Marco Sodano, La stampa 10/8/2009, 10 agosto 2009
MA LA VITA LOW COST NON SEMPRE CONVIENE
L’altra faccia del Meridione, tra servizi mancati e precariato
Stipendi più bassi, servizi inesistenti, disoccupazione più alta: la maggioranza delle famiglie al Sud vive con uno stipendio solo, ciò che al Nord sta diventando impossibile. Poi c’è l’economia sommersa, un mostro economico che vale 80 miliardi l’anno e produce lavoro abusivo, e quindi pagato ancora meno dei salari ufficiali. l’altra faccia del Mezziogiorno nel quale il costo della vita è più basso, dicono le stime, del 16% circa.
Ed è la faccia che fa riflettere se sia il caso, prima di ingabbiare i salari, di liberare il territorio. Come dice il senatore del Pdl Luciano Cazzola: «un cittadino di Varese può recarsi al lavoro con i mezzi pubblici. La stessa possibilità è solo teorica per un napoletano, là il servizio è fatiscente». Il fatto che il caffé costi 20 centesimi in meno non compensa granché.
Le strade? Nel migliore dei casi sono dei colabrodi costellati di cantieri. Basta farsi un giro sulla Salerno-Reggio, l’autostrada di Babele. Il primo tratto, rifatto da pochi anni, già mostra i segni dell’usura. Ma da Cosenza in giù si gioca alla lotteria delle corsie: un po’ di qua un po’ di là. Quest’anno, per via di una frana, è rimasta chiusa settimane. Non è cosa di poco conto, perché la Salerno Reggio è l’unico collegamento tra il nord e il sud della Regione. Senza quella Reggio Calabria resta isolata. Come Messina, però senza i traghetti. Il lavoro? Se è precario e sottopagato, e i contratti si rinnovano di anno in anno, chi te lo da ci guadagna due volte. Primo,ti paga molto meno del dovuto. Secondo, l’attesa del rinnovo ti trasforma in un soldatino disciplinato e obbediente il cui ultimo pensiero è andare a reclamare i propri diritti. Per non parlare di chi si paga i contributi da solo: firma una busta paga da 1.500 euro, ne incassa solo 900. Il resto lo trattiene il principale: «Sai com’è, queste tasse mi strozzano. Mica me le posso permettere, ti va bene?».
E siccome il caffè costa venti centesimi in meno ma comunque qualcosa costa, e le verdure in fondo costano poco o nulla - ma qualcosa costano - uno alla fine se la fa andare bene. Novecento è sempre meglio di niente.
Se poi il lavoro è in nero è meglio ancora. Niente tasse, niente contributi, niente di niente. Finisci a ingrossare l’esercito dei disoccupati ufficiali e intanto ti arrangi. Ed ecco perché in una qualunque cittadina del Sud di quelle in cui la disoccupazione giovanile sfiora l’80% al mattino non trovi nessuno con cui prendere un caffé, anche se costa quasi niente.
«Vado al lavoro». «Ma non eri disoccupato?». «Solo in teoria. Devo pure campare». Poi può anche capitare che ti ammali. L’ultimo studio del Censis da una fotografia drammatica: per il 50,8% dei residenti del Mezzogiorno la qualità dei servizi sanitari è inadeguata (contro il 26,9% della media nazionale).
Le cronache si sono occupate a lungo dell’ospedale di Catanzaro, dove sono morti ragazzini entrati per interventi banalissimi (in un caso perché era mancata la luce). Meno s’è parlato del giorno in cui quello stesso ospedale era stato sequestrato da Luigi De Magistris perché accanto alle bombole dell’ossigeno, in sala operatoria, c’erano dei collegamenti elettrici scoperti. Una scintilla poteva far saltare tutto: ospedali, pazienti, medici.
Mentre si studia come adeguare gli stipendi al costo della vita sarebbe bene pensare ad adeguare anche tutto il resto intorno. Altrimenti andremo avanti all’infinito con la storia di un Sud ingabbiato dove la vita costa poco solo perché è di qualità scadente.