no lordo.

Pieni voti

L’indagine è stata curata da Swg su un campione di 1.000 automobilisti tra i 18 e i 60 anni. A ciascuno è stato chie­sto di darsi un voto come guidatore. Ne sono risultate pagelle invidiabili. Su una scala da 1 a 10, il 29% si attribuisce un punteggio superiore a 8, il 63% tra il 7 e l’8. Soltanto 8 su 100 ritengono di valere meno di 7. Il voto medio è 7,9. L’italiano medio dunque si considera un asso del volante e se ne vanta. In mi­sura inversamente proporzionale, chi si giudica un ottimo o un buon guidato­re raramente si sente insicuro. La perce­zione di insicurezza è legata alla fre­quenza con cui si viaggia e alla perce­zione della propria abilità. Ci si sente più a rischio lungo le strade extraurba­ne (37%) o in autostrada (35), meno in città (24).

Indisciplinati

Ai soggetti esaminati è stato chie­sto di ammettere con sincerità la fre­quenza delle infrazioni. Ecco il pro­spetto che ne risulta: il 17%, zero viola­zioni, è perfettamente disciplinato; il 37%, che ammette giusto una o due violazioni del codice, è leggermente indisciplinato. Quasi la metà degli ita­liani non rispetta granché le regole della circolazione: il 24,8% degli auto­mobilisti si rivelano indisciplinati, il 20,5 fortemente indisciplinati. Meglio le donne: 24% di rispettose contro l’11 degli uomini. Così come gli anziani (26) sono più corretti dei giovani (10). I più sciagurati sono i neopaten­tati: uno su 3 rientra nella categoria dei fortemente indisciplinati, solo il 7 in quella migliore.


Senza limiti

Solo il 41% degli intervistati dichiara di rispettare, sempre o quasi, i limiti di velo­cità. Il 49 ammette di infrangerli a volte. Per il 9% quei chilometri all’ora segnati sui cartelli sono di fatto una scocciatura, un intralcio. E quindi fanno finta che non ci siano. Chi corre di più è anche quello che meno si preoccupa delle conseguen­ze. Il pericolo dell’eccesso di velocità vie­ne stimato da 4 automobilisti su 10, con­tro i 9,2 punti su 10 di chi rispetta i divie­ti. Più della metà delle persone ritiene che a volte i limiti di velocità siano ingiu­stificati. Due su 5 sono convinti di poter fare come gli pare se non c’è nessuno e non vi sono pericoli, 1 su 5 se ha fretta.

Alcol

Se il 47,5% si dichiara d’accordo con il minimo tasso alcolico ritenuto idoneo per mettersi al volante, per il 35,6 anche questo limite è troppo severo. Più o me­no 2 automobilisti su 10 negli ultimi 6 mesi si sono messi in moto sapendo di aver bevuto troppo, 1 su 4 ben sapendo di aver ingerito più alcol di quanto pre­scrive la legge.
Quando si esce per andare a cena o in discoteca, spesso (52% di risposte), si la­scia guidare uno a turno che non beve. Nel 24% delle occasioni, al volante ci si mette quello che ha bevuto meno. Pur­troppo ancora nel 20 per cento delle si­tuazioni, che sia sobrio o fradicio di al­col, il volante lo prende comunque il pro­prietario dell’auto. Anche la stanchezza viene spesso sottovalutata. Metà degli italiani dichiara si essersi messo in mar­cia nonostante si sentisse troppo affatica­to. La categoria più colpevole è compo­sta di maschi, giovani e lavoratori.

Al telefono

Parlare al cellulare mentre si guida comporta gli stessi rischi che mettersi al volante con 4 volte il tasso di alcol consentito. Praticamente ubriachi. Ep­pure più del 60,5 dei guidatori non usa auricolari o vivavoce. Il 50 legge gli sms e 1 su 3 risponde pure.

Incidenti mortali

Non è un bel primato questo per Ro­ma. Tra le capitali europee dell’area nor­doccidentale è quella con il più alto tas­so di mortalità ogni 100 mila abitanti: 7,4. Il valore medio delle altre sta tra 2 e 4. Roma ha oltre il triplo degli incidenti mortali di Vienna, Parigi, Oslo e Berli­no, il doppio che a Londra e Madrid. Ma in Italia non è affatto la prima e questo dimostra quanto siano pericolose le no­stre strade. Il tasso di mortalità più alto ce l’ha Ca­tania (9,6), seguita da Messina (9), Vero­na (7,7) e Bologna (7,5). Firenze è a 7, Milano a 6,6. La città più sicura è Geno­va con soltanto lo 0,6 di incidenti con almeno una vittima.

Vittime

Nei fine settimana e di notte ci sono più incidenti. Nei primi 6 mesi del 2009 ne so­no stati registrati 23.897. Un 10,5 per cen­to meno che nel rispettivo periodo del 2008, ma comunque troppi. I feriti sono stati, da gennaio a giugno, 18.842, 578 i morti. Negli ultimi due weekend di luglio però il trend è risalito: 71 scontri mortali rispetto ai 58 di un anno fa, 78 vittime con­tro 59.